lunedì 4 marzo 2013

BLAZE OF SORROW - Echi


Informazioni
Gruppo: Blaze Of Sorrow
Titolo: Echi
Anno: 2012
Etichetta: Sun & Moon Records
Provenienza: Italia
Contatti: Facebook - Myspace
Autore: Akh.

Titletrack
1. All'Ignoto
2. Empatia
3. In Memoria
4. Il Soffio Del Sole
5. Alberi
6. Echi
7. Ma Il Vento Ricordò Il Mio Nome...
8. Aspettando Il Tempo

DURATA: 52:32

I mantovani Blaze Of Sorrow esordiscono su Aristocrazia Webzine grazie a "Echi", realizzato dalla Sun & Moon Records. Non sono comunque di primo pelo, in quanto si tratta del terzo lavoro sulla lunga distanza prodotto dai lombardi. Oramai chi ci segue saprà quanto mi piaccia rimarcare la qualità espressa dal B.M. italico che sta sfornando creazioni preziose e intrise di emanazioni sonore di assoluto valore ed "Echi" ne entra a far parte di buon diritto a mio avviso.

Il tasso di emotività dei Blaze Of Sorrow è molto alto, se dovessi determinarne una fisionomia potrei citare: la virulenza dei Funera Edo, la poeticità sublime degli Janvs di "Vega", l'approccio sognante dei Movimento D'Avanguardia Ermetico, quello più ruvido ed epico dei Criptum, mentre guardando fuori dai confini patrii menzionerei i primi Ulver per l'aggressione silvestre e gli Alcest di "Souvenirs D'Un Autre Monde" per gli spaccati riflessivi e melanconici. Tutto questo senza mai derivare dai gruppi sopra citati, ma incanalando questa alchimia unicamente sotto il nome di Blaze Of Sorrow. Chiunque si ritenga un ascoltatore di B.M. dalle tinte atmosferiche e introspettive rimarrà affascinato dai quasi cinquantatré minuti che Peter ha saputo intagliare in questi otto brani, dove è il sentimento a farla da padrone, dove è l'anima ferita a rilasciare note colme di introspezione che a volte esplodono in frangenti belluini, ma che una volta terminato il ciclo rimandano sempre alla pendente falce della Signora Morte.

Senza mai venir menzionata, la Sorella Nera è la vera figura predominante di questo disco, il fatto che l'ultimo atto della nostra vita sia comunque unico crea quella dimensione distaccata e visionaria in cui la bellezza del "creato" è percepita come fragile momento, come istante accecante in cui ci si è imbattuti quasi fortuitamente, aprendo ferite sulla pelle delicata di questo spirito battagliero e sentimentalmente travagliato; un bivio senza scelta in cui il momento aureo è l'ascesi naturale, dimenticando questa sofferente e incantata illusione.

Come non farsi rapire da "Alberi" e dalla sua chitarra acustica, dagli arrangiamenti che ritraggono distacco e tristezza profonda, dalla strumentale "In Memoria" che si fonde con "Il Soffio Del Sole" e il suo break permeato di introversione e ribellione, così come accade nella rabbiosa "Echi", ma è veramente inutile continuare a citare titoli, ogni momento ha il suo perché, ogni frammento è uno spaccato pulsante, ogni parola un gemito furioso, una lama di sofferenza.

A tutti gli amanti del movimento B.M. Shoegaze consiglio vivamente di lasciar perdere certi signori d'oltralpe (Alcest) e tutti i cloni derivati da loro, qua c'è un gruppo dal potenziale enorme che attende di elargire il proprio sentire, il proprio ardore, il proprio essere, con un bilanciamento di valori assolutamente di rilievo, il sostegno quindi posso assicurarvi è più che meritato.

Una marea di note ci investe, fatta di arpeggi, di riff taglienti, di stacchi pennati, di intrecci solisti, il tutto per rievocare un disegno romantico, decadente, disperato, angosciosamente violento su riflessi che drappeggiano sottotinte pallidamente velate, in cui rifulgono in contrasto lampi aurei su ghiacciai lontani.

Questa è l'ultima visione, questo è l'ultimo eco.

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