Informazioni
Gruppo: The Dry Mouths
Titolo: And Show Us
Anno: 2013
Provenienza: Spagna
Etichetta: Aneurisma Records
Contatti: thedrymouths.com
Autore: Dope Fiend
Tracklist
1. Harry Reems
2. Aid Teken Dogs
3. Song 4444
4. RR En RF
5. Intermental III
6. No Name / Not Named / Nameless
7. Ray Monk
8. Forza E.T
9. Indelible
10. A Song For Candela
11. Dawn The Star
DURATA: 56:45
Sono passati appena due mesi da quando vi parlai di "Moon's True Delay Lenght Wah Foo Era", secondo album degli spagnoli The Dry Mouths, e ora ho già il piacere di presentarvi il successore "And Show Us". Ulteriore appagamento mi viene infuso dal fatto che, anche questa volta, possiamo dare ampiamente credito al detto secondo cui il terzo disco sarebbe quello della maturità.
Andiamo però con ordine: le caratteristiche dell'uscita precedente non sono state stravolte; con "Harry Reems", "Ray Monk" e l'agrodolce "Indelible" abbiamo dunque a che fare con un Rock tipico per gli Anni Novanta, un Rock dal potenziale radiofonico (non lasciatevi trarre in inganno da tale espressione) pieno di qualità e povero di ruffianeria da classifica, in cui si inseriscono rapporti dal classico sapore alternativo americano e certe correnti che lambiscono le coste del movimento Indie tipico delle terre d'Albione. Sono poi semplicemente stupendi pezzi come "Aid Teken Dogs", "Song 4444" e "No Name / Not Named / Nameless" ove viene eretta una muscolarità di colore grigiastro che ci catapulta dritti dritti nella Seattle di vent'anni fa, nel bel mezzo dell'esplosione Grunge. Come è ovvio che sia, dunque, abbiamo Nirvana e Alice In Chains a fare da aprifila verso una forma espressiva contorta, disillusa e duramente provata dall'angoscia della vita.
Non finisce qui: "RR En RF" e "Forza E.T" sono gli episodi in cui la forma del Rock finora ascoltato inizia a odorare di polvere riarsa, in cui le movenze sfacciate e grezze dello Stoner si accoppiano con i tratti alternativi dei Queens Of The Stone Age, ma senza mai abbandonare del tutto l'impronta Grunge e, di conseguenza, rimembrando in certe occasioni alcune delle sfaccettature dello stile Soundgarden. Ciò che è impossibile da non notare è come il trio di musicisti sia in grado di destreggiarsi agevolmente all'interno degli umori cangianti della scaletta, tra una componente da disturbato e visionario viaggio mentale (la lunga "Dawn The Star"), atmosfere nervose ("Intermental III") e desolate malinconie ("A Song For Candela"); la voce è altresì lodevole per la capacità di modellarsi, seppur con minime mutazioni, a seconda della venatura emozionale in quel momento prediletta.
Concludendo, vorrei ancora segnalarvi che sul sito della band è possibile scaricare in maniera gratuita tutti e tre i lavori prodotti finora. Non penso di avere altro da dire, perché a questo punto avrei già dovuto convincervi della bontà della proposta dei The Dry Mouths. Ascoltate sempre con una certa dose di nostalgia dischi appartenenti alle razze e agli anni tirati in ballo? Allora "And Show Us" fa davvero per voi, un album veramente molto bello che non dovreste proprio perdervi!