Informazioni
Gruppo: Chaos Echœs
Titolo: Tone Of Things To Come
Anno: 2012
Provenienza: Francia
Etichetta: Chaos Echoes Products
Contatti: facebook.com/chaosechoes
Autore: Mourning
Tracklist
1. R I S E
2. Interzone I
3. The Innermost Depths Of Knowledge
4. Interzine II
5. Black Mantra
6. Weather The Storm
DURATA: 39:25
Gli Uibo son tornati e io son contento! Kalevi e Ilmar, le menti dei Bloody Sign, formazione francese di death metal maligno e ritualistico, avevano sciolto quel patto malefico, ponendo fine a un capitolo musicale a me assai gradito.
La rinascita prende spunto dal decesso avvenuto: i due musicisti ripartono infatti dal passato, il nuovo nome Chaos Echœs è innegabilmente legato alla loro prima creatura, il sound ne è l'ennesima evoluzione che si accinge a disseminare terrore, ostilità e nero nei padiglioni auricolari degli incauti ascoltatori.
La formazione — oltre ai due artisti citati impegnati a coprire i ruoli di batterista (Ilmar) e chitarrista/cantante (Kalevi) — ha trovato altri due alleati niente male in Etienne Testart, che Aristocrazia Webzine conosce bene in qualità di cantante e chitarrista dei Children Of Doom, nonché militante negli Evisceration, e Stefan Thanneur al basso oltre che curatore unico della sezione grafica.
La musica stessa di questi Chaos Echœs attinge dalle fondamenta erette negli anni dalla solida ditta Bloody Sign, vi sono però una essenza magmatica e un'espressione malevola distorta notevolmente acuita da una discesa costante che lascia dietro di sé l'umano per valicare il limite del corporeo.
Il disco è di stampo altamente spirituale ed evocativo, all'interno vi confluiscono frangenti distensivi grevi e abissali che fanno pensare a un incrocio fra Portal e Necros Christos, la matrice è intrisa da venature un po' Morbid Angel e un po' Incantation.
L'ascolto equivale a scegliere coscientemente di vivere in un girone infernale, sapendo che non vi è modo di scappare.
Non è una questione di velocità, non è una questione di tecnica, la ruota macerante che gira e rigira viene alimentata da una sequenza infinita di sensazioni che decadono, massacrate da turbolenze innescate da una sequenza d'odio crescente.
L'opener strumentale "R I S E" n'è l'innesco, una marcia trionfante in cui le tenebre decretano la loro invasione, mentre le due fasi d'intermezzo a titolo "Interzone" non fanno altro che alimentare e istigare l'atmosfera, elettrizzandola e annerendola ulteriormente.
Tocca quindi ai capitoli nei quali appare la sezione vocale recitare "la parte del leone", come accade nella bestiale "The Innermost Depths Of Knowledge", in cui la voce tormentata, scevra da ogni forma di sanità mentale, e le tastiere incidono rendendo l'aria ancora più malata.
"Tone Things To Come" è l'inno di una religione che osanna la Morte, la distruzione e ciò che a esse è affine, con "Black Mantra" l'orrore che si tramanda di secolo in secolo pare echeggiare in maniera roboante; Ilmar è cattivo e seducente nella sua interpretazione ritmica, mentre la follia divampa nell'esecuzione di "Weather The Storm", brano in cui l'essenza stessa dei Chaos Echœs è in bilico costante tra l'oscenità e il marasma del death, l'affossarsi del doom e il macabro sentore di un paio di tagli atmosferici al limite con l'emozione black.
Tutti questi elementi forniscono quell'ambientazione da rito in corso che in realtà non è mai venuta meno.
L'ho detto all'inizio del testo e lo ripeto: sono contento della decisione presa dagli Uibo di rimettersi subito in gioco e non avrei potuto sperare di meglio, un disco come questo è una signora uscita, un concentrato di autorevolezza tramutata in note che mi auguro abbia presto un seguito.
L'album è un'autoproduzione, vi è però la versione vinile della quale si è occupata la Debemur Morti, che sia il possibile contatto per una collaborazione futura a più ampio raggio? Non ci rimane che stare sintonizzati e attendere notizie in tal senso, per ora cercate di far vostro "Tone Of Things To Come", ne vale davvero la pena.