lunedì 17 giugno 2013

BLOOD OF SEKLUSION - Caustic Deathpath To Hell


Informazioni
Gruppo: Blood Of Seklusion
Titolo: Caustic Deathpath To Hell
Anno: 2012
Provenienza: Modena, Emilia-Romagna, Italia
Etichetta: Butchered Records / Sevared Records
Contatti: facebook.com/bloodofseklusion
Autore: Bosj

Tracklist
1. Flogging Deathstorm Of Pain
2. Epidemic Madness
3. The Darkest Of The Graves
4. Dead Dominion
5. Embracing Death
6. Liar In Darkness
7. Beware Of The God
8. Freezing In Fire
9. Decorations For The End Of All Days
10. The Scaffold
11. My Desire
12. Celebration To Death
13. The Riding End

DURATA: 48:40

I Blood Of Seklusion arrivano da Modena, sono in tre e — se non fosse stato per il suggerimento di un amico - qui ad Aristocrazia ce li saremmo persi per strada. E perdersi un disco come "Caustic Deathpath To Hell", lo dico col cuore, sarebbe stato un gran peccato. Magari non è l'album che ti cambia la vita, ma certamente è quello che ti raddrizza la giornata: disponibile da ormai un anno, consta di poco meno di cinquanta minuti (sì, è un po' lungo) di death metal duro e puro, concepito, suonato, cantato, registrato (in tre diversi studi, però sempre nella nostra pianura), prodotto e sbattuto in faccia all'ascoltatore senza deviazioni.

Già dall'intro, che in realtà più che un'intro è un vero e proprio brano strumentale, si capiscono le intenzioni del trio: far sanguinare le orecchie allo sventurato metallaro che si imbatterà in questa prima, corposa fatica sulla lunga distanza. I mezzi tecnici ci sono tutti: il basso "grosso così" di Alberto Dettori, il riffing 101% europeo di Daniele Lupidi (anche autore dell'ottima grafica a corredo del lavoro) e la batteria variegata e sempre precisa di Marcello Malagoli. Alla "ricetta del trio" ormai più che collaudata si aggiunge poi la particolarità, ossia il fatto che tutti e tre i membri cantano, donando alle parti vocali di "Caustic Deathpath To Hell" la giusta sfumatura di varietà, nonostante il growl sia l'unico stile di espressione.

I territori entro cui si muovono i modenesi sono a loro volta piuttosto diversificati, senza tuttavia mai uscire dal seminato: c'è qualche rimando death'n'roll con annesso tupa-tupa ("The Darkest Of The Graves"), c'è il riffing monolitico corredato da un blast-beat indefesso ("Freezing In Fire"), c'è l'episodio più oscuro e svedese ("The Riding End"). Insomma, c'è un'ottima summa di ciò che il death metal anni '90 ha regalato un po' in tutta Europa: Grave (soprattutto), Merciless, Dismember, primi Entombed, primi Hypocrisy, ma anche Fester, Fleshcrawl, Vader e chi più ne ha più ne metta. Tutto prodotto professionalmente, ma senza mai esagerare nella pulizia: il giusto connubio di suoni caldi e pieni e grezzume sonoro.

Come accennavo in apertura, l'unico lieve difetto di cui l'album soffre è l'eccessiva durata: cinquanta minuti di metallo-della-morte-senza-compromessi possono rivelarsi sfiancanti, tuttavia i Nostri sono davvero bravi a rendere i pezzi accattivanti nella loro omogeneità, e questo dettaglio finisce per avere un'influenza davvero minima sul risultato finale.

Se tutto questo non riesce a stimolare il vostro desiderio di acquisto, poco potrà farlo. Ancora una volta, un segno di benessere e di vitalità dall'underground estremo italiano, che negli ultimi anni regala realtà di valore con insospettabile regolarità. Godiamone appieno finché dura.

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