Informazioni
Gruppo: Deathmarched
Titolo: Spearhead Of Iron
Anno: 2012
Provenienza: Finlandia
Etichetta: Violent Journey Records
Contatti: facebook.com/deathmarched
Autore: Mourning
Tracklist
1. Eve Of The Battle
2. Go War
3. Open Fire!
4. Death Master
5. In The Gory Fields Of Death
6. Iron Coffins
7. Sonderkommando III
8. Massmurderer
9. Sniper
10. The Witch Of Horror
11. Deathmarched
DURATA: 37:13
La formazione finnica dei Deathmarched è composta da veterani della scena, musicisti che ormai da anni solcano il panorama estremo avendo fatto parte, o facendone tuttora, di gruppi quali God Forsaken, Putrid, Bloodride, Funeral Planet, Veristi, Cryptic e Unshine. Perché dar vita a una nuova creatura allora? Chi lo sa, fatto sta che il 2012 per loro è stato l'anno del debutto con "Spearhead Of Iron", una classica incarnazione di death metal nella quale si fondono la matrice thrash, le scanalature profonde fornite dal groove e quel piglio epico battagliero riconducibile a più nomi, tutti distinguibilissimi.
Potrei mettermi qui a scrivere una lista di band che influenzano palesemente il suono dei Deathmarched, ma — dato che sono veramente evidenti — eviterei di dilungarmi, anche perché il difetto più grande insito nel disco è quello di seguirne pedissequamente le orme. Pur nutrendosi con devozione dello stesso spirito, la prestazione manca di quella vitalità che il passato del genere possiede. "Spearhead Of Iron" è pesante, duro e rozzo quanto basta, tira fuori i denti in un paio di circostanze ("Go War", "In The Glory Fields Of Death", "Sonderkommando III", "Massmurderer"), le quali fanno sperare in un cambio di marcia, o quantomeno in una presa di posizione, che possa garantire una "sveglia" alla fiera conquista che sembra sia in atto e che invece si pone appiattita nel corso della scaletta.
Intendiamoci, il disco è tutt'altro che definibile brutto e chi ama il death metal suonato e vissuto alla vecchia maniera lo gradirà come compagnia da infilare nello stereo. Gli si può chiedere però di affiancare l'orecchio esclusivamente in quel ruolo, poiché difficilmente troverà una strada che lo conduca a divenire un ascolto fisso e perpetuato nel tempo.
I Deathmarched hanno le idee ben chiare, sono sicuro che il futuro li vedrà proseguire su questa rotta e ciò che si chiede a coloro che suonano questo genere da una vita è di mettere un po' di se stessi all'interno del proprio lavoro. I musicisti interpretano il death con professionalità e con la conoscenza di chi questo mondo lo vive da una vita, adesso serve un pizzico di pepe "personale" nella proposta, renderla insomma compositivamente meno "canonica" e, se vi riuscissero, da lì in poi si parerebbe loro dinanzi una via in sola discesa.
A chi consigliare un album come "Spearhead Of Iron"? Ovviamente agli adoratori dell'old school senza compromessi. Se appartenete a tale cerchia d'ascoltatori, almeno una possibilità gliela dovreste dare.