Informazioni
Gruppo: Doomed
Titolo: In My Own Abyss
Anno: 2012
Provenienza: Germania
Etichetta: Solitude Productions
Contatti: facebook.com/doomedband
Autore: Mourning
Tracklist
1. Downward
2. Alone We Stand
3. The Ancient Path
4. A Wall Of Your Thrones
5. Restless
6. Leave
7. Oh You, Wide Steppe...
DURATA: 01:04:17
I Doomed sono il progetto solista del tedesco Pierre Laube recentemente accasatosi con la Solitude Productions, che ne ha rilasciato il secondo capitolo discografico "In My Own Abyss" e sta curando la riedizione di "The Ancient Path".
Il death/doom proposto in questa uscita è consequenzialmente affine a quello del debutto sia per impatto che per esigenza melodica e impostazione vocale, è quindi una evoluzione a piccoli passi quella che viene messa in atto dal musicista partendo da basi consolidate.
In fin dei conti le due produzioni sono state immesse in circolazione a distanza di una decina di mesi ed era quindi supponibile che i cambiamenti e le migliorie non potessero essere eccessive, anche se ci si ritrova all'orecchio la sensazione di confrontarsi con una forma canzone già alquanto delineata, matura e fornita di una produzione ben più che soddisfacente.
"In My Own Abyss" è un monolite la cui colorazione grigia è varia, alcune sezioni sono più intense e cineree, altre maggiormente fascinose e perlacee, ciò è dovuto alla scelta costante di coniugare un riffato inflessibile e granitico a un'esibizione melodica che sa sedurre, fondendo ai rallentamenti cavernosi che segnano indelebilmente il passaggio un growl disumano.
È un decadere assoluto che non viene mai interrotto, non c'è un attimo di quiete o alcuna presenza femminile che da comparsa riesca a interrompere la sensazione perenne di essere sotto scacco: un'insidia si nasconde minacciosa dietro l'angolo pronta a farci male.
Non lasciatevi ingannare dall'andamento a fisarmonica del disco, compresso e devastante inizialmente, con "Downward" che in maniera evidente rappresenta l'incarnazione più rude e rocciosa interna alla scaletta, per poi via via tentare di scrollarsi di dosso quella pesantezza megalitica tramite un rafforzamento del settore atmosferico verso territori più suggestivi ed evocativi; tale punto infatti non causa una rottura degli schemi, poiché non vi è uno stacco netto che ne garantisca l'avvenire.
È un progredire stabilizzato e mantenuto su una cadenza emotiva ben precisa, lo si nota nel percorso segnalato da stazioni importanti quali "Alone We Stand" e l'accoppiata pre-conclusiva composta da "Restless" e "Leave", che ci consegnano la chiusura dell'album con il contraltare ideale dell'opener, "Ах ты, степь широкая", cover di una canzone folk tradizionale russa.
Le premesse per costruire un futuro che dia visibilità al nome Doomed ci sono davvero tutte, il supporto di una fra le migliori etichette del settore e due produzioni che vale la pena conoscere giocano nettamente a favore di Pierre Laube. Riuscirà anche a portare la sua creatura in giro dal vivo? Vedremo, sarebbe una mossa indovinata e che gli garantirebbe ulteriori riscontri dal cui trarre vantaggio.
Augurandoci quindi di poter presto ascoltare un nuovo capitolo targato Doomed, vi consiglio vivamente di incrociare la vostra strada con quella dell'artista tedesco.