lunedì 10 giugno 2013

MISERE NOBIS - Fade Away Gradually, My Hope...


Informazioni
Gruppo: Misere Nobis
Titolo: Fade Away Gradually, My Hope...
Anno: 2012
Provenienza: Italia
Etichetta: Pest Productions
Contatti: facebook.com/miserenobisband
Autore: M1

Tracklist
1. Imploro Meam Finem
2. Mors Omnia Solvit
3. Sopor Aeternus
4. Mea Mors
5. Regnat Silentium

DURATA: 52:22

Alcuni mesi fa abbiamo ospitato su queste pagine Torpor e Gris coi pregevolissimi Dreariness, che sono già finiti nella mia top 5 di fine anno! Più passa il tempo e più mi convincono rispetto a quanto scritto in sede di recensione, dove ero stato molto più cauto. Quest'oggi rieccoli accompagnati da Dave dei Deadly Carnage e Negative col disco d'esordio dei Misere Nobis, che cronologicamente precede "My Mind Is Too Weak To Forget", essendo stato rilasciato il 25 giugno 2012. Inizialmente mi ero accostato a loro in rete, ricercando un gruppo dalle sonorità simili ai Nyktalgia, infatti i Nostri prendono il nome dall'omonimo brano presente nel primo album della formazione tedesca.

Nella musica dei Dreariness si percepivano uno struggimento e una malinconia tali da sfociare nel disagio mentale (ottimamente espresso dallo scream di Tenebra) di un'anima incapace di gestire così tanta negatività, come evidenziato dagli eloquenti titoli "Dysmorphophobia" e "Madness"; non avrei mai pensato che lo studio universitario di Binswanger e del suo testo "Melanconia E Mania: Studi Fenomenologici" potesse in qualche modo tornarmi utile! Qui invece lo strazio e il dolore di una vita priva di senso, fatta di solitudine e illusioni fuoriescono talvolta in maniera prepotente e massiccia, nelle furiose accelerazioni della batteria, urlando al mondo la propria sofferenza. Insomma "Fade Away Gradually, My Hope..." ricade nell'ambito del depressive black propriamente detto, pur rifuggendo i cliché più inutili, inflazionati e dannosi, come i suoni ultra grezzi che impediscono di cogliere gli accorgimenti più minuti, che spesso fanno la differenza in un settore così monolitico. Ad ogni modo i brani possiedono tutti quanti durate importanti, strutture più complesse del solito e un riffing "ipnotico" (non sferzante o tagliente), che però talvolta riserva alcuni notevolissimi passaggi più melodici o struggenti; è il caso ad esempio di "Mors Omnia Solvit".

L'incipit di "Sopor Aeternus" dal canto suo ricorda nettamente i vecchi e fondamentali Forgotten Tomb, inizialmente l'atmosfera è funerea e il ritmo lento, ma nel corso dei minuti appaiono anche furiose accelerazioni e altrettanti rallentamenti. "Mea Mors" è l'unica composizione del lotto che comincia "in medias res", senza alcuna introduzione di sorta, né pianistica né arpeggiata, e presenta un'alternanza fra pieni e vuoti musicali molto marcata, inoltre per la prima volta emerge il lato più viscerale del gruppo. Finalmente arrivo a parlare di "Regnat Silentium", la canzone che mi fece propendere per approfondire la conoscenza dei Misere Nobis: l'attacco è minimale, intimo, acustico, l'intensità e il pathos tragico crescono pian piano, lo si percepisce dal riff toccante... poi prende davvero piede, ma non si fa in tempo a farsi rapire che ecco l'esplosione angosciosa! Ancora una volta dopo l'amaro sfogo sopraggiunge una parte più raccolta, quasi per farci riprendere fiato...

Dalla lettura dei testi, dalla sequenza della scaletta e dal titolo mi sono fatto l'idea che questo album narri della perdita della speranza e della voglia di vivere, collocate all'interno di un percorso nel quale inizialmente è contemplata soltanto la morte autoinflitta, che viene invocata e anelata come unica soluzione. Successivamente il Male prende possesso dell'Anima, poiché in esso ritrova protezione e amore non contaminati dall'ipocrisia dei seguaci di Dio. Niente più dolore e sofferenza, nel momento del Giudizio essa giungerà a una nuova consapevolezza (dovuta alla malattia mentale?) e le bugia del Messia saranno finalmente distrutte. Questa consapevolezza in un certo qual modo è espressa anche dai testi stessi che si trasformano da più "carnali" e legati alle sensazioni del corpo a più "spirituali" col passare dei minuti.

"Fade Away Gradually, My Hope..." non è un disco che possa impressionare di primo acchito o riservare effetti speciali per stupire inaspettatamente il pubblico, si fa forza però del proprio lavoro complessivo, nel quale ogni singolo tassello gioca un ruolo importante ai fini di un tutto che è maggiore della somma delle sue singole parti, componente lirica compresa. Come per ogni titolo del proprio catalogo, Pest Productions permette un ascolto completo delle uscite tramite Bandcamp, quindi non vi resta che fare un salto là.

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