lunedì 1 luglio 2013

SEAL OF BELETH - Slow Music For Dead People


Informazioni
Gruppo: Seal Of Beleth
Titolo: Slow Music For Dead People
Anno: 2013
Provenienza: Finlandia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: facebook.com/pages/Seal-Of-Beleth/109197835811835
Autore: Mourning

Tracklist
1. Doomed To Insanity
2. Beleth
3. The Blood On Satan's Claw
4. The Ancient Astronaut
5. Old Man
6. Whore Of Azrael

DURATA: 01:05:39

I Seal Of Beleth sono una band stupenda che sinora ci ha regalato due perle in formato demo: "Doomsanity Control" e "II", entrambe recensite dal sottoscritto. Adesso ho finalmente tra le mani il loro primo album intitolato in maniera indovinatissima "Slow Music For Dead People".

Il trio finnico composto da A. Klemm (basso e voce), J. Kostamo (chitarra e voce) e M. Kallio (batteria) ha deciso di farmi godere nuovamente, non che mi aspettassi di meno da loro, poiché mi avevano già convinto alla grande in precedenza, però ripartendo dalle orme impresse in passato, ben 4/6 del disco è stato ripreso da quanto prodotto antecedentemente. Sono riusciti così a conferire ai pezzi noti un'identità ancora più definita, matura e completa, aggiungendo a quel quartetto di perle altre due canzoni di gran valore.

La formazione si muove ad ampio raggio, inflessioni del suono classiche, stoner, epiche ed estreme convivono percorrendo a braccetto sentieri resi impervi dalle coltri fumose e grigie che diventano ossessive e seducenti nei frangenti in cui l'uso della voce pulita e le chitarre malinconiche prendono piede. In altre circostanze invece quelle stesse nebbie si addensano e inscuriscono, arrivando a tingersi di nero a causa del sovraccarico dovuto alla maggiore severità espressiva e a un uso del canto decisamente più sporco e cupo; la nuova traccia "The Blood On Satan's Claw" n'è esempio lampante grazie a un vissuto in bilico tra ritualismo epico e decadere malevolo, bello poi quel breve stacco acustico che fa respirare il brano prima dell'ennesima immersione in territori battuti da cadenze ritmiche grevi e arcigne.

Che dire poi della seconda new entry "The Ancient Astronaut"? Iommi sia lodato è il minimo. L'ispirazione sabbathiana della traccia è innegabile, ovviamente è più nera, ruvida e affine alla visione dilatata e spietatamente massiccia della quale sono portatori i Seal Of Beleth, incastrandosi così alla perfezione in una scaletta che fa davvero paura.

Questi tre artisti hanno confezionato l'ennesima autoproduzione di qualità elevata, viene quindi proprio da domandarsi per quale motivo non siano stati presi in considerazione da nessuna etichetta degna di essere chiamata tale per entrare a far parte di un roster ambizioso: come si fa a non dare credito a uscite dalle indubbie doti come "Slow Music For Dead People"? Sveglia signori, sveglia! Non mi rimane infine che esprimere la mia soddisfazione nel riscontrare che il pensiero positivo espresso nelle recensioni pubblicate anni addietro sia stato confermato e avvalorato da un così bel debutto, i finnici avevano la possibilità di dire la loro e l'hanno detta eccome. Se al tempo decideste di entrare in possesso di "Doomsanity Control" e "II", odiernamente non potrete fare a meno di acquistare questo disco, è la cosa giusta da fare.

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