lunedì 21 marzo 2011

NECROPHOBIC - The Third Antichrist


Informazioni
Gruppo: Necrophobic
Anno: 1999/2011
Etichetta: Hammerheart Records
Contatti: www.necrophobic.net - www.hammerheart.com
Autore: ticino1

Tracklist
1. Rise Of The Infernal
2. The Third Of Arrivals
3. Frozen Empire
4. Into Armageddon
5. Eye Of The Storm
6. The Unhallowed
7. Isaz
8. The Throne Of Souls Possessed
9. He Who Rideth In Rage
10. Demonic
11. One Last Step Into The Great Mist

DURATA: 44:20

Tornado, maremoti, tempeste, Tsunami… chi oserebbe fronteggiarli a mani nude? Questo vale anche per alcune formazioni, come per esempio (ma guarda che caso) i Necrophobic svedesi!

Senza timore alcuno, protessero le mura del metal estremo anche durante la fine degli Anni Novanta con note dure, spietate e veloci. L’introduzione melodica e trasportata da note elettroniche confonde forse un poco l’ascoltatore che lascia ruotare questo disco. "The Third Of Arrivals" lo riassicura. Già le prime parole "Six! Six! Six!" scandite dal signor Sidegård non lasciano dubbi sul fatto che i Necrophobic non abbiano perso grinta alcuna. Le loro corazze da paladini del metal non hanno subito danni notevoli.

Le canzoni sono come d’abitudine tirate in modo d’eccitare sessualmente il vero metallaro accanito che scanna miscredenti prima di colazione. L’apparato di chitarre funziona perfettamente e gli ingranaggi che lo compongono girano, perfettamente oliati dal lavoro di batteria molto curato.

"Into Armageddon" è il salvagente che mantiene a galla per qualche minuto l’ascoltatore, prima di affogarlo ancora in una tempesta di acciaio assolutamente inossidabile. Questa pista epica non può produrre altro che una marea di mani levate con il segno dello scorno. Al più tardi quando la ritmica si scatena, seguita da un bell’assolo con i fiocchi, la massa freme e rade a terra il locale in cui ha luogo il concerto.

Con il passare dei minuti qualcuno potrà gridare "J’accuse" perché i pezzi perdono in parte velocità e diventano parzialmente melodici. L’intensità sale però proporzionalmente allo scorrere del tempo.

Questo disco è forse uno dei meno originali del gruppo ma se molte formazioni odierne fornissero prodotti almeno tanto freschi, il Mondo metal sarebbe forse molto più vivibile.

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