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domenica 20 dicembre 2009DEPRESSED MODE - ...For DeathInformazioni Gruppo: Depressed Mode Anno: 2009 Etichetta: Firedoom Autore: Bosj Tracklist 1.Death Multiplies 2.She’s Frozen 3.Loving a Shadow 4.The Scent 5.Prologue to the Thousand Skies 6.Tunnel of Pain 7.A Glimpse of Tomorrow 8.A Sigh… 9….For Death DURATA: 45:52 Molti sono i cambiamenti che il nucleo dei Depressed Mode, formato da cantante e tastierista (originale mastermind del progetto), seconda voce (una certa Natalie Koskinen, in comproprietà di certi Shape Of Despair) e primo chitarrista, ha operato nei due anni che separano questo … For Death dall’ottimo debutto Ghosts Of Devotion, uscito sempre sotto l’iperattiva Firedoom, mai come ora in grado di disporre di un roster di altissima qualità. Oggi, con tre nuovi membri su sei, il gruppo ha accantonato pressoché ogni tendenza doom per concentrarsi sull’interazione tra lidi sinfonici e keyboard-oriented di derivazione puramente finnica e partiture più canonicamente riferite al death melodico. Delle distorte dilatazioni di cui il predecessore era pregno, in … For Death non rimane che un ricordo lontano, mentre risultano ancora più protagonisti gli stacchi melodici in cui la voce di Natalie la fa da padrona, evocando atmosfere cupe e funeree (Loving A Shadow), o dove il synth e le tastiere di Ossy Salonen vengono lasciati ad unico supporto delle sue stesse linee vocali, le quali variano da un growl più gutturale ad un semplice cantato sporco e sommesso, per concludere con interpretazioni in un clean cristallino (è il caso dell’intro e di alcuni versi di A Glimpse Of Tomorrow). Ancora, differenze più che marcate si notano in brani come Tunnel Of Pain, dove nuovamente alle tastiere è lasciato il ruolo di protagoniste, lasciando alle chitarre il compito di supportare le stesse senza lanciarsi in alcun tipo di assolo o anche solo di variazione; il tutto è in questo caso sorprendentemente condito da uno pseudo-coro maschile in cantato pulito. Ciò che invece perdura nelle composizioni del gruppo è l’utilizzo di tematiche piuttosto classiche per il genere: dolore, morte, decadenza, pene d’amore, il tutto riletto con un piglio romantico, senza mai sforare nel cattivo gusto o nello scontato (a questo proposito, il nome di riferimento più prossimo sono probabilmente i testi dei Draconian di Johan Ericson). Queste, tirando le somme, le proposte dei Depressed Mode odierni, che in solo due anni hanno cambiato di molto le loro coordinate. Migliori o peggiori è impossibile da dirsi, per chi scrive, il doom era forse un po’ più personale e meno abusato rispetto al death tastieroso, ma il disco è innegabilmente eseguito a dovere. Un unico appunto da farsi, magari, è il poco spazio lasciato alla sempre fantastica e trascinante voce della Koskinen. |
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