Informazioni
Gruppo: Agony Lords
Titolo: A Tomb For The Haunted
Anno: 2012
Provenienza: Messico
Etichetta: Chaos Records
Contatti: facebook.com/agony.lords
Autore: Mourning
Tracklist
1. Enter The Mausoleum
2. Raising The Occult
3. Dead Eyes
4. The Spirit In The Tower
5. Emily
6. Witches Board
7. Writer Of The Dead
8. The Phantom Book
9. The Tree Of The Hanged
10. A Tomb For The Haunted
DURATA: 54:42
I messicani Ripping Flesh erano una creatura death metal sorta nel 1989 e che quattro anni dopo la propria nascita decise di cambiare nome tramutandolo in Agony Lords.
Da quel 1993 sino a oggi la band è risultata non troppo prolifica, mettendo a disposizione del nostro udito soltanto due lavori rilasciati sul finire degli anni Novanta: prima "The Sun Of The Cursed" (1997) e successivamente "Nihilist Passion", anticipati dall'unico demo "Unions" (1993) e inframezzati dallo split "Ab Imo Pectore / Unions" in compagnia dei connazionali Dies Irae.
Trascorsi diversi anni in una fase d'ibernazione del progetto, hanno ripreso l'attività con la seguente formazione: al fianco dei due fondatori — il batterista Oscar Piñon e il cantante Lord Brave — sono rimasti fedeli i compagni di lunga data Oscar Barami alla chitarra e Oscar Lopez al basso, mentre l'unica nuova entrata sembra quindi essere la seconda ascia Jorge, al posto di Saùl Flores.
Qualcosa ha iniziato veramente a muoversi e sul finire del 2012 è stato concepito il terzo capitolo discografico "A Tomb For The Haunted". Cosa suonano oggi gli Agony Lords? I tempi del death metal sono lontani, la proposta è alquanto varia e vede confluire al proprio interno sonorità che portano a riferimenti noti e ben precisi. Ascoltando "Dead Eyes" incapperete in un incipit di stampo Testament e un suono che in genere troverà invece nei Paradise Lost di "Icon" un punto d'appoggio importante.
La figura dei Sentenced in piena evoluzione del periodo "Amok" — quelli con Taneli Jarva dietro al microfono — vi verrà incontro in più di una circostanza, a esempio palese potete prendere in considerazione "The Spirit In The Tower", mentre la dose di heavy metal di cui si fa carico "Emily" invoca paternità stranamente distinte, pare vi siano echi forti dei Venom e inflessioni piacevolmente Queensrÿche in un paio di riff, tanto da rimembrare ciò che tirò fuori De Garmo con la sua sei corde negli anni Ottanta.
"A Tomb For The Haunted" si ripromette di elaborare su di un concept classicamente legato al mondo horror una musica che lo raffiguri in maniera ampia, vi sono perciò frangenti nei quali è impossibile non notare entità tutelari quali King Diamond e Deceased, altri nei quali il thrash dei Kreator ("The Phantom Book") si presta a dare il suo personale contributo all'opera riuscendoci in pieno.
Quella degli Agony Lords è una prestazione che allontana qualsiasi dubbio connesso allo stato di "band risorta" o alle possibili perplessità circa le molteplici autorità metal chiamate in causa. Il songwriting appassionante e l'atmosfera tetra, ma non poi così tanto in fin dei conti, espressa in episodi veramente ben fatti come "Raising The Occult" e il binomio posto in coda formato da "The Three Of The Hanged" e dalla lunga titletrack bastano e avanzano per convincere.
Il genere? Non perdo tempo nel cercare di classificarli e consiglio anche a voi di fare lo stesso, l'album dà piena soddisfazione proprio perché costantemente ibrido e tuttavia privo di cadute di stile e improvvisazioni melodiche da "Gothenburg style" di serie Z.
Se siete amanti del panorama classico o preferite una visione leggermente più estrema e capace di convivere con quste sonorità, "A Tomb For The Haunted" troverà il modo di accontentare le vostre richieste, tenete quindi in considerazione di condividere un po' del vostro spazio con gli Agony Lords.
Il disco è stato prodotto anche in una tiratura limitata di cinquecento copie nelle quali è presente una cover di "The Torture Never Stops" degli W.A.S.P. e un dvd che racchiude video, un archivio fotografico e ulteriori chicche: che siano motivi in più per accaparrarselo? Magari per qualcuno lo diverranno, l'importante è puntare sempre e solo all'originale.