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lunedì 14 marzo 2011PESTILENCE - Consuming ImpulseInformazioni Gruppo: Pestilence Anno: 1989 Etichetta: Roadrunner Records Contatti: http://pestilence.nl Autore: ticino1 Tracklist 1. Dehydrated 2. The Process Of Suffocation 3. Suspended Animation 4. The Trauma 5. Chronic Infection 6. Out Of The Body 7. Echoes Of Death 8. Deify Thy Master 9. Proliferous Souls 10. Reduced To Ashes DURATA: 37:24 Erano anni d’oro per il metal estremo. Dagli Stati Uniti arrivavano tonnellate di demo prodotte da gruppi estremi validi o meno. I Death erano allora già riconosciuti come un pilastro portante del genere, Morbid Angel, Obituary e altri partivano alla conquista delle scene. Nel frattempo il sottoscritto si faceva le seghe pensando alla ragazza vicina di banco al liceo e sui poster di Samantha Fox (dio che tette). I Paesi Bassi escono totalmente dallo schema presentato. Pestilence? Sì, bello, suonano thrash, estremo ma sempre thrash! Cosa? Ora suonano death? Ma nooo, daaai, non sfottere! Questo sarebbe potuto essere un dialogo fra metallari in quegli anni gloriosi. Come detto, il thrash offerto inizialmente dagli olandesi era tirato, brutale e senza compromessi. Mentre Martin, Patrick e Marco desideravano esplorare i limiti del metal, Randy Meinhard, a suo tempo chitarrista, non riusciva a scollarsi dalle forme classiche del genere. Detto fatto: scarta quello che non ti serve e trova qualcosa di nuovo. Con l’arrivo a bordo di Patrick Uterwijk la storia cambiò. Questo musicista dotato di buona tecnica era il partecipante ideale alle scorribande del quartetto. Mi approcciai alla band grazie al chitarrista di un gruppo locale che conoscevo allora. Che anno era? Il 1990, forse. Ero insaziabile di estremismo e di sottosuolo. I Pestilence erano lo spuntino ideale per soddisfare un poco il mio appetito. La copertina… Dio che copertina. Il fatto che questa non abbia ancora vinto il premio della peggiore di tutti i secoli è forse dovuto alla concorrenza degli Anthrax, SDI o altri soci… Le foto dei musicisti però non lasciavano dubbi su cosa aspettarsi all’ascolto. Le loro magliette dei Napalm Death, Carcass, Death e Sadus provocavano un effetto Viagra all’osservatore già prima di posare la puntina del giradischi nei solchi del vinile. Dettaglio inutile: per anni girai con una toppa dorsale di “Consuming Impulse”. Musica e testi mi spazzarono via come se fossi stato vittima di un uragano! “Chronic Infection”, i suoi riff e la voce di Martin Van Drunen sono il mezzo che dovrebbe infilare uno stivale atomico nel deretano di molti musicisti odierni. Come possono permettersi ragazzini di venti e poco più anni di affermare in mia presenza che questo lavoro non sia altro che thrash?! Bimbi belli, venite. Vi offro la benzina, i primi cento li attizzo io, o un bel metrone di corda per togliervi la vostra vita inutile su questo pianeta! Mentre vi toglierete la vita, assisterò ascoltandomi “Out Of The Body”, uno dei pezzi più brutali e privi di compromessi mai prodotti nella storia del metal estremo. Il lavoro di chitarra ivi contenuto è eccelso, la battaglia vocale, normalmente poco utilizzata nel genere, è esemplare. Il vostro funerale è assolutamente superfluo. Festeggerò comunque sulle note di “Reduced To Ashes” il vostro passaggio al Paradiso, fine che vi meritate. Niente più peccati per voi, ahr ahr! Rimpiango di non aver mai vissuto un concerto della formazione capeggiata da Martin Van Drunen. Vidi il gruppo a Flums (CH) dopo l’uscita di quello che personalmente considero un obbrobrio comunque da molti di voi osannato, “Testimony Of The Ancients”. La prestazione era buona, la mancanza di Martin evidente. Da lì cancellai i Pestilence dalla mia lista di gruppi da seguire. I più maturi fra voi si ricorderanno di band come gli Hardware o i Tenebrarum, entrambi messicani, che seguivano in parte lo stesso binario dei signori olandesi. “Echoes Of Death” è forse la prova più lampante a sostegno della mia affermazione. Quelli fra voi che hanno in un modo o l’altro potuto resistere alla mia caterva di maledizioni e feticci voodoo, riconsiderino, pensando alla loro salute, questo capolavoro del death metal. |
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