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venerdì 20 aprile 2012SIGNS PREYER - Signs PreyerInformazioni Gruppo: Signs Preyer Titolo: Signs Preyer Anno: 2012 Provenienza: Italia Etichetta: Red Cat Records Contatti: myspace.com/signspreyer Autore: Mourning Tracklist: 1. Anger 2. Bitch Witch 3. It Comes Back Real 4. Just To Kill You 5. Killer Instinct 6. Painless Pain 7. Dark Soul 8. Hell 9. Signs Preyer DURATA: 42:51 Arrivano da Orvieto i Signs Preyer, la formazione umbra sorta nel 2006, dopo il demo omonimo del 2010 che la vedeva ancora combattere con alcuni problemi nell'impostazione e con una mancanza di precisione nell'esecuzione, torna a battere il ferro finché caldo proponendosi con il debutto che riparte dal titolo ancora una volta mantenuto omonimo e ridà vita quasi alla totalità della prestazione primorde; delle canzoni "old" è assente la sola "We Are Friends". Ripartendo da quelle basi è adesso possibile notare quanto e come il combo sia migliorato, il sound è più compatto e oltre alla determinazione groove di scelte panteriane, sono ancor più caratterizzate e definite le voci che citano la parte hard-rock/southern oriented alla Black Label Society e un flavour 'n'roll che serpeggia fra le tracce in maniera lussuriosa. È evidente il passo in avanti compiuto dal quartetto che infila una serie di brani capaci di aizzare l'ascoltatore, pungerlo e stuzzicarlo sino a coinvolgerlo. I pezzi più interessanti, a esclusione del botto finale affidato a una titletrack esplosiva e dotata di una sezione solistica strepitosa, rivolgono ancora una volta lo sguardo indietro: "It Comes Back Real" e il suo ritornello carico di piglio, "Just To Kill You" notevolmente affinata rispetto alla versione antecedente, in "Killer Istinct" l'utilizzo della doppia voce sembra aver trovato la quadratura che cercava, è il più elaborato e riflette al meglio le potenzialità di scrittura in possesso dei Signs Preyer, mentre in "Painless Pain", nella quale è palese la matrice Pantera nel riffing ideato dalla coppia d'asce composta da Eric Dust e Ghode Wielandt, il cantato (sempre opera di quest'ultimo) propone linee vocali con un'impostazione conclusiva di stampo anselmiana che vi metterà la pulce all'orecchio facendovi pensare: dove l'ho sentita già? Tralasciando tutti i collegamenti e i vari riferimenti a possibili act che potrebbero partecipare al calderone delle influenze di base, quello che resta è una prova al di sopra della media, ispirata in più occasioni, strumentalmente valida e fornita di una produzione ancora una volta curata dai Bonsai Recording Studio che si adatta perfettamente alla proposta dei Signs Preyer. I giochi sono aperti e con "Signs Preyer" i ragazzi sono pronti a dire la loro. il supporto a una realtà in crescita come questa sarebbe il caso di non farlo mancare. |
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