Informazioni
Gruppo: Hipgnosis
Titolo: Relusion
Anno: 2011
Provenienza: Polonia
Etichetta: Hipgnosis-Art
Contatti: facebook.com/Hipgnosis.band -hipgnosis.pl
Autore: Mourning
Tracklist
1. Cold
2. Cult Of Cargo
3. Dr What
4. The Garden
5. Relusion
6. Large Hadron Collider
DURATA: 01:12:13
Quando penso musicalmente alla Polonia, per "colpa" del mio background metallico, ho nelle orecchie una visione estrema, anche nella sua parte melodica, di ciò che mi possa attendere, eppure in passato fui veramente sorpreso da musicisti come i Millenium e dall'album solista del loro cantante Gall, oggi sono gli Hipgnosis a fornirmi un'ulteriore prova che oltre ad essere un paradiso metallico quella nazione ha altro da offrire.
"Relusion" è il secondo full e terzo lavoro complessivo per il gruppo mitteleuropeo, a quanto pare l'ispirazione per il concept — avrete notato che il titolo potrebbe essere interpretato come le unione delle parole "religion" e "delusion" fate due più due — ha avuto più fonti dalle quali attingere, la primaria è il libro dell'etologo Richard Dawkins "The God Delusion", nella versione italiana "L'Illusione Di Dio", ma nella sezione testi interna al booklet incrocerete citazioni di Thomas Jefferson, Albert Einstein, Arthur Clarke e David Attenborough.
Tali presenze lasciano intendere che l'approccio naturalistico, scientifico e fantascientifico non sia relegato solo a quel preciso ambito e infatti viene tramutato in musica progressiva nella quale le fasi ambientali ed elettroniche sono gradite compagne d'avventura.
Sei capitoli, due dei quali estremamente corposi, l'opener "Cold" e la conclusiva "Large Hadron Collider", che ci concedono spazi sconfinati e atmosfere liquide nelle quali muoverci investiti da psichedelia transitoria, movenze ritmiche che si accendono improvvisamente scomparendo sotto l'influsso spaziale dei sintetizzatori, è una commistione di generi che prevede space-rock, musica cosmica, progressive anni Settanta e neo-prog con un concentrato di salutare visione floydiana; "The Garden" n'è la testimonianza cristallina, a fare da ciliegina sulla torta a ciò che i polacchi hanno immesso negli oltre settanta minuti del disco, in alcuni frangenti un po' troppo diluiti, tuttavia irresistibilmente affascinanti.
L'ascolto di "Relusion" è di quelli che divide sin da subito: da un lato chi non è abituato a sonorità così dilatate e devote al verbo della contaminazione da parte di elementi elettronici potrebbe stentare nel trovare l'appiglio che lo coinvolga, così come gli adoratori del prog potrebbero definire la prova della cantante Kul — per il sottoscritto fantastica, mai invadente e per alcuni elementi intrigante nel richiamare l'islandese Bjork — un po' troppo orientata al "popular"; dall'altro l'espressività e il carisma emergono dirompenti nelle sezioni in cui la chitarra diviene elemento di traino, i solismi inclusi nella titletrack e in "Large Hadron Collier" (ai quali prendono parte Prince Olo e l'ospite Marcin Kruczek dei Nemesiz) alzano decisamente il tiro e innestano un "brio" raffinato e leggiadro alle composizioni, sommati agli aspetti cosmico-lisergici che favoriscono le sensazioni da viaggio posso affermare con tranquillità siano davvero un bel sentire.
La visione artistica degli Hipgnosis è a tutto tondo, se la musica ruota infinitamente in più direzioni, l'artwork e il packaging non sarebbero potuti essere da meno, il digipak apribile a più ante è adornato da due disegni di Tomasz Setowski, "Two World" e "A Chamber Of Earthly Delights", che ha denominato il suo stile con l'appellativo di "Magic Realism", scelta suggestiva e che si accoppia in maniera stuzzicante con le note.
Volete concedervi un'esplorazione al di fuori del mondo metal? "Relusion" potrebbe fare al caso vostro. Siete appassionati del sound dei Floyd e di gente come Jean Michel-Jarre e i Tangerine Dream? Anche in questo caso la band vi risulterà interessante.
Cosa serve per farsi amici gli Hipgnosis? Un po' di tempo da dedicare all'album, una stanza vuota nella quale far riecheggiare i pezzi e la vostra attenzione, in quel momento cercate di essere solo voi e loro, spingete il mondo al di fuori da quello spazio e una volta premuto il tasto "play": viaggiate.
