Informazioni
Gruppo: Vinterriket
Titolo: Zwischen Den Jahren / Entlegen
Anno: 2010 / 2013
Provenienza: Svizzera [in precedenza Germania]
Etichetta: Sturmklang / Heimatfolk
Contatti: vinterriket.com
Autore: Bosj
Tracklist "Zwischen Den Jahren"
1. Quatembersturm
2. Modranecht
3. Winterepiphanie
DURATA: 21:19
Tracklist "Entlegen"
1. Tal Der Trauer
2. Seelenleere
3. Entlegen
4. Sturmesnacht / Naturflimmern
5. Am Nebelweiher
6. Schattenschwärze
7. Nebel Der Verzweiflung
8. Blick In Die Dämmerung / Trauerkleid Des Abends
1. Quatembersturm
2. Modranecht
3. Winterepiphanie
DURATA: 21:19
Tracklist "Entlegen"
1. Tal Der Trauer
2. Seelenleere
3. Entlegen
4. Sturmesnacht / Naturflimmern
5. Am Nebelweiher
6. Schattenschwärze
7. Nebel Der Verzweiflung
8. Blick In Die Dämmerung / Trauerkleid Des Abends
DURATA: 62:00

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La musica, a sua volta, per quanto profondamente diversa tra i due prodotti, porta la firma di Ziegler in ogni nota. "Zwischen Den Jahren" è, a mia memoria, il momento più rabbioso e lo-fi e dell'interminabile discografia di Vinterriket: nonostante i tipici momenti atmosferici e i tempi dilatati, in questi tre brani viene sfogata una furia atavica, un senso di inquietudine che perfettamente si integra con l'immaginario nebbioso, oscuro e innevato del progetto.
Nelle prime due tracce, inoltre, l'utilizzo delle tipiche tastiere che da sempre permeano la musica del Tedesco è estremamente ridotto rispetto al solito. È solo con"Winterepiphanie", il brano più lento del lotto, che si torna su lidi meno furiosi e più contemplativi. Questo è anche il momento più emotivamente coinvolgente: la sensazione di trovarsi bloccati in un passo di alta montagna sotto la tormenta non vi abbandonerà per tutto l'ascolto di questa ulteriore pennellata del musicista sulla tela dell'Inverno.
"Entlegen" ("Remoto"), d'altro canto, è probabilmente il disco più strutturato ed elaborato che abbia mai sentito da parte della one-man band, lontano anni luce dall'omogeneità di altri lavori come il precedente "Garðarshólmur". Il viaggio si apre con "Tal Der Trauer", una tipica intro di synth e tastiere molto cupa, come un cielo carico di neve, ma già dalla successiva "Seelenleere" i toni virano verso un neofolk acustico grazie alla presenza di un cantato pulito e cristallino, con le tastiere poco più che sommesso sottofondo per la gran parte dei suoi nove minuti. Solo con "Sturmesnacht / Naturflimmern" si torna a lambire le coste del dark ambient che ha reso celebri le opere di Ziegler, dove i sussurri del vento condividono il palco con i sussurri del musicista. Tutto il lavoro si alterna lungo questi binari: un po' neofolk, un po' dark ambient; un po' dark ambient, un po' neofolk.
Va da sé che per tutta l'ora abbondante in cui "Entlegen" ci accompagna non c'è assolutamente nulla di nuovo, niente che Vinterriket non abbia già detto, ridetto e ripetuto: se non apprezzate quanto seminato lungo questi tre lustri di carriera dal polistrumentista, non c'è verso che possiate cambiare la vostra opinione. Eppure, come sempre accade quando ci si confronta con il suo operato, sia esso l'ennesimo lavoro black metal, l'ennesimo lavoro acustico o l'ennesimo lavoro ambientale, non si può che prendere atto della bravura e della maestria di una realtà consolidata all'interno del proprio genere di appartenenza, della intaccabilità di un estro artistico che ha reso il progetto del musicista trasferitosi sulle Alpi svizzere un caposaldo per tutti coloro che si cimentano in generi a lui correlati. Perché Cristoph Ziegler, in arte Vinterriket, ha trovato la formula per mettere in musica la ferocia, la desolazione, la solitudine, la potenza e l'oscurità della Montagna.