Informazioni
Gruppo: Gestos Grosseiros
Titolo: Countdown To Kill / Satanchandising
Anno: 2007 - 2011
Provenienza: Brasile
Etichetta: Autoprodotto / Rapture Records
Contatti: facebook.com/gestosgrosseiros
Autore: Mourning
Tracklist "Countdown To Kill"
1. Lord Of The Lie
2. Chaos Domination
3. Help!
4. Countdown To Kill
5. Human Destruction
6. Mind Beyond
7. Zone Of Death
8. Take Your Cross
DURATA: 41:05
Tracklist "Satanchandising"
1. Humanity Victory (Kill By Power)
2. Slaves Of Imagination
3. Mirror Of Death
4. Satanchandising
5. Evil Witness
6. Predator Of Soul
7. Attack
8. Brutality Century
9. Religions Plague
10. Stronger Than Never
11. Extreme Aggression [versione demo, cover Kreator]
DURATA: 48:09
Il bello dell'arte e della vita in genere è che non si finisce mai d'imparare e scoprire cose nuove. Nella musica nello specifico conoscere band delle quali non avevi la minima idea dell'esistenza molte volte ha portato con sé riscontri positivi, stavolta sono i brasiliani Gestos Grosseiros ad avere allietato i miei pomeriggi. La formazione di Guarulhos (São Paulo) è di quelle rimaste parecchio nell'ombra, era nata come una cover band dei Metallica, ma si è spostata sul death ed è in attività dal lontano 1996, quindi si parla di oltre tre lustri di carriera nei quali però le produzioni sono state davvero poche: sinora ha pubblicato due demo ("No Rest" e "First Pain", rispettivamente nel 2001 e 2003) e due full ("Countdown To Kill" e "Satanchandising", datati 2007 e 2011).
I lavori più corposi e importanti sono quelli di cui vi scrivo, ho avuto il piacere di riceverli grazie alla disponibilità del batterista cantante Andy Souza, attualmente accompagnato in questa avventura da Danilo Dill al basso e Kleber alla chitarra. Il sound al quale erano e sono totalmente devoti è quello old school, c'è tanta Florida, con influenze del panorama thrash in genere evidenti (Metallica, Slayer, Kreator, etc.) e non vi sono concessioni a nessun tipo di modernismo o ricerca del fronzolo. Le composizioni sono schiette, cattive quanto basta e adornate da melodie che esulano dall'essere orecchiabili, emanando un feeling heavy alle volte notevole, ascoltando la titletrack "Countdown To Kill" ne avrete la conferma.
In quel disco il growl dell'allora cantante e bassista Indìo si presentava profondo e gorgogliante, la batteria di Andy robusta e non troppo elaborata, adatta a fornire basi solide e pesanti, tirando alla vecchia maniera e pestando in stile fabbro, mentre le chitarre rozze e gli inserti solistici di Bruno e Kleber — puntuali e adrenalinici come avviene in "Mind Beyond" e "Zone Of Death" — completavano un quadro nel complesso noto, ma allo stesso tempo invitante. In occasione di brani come "Lords Of The Lie", "Help!" e "Take Your Cross" invece sembrava proprio che i brasiliani ordinassero alle lancette dell'orologio di andare indietro negli anni e la cosa è stata particolarmente gradita.
Quel primo album ebbe un rilascio un po' travagliato, essendo già completo nel 2006, ma venendo distribuito soltanto nel 2008, poi si dovette attendere il 2011 per vedere ultimato il successore "Satanchandising". La formazione subì un rimodellamento, passando da quattro elementi a tre, con la dipartita di Bruno e Indìo: mentre per il primo non fu scelto un sostituto, affidando l'operato della sei corde al solo Kleber, il basso e la voce vennero stavolta suddivisi rispettivamente fra l'entrante Danilo e lo stesso Andy con risultati più che piacevoli. Questi cambiamenti comunque non incisero sul valore della prova prodotta. Il disco conferma infatti l'attitudine e le pulsazioni che caratterizzavano "Countdown To Kill", una creatura che si rivolge con lo sguardo costantemente al passato. Il death metal dei Gestos Grosseiros è rude, tecnicamente si è innalzato un po' il livello con gli arrangiamenti che sembrano più fluidi e le dinamiche maggiormente definite, senza però per questo intaccare l'irruenza e la voglia di pestare che trasudano passione sin dalla traccia in apertura "Humanity Victory (Kill By Power)".
È la passione a tenere banco per l'intera durata della sessione d'ascolto ed è inevitabile incappare qua e là in déjà-vu più o meno evidenti, la bravura del gruppo sudamericano è racchiusa però nella capacità di non strafare, dando comunque un'impronta chiara alla propria musica. I cliché vengono rispettati, i suoni in altrettanta maniera hanno ricevuto un trattamento lievemente più accurato rispetto a quelli del precedente album, divenendo più corposi e distinguibili, ma non meno pesanti. Ci si ritrova così all'orecchio canzoni come "Mirror Of Death", "Satanchandising" e "Religion Plague" che — attenendosi alla lezioni impartite dai grandi — adempiono al loro dovere in maniera esemplare. La chiusura della tracklist è infine nelle mani dell'esecuzione amarcord di "Extreme Aggression" dei Kreator, a sottolineare ancora una volta l'intensa relazione affettiva che i nostri possiedono nei confronti del thrash.
I Gestos Grosseiros sono una band che onestamente e in maniera operaia suona i propri pezzi e crede in quello che fa, avrete compreso che non porteranno con sé chissà quale ventata d'aria fresca o credenziali particolari, puntando invece sulla bontà di una proposta integra nel carattere e nella forma, che ci dona buona musica. Per il sottoscritto è sufficiente, per voi sarà lo stesso? Provate e lo scoprirete.