Gruppo: Hipgnosis
Titolo: Relusion
Anno: 2011
Provenienza: Polonia
Etichetta: Hipgnosis-Art
Contatti: facebook.com/Hipgnosis.band -hipgnosis.pl
Autore: Mourning
Tracklist
1. Cold
2. Cult Of Cargo
3. Dr What
4. The Garden
5. Relusion
6. Large Hadron Collider
DURATA: 01:12:13
Quando penso musicalmente alla Polonia, per "colpa" del mio background metallico, ho nelle orecchie una visione estrema, anche nella sua parte melodica, di ciò che mi possa attendere, eppure in passato fui veramente sorpreso da musicisti come i Millenium e dall'album solista del loro cantante Gall, oggi sono gli Hipgnosis a fornirmi un'ulteriore prova che oltre ad essere un paradiso metallico quella nazione ha altro da offrire.
"Relusion" è il secondo full e terzo lavoro complessivo per il gruppo mitteleuropeo, a quanto pare l'ispirazione per il concept — avrete notato che il titolo potrebbe essere interpretato come le unione delle parole "religion" e "delusion" fate due più due — ha avuto più fonti dalle quali attingere, la primaria è il libro dell'etologo Richard Dawkins "The God Delusion", nella versione italiana "L'Illusione Di Dio", ma nella sezione testi interna al booklet incrocerete citazioni di Thomas Jefferson, Albert Einstein, Arthur Clarke e David Attenborough.
Tali presenze lasciano intendere che l'approccio naturalistico, scientifico e fantascientifico non sia relegato solo a quel preciso ambito e infatti viene tramutato in musica progressiva nella quale le fasi ambientali ed elettroniche sono gradite compagne d'avventura.
Sei capitoli, due dei quali estremamente corposi, l'opener "Cold" e la conclusiva "Large Hadron Collider", che ci concedono spazi sconfinati e atmosfere liquide nelle quali muoverci investiti da psichedelia transitoria, movenze ritmiche che si accendono improvvisamente scomparendo sotto l'influsso spaziale dei sintetizzatori, è una commistione di generi che prevede space-rock, musica cosmica, progressive anni Settanta e neo-prog con un concentrato di salutare visione floydiana; "The Garden" n'è la testimonianza cristallina, a fare da ciliegina sulla torta a ciò che i polacchi hanno immesso negli oltre settanta minuti del disco, in alcuni frangenti un po' troppo diluiti, tuttavia irresistibilmente affascinanti.
L'ascolto di "Relusion" è di quelli che divide sin da subito: da un lato chi non è abituato a sonorità così dilatate e devote al verbo della contaminazione da parte di elementi elettronici potrebbe stentare nel trovare l'appiglio che lo coinvolga, così come gli adoratori del prog potrebbero definire la prova della cantante Kul — per il sottoscritto fantastica, mai invadente e per alcuni elementi intrigante nel richiamare l'islandese Bjork — un po' troppo orientata al "popular"; dall'altro l'espressività e il carisma emergono dirompenti nelle sezioni in cui la chitarra diviene elemento di traino, i solismi inclusi nella titletrack e in "Large Hadron Collier" (ai quali prendono parte Prince Olo e l'ospite Marcin Kruczek dei Nemesiz) alzano decisamente il tiro e innestano un "brio" raffinato e leggiadro alle composizioni, sommati agli aspetti cosmico-lisergici che favoriscono le sensazioni da viaggio posso affermare con tranquillità siano davvero un bel sentire.
La visione artistica degli Hipgnosis è a tutto tondo, se la musica ruota infinitamente in più direzioni, l'artwork e il packaging non sarebbero potuti essere da meno, il digipak apribile a più ante è adornato da due disegni di Tomasz Setowski, "Two World" e "A Chamber Of Earthly Delights", che ha denominato il suo stile con l'appellativo di "Magic Realism", scelta suggestiva e che si accoppia in maniera stuzzicante con le note.
Volete concedervi un'esplorazione al di fuori del mondo metal? "Relusion" potrebbe fare al caso vostro. Siete appassionati del sound dei Floyd e di gente come Jean Michel-Jarre e i Tangerine Dream? Anche in questo caso la band vi risulterà interessante.
Cosa serve per farsi amici gli Hipgnosis? Un po' di tempo da dedicare all'album, una stanza vuota nella quale far riecheggiare i pezzi e la vostra attenzione, in quel momento cercate di essere solo voi e loro, spingete il mondo al di fuori da quello spazio e una volta premuto il tasto "play": viaggiate.