Informazioni
Gruppo: Gate Of Sorrow
Autore: 2009
Autore: Mourning
Etichetta: Open Media
Tracklist
1. Twillight Above Sirius
2. Cursed Silence
3. Tears In The Ashes
4. Black Sin
5. Stay
6. My Ruins
7. Follow Me To The Other Side
8. And Back To The Evil
9. Behind The Mirror
10. Sirius
DURATA: 46:48
La band nasce nel millenovecentonovantasette come creatura doom/death, i Gate.
Dopo quasi una decade ed un paio di demo all’attivo la creatura si evolve prendendo le sembianze odierne con il monicker Gate Of Sorrow.
Cambi in line up che vedono l’uscita del chitarrista Simon Rapant e l’entrata di Libor Mikláš alla sei corde e della vocalist Milada Miltáková hanno portato ad un cambio di rotta sonora verso lidi nettamente più melodici dove la vena doom è andata rarefacendosi lasciando spazio a dosi massicce di sound power/classic tanto che un accostamento a realtà come After Forever, Tristania e l’era Tarja dei Nightwish è quasi d’obbligo.
Le composizioni abbracciano anche i lati più sinfonici del genere quasi a richiamare alcune prove dei Therion per profondità e teatralità data anche dall’impostazione del tratto operistico di Milada.
Una delle pecche di base dello stile è spesso il giostrare le combinazioni vocali cosa che invece riesce benissimo alla band infatti il growl di Roman Tureèek (voce/chitarra) si pone come giusto contraltare alla vocalità piena e limpida della singer alternandosi a ruolo portante con essa.
C’è da dire che per fortuna le chitarre non sono smielate e prive di senso come troppo spesso capita d’ascoltare non facendo perdere mordente alle composizioni e l’operato tastieristico di Ludvík Èihánek è si presente ma per nulla ingombrante, un bell’orpello da sfoggiare quando serve e che si limita a tappeti in altri casi dando apporto incisivo in entrambe le situazioni.
Una nota di merito all’accoppiata Bohumil Zajíèek (bass) e Dušan Tureèek che nell’arco delle dieci prestazioni fornite offrono basi varie e pregne di un costante dinamismo altra fonte di spinta non da sottovalutare.
Gli episodi che destano più richiamo e carichi del loro stile sono a mio avviso “Tears In Ashes”, “Follow Me To The Other Side” e una “Behind The Mirror” che mostra in modo evidente tutte le peculiarità del combo.
Un album ben composto, con una produzione pulita che fa brillare ogni singolo strumento e le due voci ma che si rilega al seguito d’appassionati del genere che farebbero cosa giusta nel dare un ascolto a questo lavoro, di sicuro rientrerà nei loro canoni e gradimento.