Informazioni
Gruppo: Pain Is
Titolo: God Particle
Anno: 2012
Provenienza: Austria
Etichetta: Noisehead Records
Contatti: facebook.com/PainIs1
Autore: Mourning
Tracklist
1. One Set Go
2. Climax
3. Today
4. Reload My Gun
5. End Of The Game
6. Left All Behind
7. Let Em Pay
8. What We Are
9. Save Me
DURATA: 47:33
La gavetta serve. Qualcuno ormai potrà affermare sia inutile, dato il numero di debutti che fuoriescono praticamente dal nulla, eppure le vere fondamenta di una band dovrebbero solidificarsi soltanto tramite una lunga convivenza, il modellarsi di passo in passo e l'esperienza live più frequente possibile. Un po' quello che è avvenuto nei Pain Is. La formazione austriaca gira internamente al mondo metallico dal 2001 e dopo tre album autoprodotti ("Here Comes The Pain" del 2003, "Painic" del 2005 e "Painback" del 2009) arriva l'accordo con la Noisehead Records che si presta a divenire l'appoggio ideale per dare vita al quarto lavoro "God Particle".
Il sound viaggia decisamente orientato su frequenze moderne, abbiamo tanto groove e partiture heavy/thrash che vengono "macchiate" da un'attitudine nu-metal non proprio celata. Una natura ibrida insomma, che porta alla ribalta tanti nomi noti a coloro che ascoltano metalcore e ciò che è rimasto dell'ondata nu del 2000, quindi Killswitch Engage, Godsmack e Disturbed sono fra le presenze che potrete riscontrare senza particolari patemi nella ricerca dell'entità guida di una band che sembra mancare ancora di una personalità propria, pur destreggiandosi con discreti risultati.
Il riffing e la batteria preferiscono adagiarsi, perseguendo strade conosciute e sicure, puntando più sulla semplicità d'effetto il primo e sulla rocciosità intransigente la seconda, così facendo la prova non spicca di certo per dinamicità. Nonostante ciò, possiede tuttavia un paio di episodi alquanto piacevoli quali l'apertura "One Set Go", "Today", "End Of The Game" e "Left All Behind", dove tra l'altro si fa apprezzare la prestazione del cantante Jerome Jaw. La sua voce è una via di mezzo tra Dave Draiman e Matthew Barlow, con la pecca però di soffrire in alcuni momenti di un'impostazione un po' troppo schematica — che la rende fredda all'ascolto, anche se dopo un paio di giri comunque questa sensazione inizia a scemare — e di volere forzare, annettendo frangenti al limite col growl che non convincono pienamente, come potrete udire voi stessi in "Reload My Gun".
Non c'è molto da poter "criticare", formalmente il disco scorre via in maniera piacevole, sono più gli alti che i bassi e l'unico aspetto sul quale riflettere davvero è la longevità che potrà acquisire o meno all'interno dei vostri ascolti programmati. "God Particle" è da considerarsi il vero inizio dei lavori per i Pain Is, c'è da elaborare il songwriting, dimostrando così di essere capaci di andare oltre una gradita riproposizione di standard stilistici ormai assorbiti dai più. Da questo punto di vista non credo che gli austriaci dovrebbero trovare sul loro percorso delle grosse difficoltà, le motivazioni e la voglia di fare non mancano, la militanza decennale n'è la prova.
Non rimane che dar loro il modo di convincervi, provate a dedicare del tempo a questi musicisti e, se le formazioni che ne alimentano il suono vi fossero ben più che familiari, passerete di certo dei buoni momenti in compagnia di "God Particle".