Informazioni
Gruppo: Neurosis + Ufomammut
Data: 04/07/2013
Luogo: Circolo Magnolia, Milano
Autore: Bosj
Il 2013 pare proprio essere l'anno del doom per noi qui ad Aristocrazia: nel solo mese di luglio ci possiamo godere l'Hell's Pleasure, gli Evoken supportati da Abysmal Grief e Fuoco Fatuo, e l'accoppiata Neurosis ed Ufomammut. È proprio per questi ultimi due che mi ritrovo davanti al palco estivo del Magnolia, alla periferia est del capoluogo, a lottare per la sopravvivenza davanti a commando kamikaze di zanzare cannibali, di quelle che solo a Milano (e solo quando, cretino, ti scordi a casa l'Autan), alla luce del tramonto riflessa nelle stagnanti e tossiche acque dell'Idroscalo.
Al mio arrivo, il trio piemontese ha appena attaccato, e già non ce n'è più per nessuno. È la prima volta che mi trovo al cospetto del muro di suono che gli Ufomammut predicano ormai da quasi quindici anni, e mi rendo conto che il non aver mai presenziato a un loro spettacolo era una pecca cui era proprio necessario porre rimedio. La loro formula psichedelica di doom, stoner, qualsiasi-cosa-sia-quella-che-fanno, se su disco riesce a essere una miscela esplosiva, dal vivo è un vero e proprio viaggio in una galassia diversa da quella normalmente percepita dall'uomo. Effetti, controeffetti, riff megalitici e monolitici, urla riveberate e dilatate, tempi rallentati e soprattutto una distorsione che potrebbe abbattere un muro di mattoni sono un'esperienza da provare, vivere e assaporare. Il basso e le grida di Urlo, l'incontenibile riffing di Poia, il passo cadenzato e mastodontico di Vita sulle pelli... Follia pura, lontano da ogni comprensione, inesplicabile da qualsiasi possibile descrizione. Nessuna parola, nessun gesto, niente altro che il suono degli strumenti per quasi un'ora di esibizione che a poco più di metà anno posso già definire come il miglior concerto del 2013. Perché a questo livello si può aspirare, al massimo (se si è proprio bravi bravi, e in giro i gruppi del genere non sono tanti, forse qualcuno lo vedremo proprio tra poco all'Hell's Pleasure) ci si può arrivare, ma per superarlo bisogna essere di un altro pianeta.
Mezzora di pausa, tempo di fare qualche acquisto, il sole tramonta, le luci si abbassano ed ecco comparire i Neurosis. Anche in questo caso, è il mio primo incontro con la formazione californiana. Anche in questo caso, tutto è al proprio posto: Kelly e Von Till si avvicendano dietro al microfono, Edwardson stesso fa qualche puntata in toni vocali più estremi e tendenti al growl, Roeder scandisce ogni passaggio incastrando con esperienza passaggi diretti e lineari e cambi di tempo e strutture ben più arzigogolate, Landis è sempre a un passo dal distruggere il suo set di tastiere, tanta è la foga con cui ci si avventa. Dal canto mio, non sono un fan sfegatato dei cinque di Oakland, e quando lo scorso anno ho sentito tanti (più o meno tutti quelli che me ne hanno parlato) criticare l'ultimo "Honor Found In Decay", mi sono ben guardato dall'ascoltarlo; eppure i pezzi tratti dalla più recente fatica in studio, "At The Well" e "We All Rage In Gold", sebbene meno violenti e imprevedibili, mi hanno favorevolmente colpito in sede live. Il momento più alto dell'intero concerto, tuttavia, rimane a mio avviso l'unico brano da "A Sun That Never Sets": "The Tide". Sarà per la fortissima influenza del folk acustico di Von Till, sarà perché "A Sun..." è un disco immenso punto e basta, ma mi sono ritrovato coinvolto come mai avrei creduto di fronte a un'esibizione dei Neurosis. Nonostante i cinque, non più ragazzini, siano piuttosto statici (non so se sia prerogativa del gruppo o se l'età cominci a farsi sentire) sul palco, l'emozione che traspare dal loro show è innegabile. Lo stesso Scott Kelly, seppur negli anni abbia assunto più o meno il peso forma di un Babbo Natale odierno, non lesinava in quanto a grida e scapocciate. Poi, alle undici e tre quarti, quando tutti si aspettavano un ultimo pezzo visto che il termine dello show era fissato alla mezzanotte precisa, improvvisamente, le luci si spengono e la band si ritira, senza che ci sia bisogno di aggiungere alcunché a quanto dimostrato sul palco. Un saluto ai soliti volti noti incontrati in loco, e si riparte alla volta della città.
Scaletta Neurosis
1. My Heart For Deliverance
2. At The End Of The Road
3. Times Of Grace
4. Distill (Watching The Swarm)
5. At The Well
6. The Tide
7. We All Rage In Gold
8. Bleeding The Pigs
9. Locust Star