Informazioni
Gruppo: Kill
Titolo: Burning Blood
Anno: 2012
Provenienza: Svezia
Etichetta: BlackSeed Productions
Contatti: facebook.com/thetruekill - myspace.com/thetruekill
Autore: Akh.
Tracklist
1. Veni Satana
2. Burning Blood
3. Nails Of Cursed Steel
4. Beckoning Grave
5. Kill
6. Desecration Temple
7 Holocaust Fires
8. Poison Chalice
DURATA: 47:54
Riparte il mio girovagare nel sottosuolo metallico più nero e marcio, e cosa c'è di meglio se non imbattersi nell'ultimo lavoro dei Kill? Attivi da quindici anni e provenienti dalle nordiche lande svedesi, giungono al loro quarto album, ma possiedono già una discreta discografia in senso generale, tanto che per molti questo nome è ormai un culto e una garanzia (che condivido pienamente) in quanto l'attitudine della band è di quelle che non ammettono repliche e cedimenti di sorta.
La miscela letale che troviamo dentro al calice dei Kill è composta da una forte intransigenza Black Metal, una devozione assoluta e incontaminata al verbo del "capronico" signore, un riffing schietto e marcescente contornato perennemente da ombre, nubi gravide e pestilenti miasmi. Ascoltando "Burning Blood" mi vengono in mente molti riferimenti tipici della Svezia: dalla devastazione di In Aeternum e Nifelheim ai giri infernali dei Sorhin, passando per la plumbea visione dei primi Throne Of Ahaz o la ruvidità incontrollata di certi Sadistic Grimness, fino a toccare lidi di natura Darkthrone in "Kill".
Tutto il materiale è di altissima qualità e non potrà che rendere lieta la vostra macabra esistenza. Ogni brano di questo cd possiede le caratteristiche peculiari per non annoiare minimamente, anzi riesce a essere fresco e godibile per tutta la sua durata, anche grazie all'approccio genuino e mai forzato di reminiscenze ottantiane ben amalgamate alla furia belluina del gruppo; è cosi che nascono "Veni Satana" o "Burning Blood". Seguono poi "Nails Of Cursed Steel" e "Beckoning Grave" in cui i giri diminuiscono a favore di drappeggi neri e macilenti, dove il tessuto vellutato viene correlato all'odore di stantio e marcio. Riff a tratti minimali e omicidi si stagliano in maniera aspra e ruvida contro la cristianità e le sue false ideologie, la voce al vetriolo di Warslaughter richiama orde infernali e profonde odi a una oscurità senza repliche; sia che le parti siano veloci e taglienti sia che odorino di morte e putridume, i Kill vi guarderanno con occhi cinici e spietati, continuando la loro opera diabolicamente dissacrante, come si può notare con le conclusive "Holocaust Fires" e "Poison Chalice" nelle quali il sangue bruciante fuoriesce copioso e libero da compromessi.
"Burning Chalice" offre malignità e violenza come da copione, ignorarne la bontà sarebbe di una idiozia unica in quanto qui gli orpelli non esistono, esiste unicamente la volontà ferrea di dominare e piegare tutto al proprio essere. Detto fra noi: cosa possiamo chiedere di meglio a un album di puro, fiero, putrido e maledetto Black Metal?
Kill? 100% CULTO!