lunedì 6 maggio 2013

LILIUM SOVA - Epic Morning

Informazioni
Gruppo: Lilium Sova
Titolo: Epic Morning
Anno: 2012
Provenienza: Svizzera
Etichetta: Calofror Records
Contatti: facebook.com/liliumsova
Autore: Mourning

Tracklist:
1. 1.00 a.m. Locked-In Syndrom
2. 2.00 a.m. Insomnia
3. 3.00 a.m. Call Of Sova
4. 4.00 a.m. Parasomnia
5. 5.00 a.m. Premonition
6. 6.00 a.m. Ondine's Curse
7. 7.00 a.m. Dawn Of Sweet Villain
8. 8.00 a.m. Epic Morning

DURATA: 52:31

La Svizzera sta tirando fuori band fantastiche una dietro l'altra. Il movimento che attinge da generi come post-metal, mathcore, progressive rock e free jazz (con nomi quali Kehlvin, Aside From A Day, Process Of Guilt, Rorcal, Unfolg, Yog, Knut e tanti altri) sta arricchendo un panorama che è di per sé in costante crescita. I Lilium Sova però me li ero proprio persi. Il trio di Ginevra — composto da Cyril Chal (basso), Timothée Cervi (batteria) e Michael Borcard (sax e tastiere) — si cimenta in un "pastone" musicale che non segue coordinate ben precise. Sembra d'incrociare una collisione fra Zu, Mike Patton, Primus, Dillinger Escape Plan e colonne sonore varie, non si comprende tuttavia se siamo all'interno di un film horror o centrifugati intellettualmente da atmosfere devianti alla David Lynch. In pratica è un massacro che non rinnega uno sfregarsi incendiario né una placida forma di grigiore nebbioso.

In questo strano excursus dal titolo "Epic Morning", la band ci racconta in note quello che avviene nelle ore che conducono dall'inizio di una nuova giornata sino al risveglio qui indicato per le otto, con il passaggio dalla mezzanotte all'una papabile come il "fresh start" quotidiano. Durante questo lasso di tempo lo scenario che si verrà a delineare sarà tutt'altro che accostabile a una dormita salutare e dedita al recupero delle forze. La prestazione quasi del tutto devota all'esecuzione strumentale dei brani è squilibrata e disarmonica, con la voce dell'ospite Yonni Chapatte (Kehlvin e Yog) che appare in "7.00 a.m. Dawn Of The Sweet Villain". Immaginate di essere sulle montagne russe e avere la certezza che la giostra in questione sia fuori controllo: ecco, i Lilium Sova non amano il controllo e quindi divampano e si spengono, azzardano accelerazioni assordanti e ritmiche scomposte, per poi tornare sui propri passi e addensare l'atmosfera.

Le canzoni tracciano una linea mai retta: il vortice sincopato dai tratti melodici di "1.00 a.m. Locked-In Syndrom" viene assecondato dalla seducente, ansiosa e paranoica compagnia offerta dal sax in "2.00 a.m. Insomnia". Lo schizofrenico palpitare del basso, il quale domina le chitarre liberandole solo in alcuni frangenti di pura follia in "3.00 a.m. Call Of Sova", ci annuncia l'avvento di una percezione dronica e assillante in "4.00 a.m. Parasomnia". Il titolo è indovinatissimo e le varie patologie racchiuse in questo disordine del sonno vengono rappresentate in maniera straordinaria: provate ad andare incontro alla musica e immaginate come la vivrebbe un personaggio affetto da bruxismo, sonnambulismo o incubi notturni, è davvero dissestante. "5.00 a.m. Premonition" — che per la durata striminzita si potrebbe immaginare come una pausa prima della ripresa dei lavori — è un minuto e poco più di pesantezza cupa pronta ad affliggerci, il preludio adeguato all'entrata in scena di una delle canzoni più interessanti del disco, "6.00 a.m. Ondine's Curse". L'orrore e la frustrazione raggiungono l'apice, l'accordion e il violoncello, suonati rispettivamente da Eugénie Gallay e Loïc Blazek, intensificano il corso degli eventi, miscelandosi con la progressione di stampo cosmico settantiano realizzata dalle tastiere.

Raggiungere "7.00 a.m. Dawn Of Sweet Villain", settimo capitolo in scaletta, è stato gradevolmente faticoso e sono dovuto necessariamente tornare più volte indietro, provando a unire i pezzi di un puzzle che deve ancora completare la sua figura. Stavolta l'atmosfera è febbricitante, la voce di Yonni scortica l'aria, la fase centrale alleggerisce il carico, puntando sull'arricchimento dell'ambiente, sino a una nuova esplosione che spalanca le porte al mastodonte conclusivo, la titletrack. Ventidue minuti di epicità che annettono tutto ciò che avete ascoltato in precedenza, rimescolandolo e riversandovelo contro senza il minimo ritegno. Cala il sipario, ma lo spettacolo meriterebbe di essere replicato immediatamente.

È fuori di dubbio che assecondare le voglie dei Lilium Sova non sia proprio facilissimo e che un disco come "Epic Morning" sarà apprezzato soprattutto da coloro che masticano con frequenza questo tipo di uscite discografiche. Se però amate la buona musica, una prova vi direi di farla: c'è talmente tanta roba all'interno del lavoro che, con molta probabilità, potreste trovare delle affinità o semplici emozioni da condividere in sua compagnia. Per i seguaci del genere l'acquisto è altamente consigliato.

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