giovedì 10 dicembre 2009

SVART CROWN - Ages Of Decay


Informazioni
Gruppo: Svart Crown
Anno: 2008
Etichetta: Rupture Records
Autore: Tabris

Tracklist
1. Open The Graves Of Time
2. Tribes Of The Forgotten Ages
3. Crystalize Your Idol
4. Caligula
5. Deadly March
6. Burning Messiah
7. Pestilential Rising
8. Orgy And Sodomy
9. Onward To The Slaughter
10. Apocalyptic Triumph

DURATA : 45:32

Nel 2008 gli Svart Crown pubblicano tramite Rupture Music il loro album di debutto, “Ages Of Decay”. In questo cd vi avviso già che non troverete nulla di eclatante o sperimentale, ma soltanto un vero e proprio tributo alle sonorità rese famose in questi ultimi tempi da band come Arkhon Infaustus, Belphegor e Behemoth del periodo "Satanica"/"Thelema.6".
Una prestazione quella dei quattro ragazzi francesi perfetta e priva di sbavature, aiutati anche dalla produzione ottimale per il genere.

Parlando del disco vero e proprio, dopo l’introduttiva “Open The Graves Of Time” i quattro francesi ci sbattono in faccia “Tribes Of The Forgotten Ages” dal piacevole inizio death/thrash molto trascinante. Col proseguire della canzone si finisce per sconfinare verso lidi più melodici e blackeggianti in pieno stile Behemoth che saranno alla fine una costante del disco ed in una certa maniera anche un handicap.
Il brano seguente prosegue la scia intrapresa nel finale della canzone precedente. Infatti, “Crystalize Your Idol” si presenta come un mid-tempo possente arricchito nelle parti conclusive dei riff con pesanti scariche in blast beat per appesantire il tutto. Il cambio del mood del brano nel finale si lascia apprezzare, soprattutto per la svolta epica che cerca di intraprendere.
“Caligula” invece si mostra come una delle canzoni più monolitiche dell’intero cd. Oltre ad essere il pezzo più lungo dell’intero platter (6:41) alterna ad un passo lento e mastodontico improvvise accelerazioni blackened death. Un brano altamente coinvolgente, che potrà essere un vero e proprio cavallo di battaglia nei vari eventi live.
“Deadly March” colpisce soprattutto per l’assolo iniziale che farà poi da vero apripista per la canzone in sé. Epico senza nessun tipo di virtuosismo. Insomma, semplice ed efficace. Il resto della canzone è una vera e propria marcia funebre, oscura ed opprimente, con una sezione ritmica possente ed autoritaria.
La seconda metà del disco inizia con “Burning Messiah” dove l’onnipresente ombra dei Behemoth si fa più tangibile che mai. Un pezzo di per sé inutile, non facendo altro che aumentare il minutaggio dell’intero lavoro.
“Pestilential Rising” riesce invece con la sua vena melodica a donare un po’ di varietà ad un cd che fino a questo momento aveva viaggiato su binari prestabiliti grazie soprattutto ad un assolo finale in puro stile heavy metal.
Dopo questo piccolo excursus si ritorna sulle cordinate del Blackened Death più puro e pestato con “Orgy And Sodomy”, un pezzo perverso e deviato, che molto deve a “Lucifer Incestus” dei Belphegor.
A cullarci verso il brano finale del disco ci pensa la melodica e strumentale “Onward To The Slaughter” il perfetto usciere per “Apocalyptic Triumph”, canzone epica e desolante, dove le caratteristiche messe in mostra per tutta la durata del disco vengono riunite in una sola canzone per omaggiare al meglio l’Armageddon. E’ un mid-tempo maestoso, cantato con una voce lacerata dal dolore e dalla rabbia, un growl secco ed acuto che si sposa in maniera elegante col pezzo. Il cambio di tempo centrale colpisce in pieno volto senza lasciare scampo a nessuno. Probabilmente insieme al secondo brano del cd, il pezzo migliore dell’intera opera.

Termina così “Ages Of Decay” la prima fatica dei transalpini Svart Crown, un album che non inventa nulla di nuovo, ma che per la sua intera durata si lascia godere completamente. Consigliato soprattutto agli amanti del genere oppure ai fan delle band citate ad inizio recensione.

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