Informazioni
Gruppo:Crawling Quiet
Anno:2006
Etichetta:Self-released
Autore:Mourning
Tracklist:
1. Rising From The Sea
2. Lies
3. Sacrifice
4. Things Left Unsaid
5. Rape The World
6. Wanna Be Me
7. Shut You Out
8. Crawling Quiet
9. Death Is A Gateway
10. Slowly Changing
DURATA: 46:23
I Crawling Quiet nascono come creatura solo project del canadese Mark Trudeau (chitarra, basso e voce) che per questa sua prima release omonima si avvale della collaborazione di Louser Beetscine (batteria).
Quello che ne scaturisce è uno strano connubio di thrash, sonorità groovy tendenti a richiami stoner e una forte scarica adrenalinica di matrice rock e punk.
Il sound è caldo, avvolgente in certe parti rimembra act come i Fu Manchu del grandissimo Scott Reeder, in altre sembra invece tendere più al southern.
E' una miscela alquanto strana, pesante, che però riesce in alcuni punti a prendere il verso giusto risultando trascinante.
Sono i brani in cui l'animo si lascia andare più al selvaggio, una caciara voluta che rende l'atmosfera elettrica vedasi "Sacrifice", "Rape The World", "Wanna Be Me", "Death Is The Gateway" che mostrano una voglia di colpire libera e senza confine.
Capitolo a parte per la titletrack "Crawling Quiet", dissonante e malsana par far rivivere un animo compositivo distante ormai decenni e decenni dall'odierno pulito e plastificato prodotto.
La prova di Mark è interessante per il buon gusto con cui sciorina riff (molto pregevoli gli stacchi acustici), solos e per il modo in cui slancia la sua vocalità alterata, graffiante, sbilenca alle volte ma calzante come un guanto.
Col basso fa un lavoro di fino e buona compagnia senza strafare, ordinato.
D'altro canto Louser presta alla release i suoi servigi in maniera più che degna non facendo cose dell'altro mondo ma fornendo quel giusto apporto che permette ai pezzi di star su senza soffrire troppo.
La produzione polverosa, rozza, granulosa quadra con l'ottica espositiva di un Trudeau che sembra voler demolire l'ascoltatore con la pesantezza del suo suono.
"Crawling Quiet" è un disco che difficilmente potrà entrare nel cuore dei conservatori o integralisti, ha bisogno di una mente aperta che lo esamini, che goda della parte metal quanto di quella più rock, l'una non può escludere l'altra.
E' questa l'unica chiave d'accesso che ne permette l'ascolto in maniera obiettiva e da cui si può trarre guadagno pieno da un album che vive di esplosioni adrenaliche continue.