sabato 5 dicembre 2009

MALFEITOR - Incubus



Informazioni
Gruppo: Malfeitor
Anno: 2009
Etichetta: Agonia Records
Autore: M1

Tracklist
1. Down With Me
2. Into The Qliphot Of Golachab
3. Mysterious, Mystical, Majestic
4. Promethean Fire
5. Typhonian Gods
6. Dark Saturnian Chaos
7. The Other Half
8. Void Of Voids
9. Incubus
10. Antisaturno (Thùnapsù)

DURATA : 54:33




L’essere usciti con due dischi nell’arco di tre anni è un chiaro segnale di come i Malfeitor vogliano affermarsi e consolidarsi al più presto come una band vera e propria e non un semplice side-project di Fabban, volontà espressa dal gruppo in realtà sin dagli esordi. La formazione che ha registrato questo album rispetto al primo disco vede l’ingresso di un secondo chitarrista, quell’Hell-I0-Kabbalus entrato da poco anche negli Aborym, mentre è di pochi giorni fa la notizia dell’entrata in pianta stabile anche del batterista Goraath (al posto di Atum) e di Narchost al basso, entrambi in passato membri di Stormcrow e Demon’s Shade; anche l’etichetta che ha promosso “Incubus” è cambiata, passando dalla Scarlet all’Agonia.
Venendo ora al lato musicale questa seconda uscita sostanzialmente non modifica il black metal ferale di “Unio Mystica Maxima”, appare però più studiata e “levigata”, mancando in parte di quel furore grezzo e primigenio del debutto, ciò non significa che Malfeitor non picchi più duro, anzi i brani tirati rimangono la stragrande maggioranza della tracklist (l’eccezione si chiama “Void Of Voids”) ma che semplicemente l’effetto finale risulti leggermente meno spontaneo. La più grossa pecca a mio parere risulta però l’assenza di quei momenti quasi epici o rituali che sublimavano le canzoni, enfatizzati dai passaggi in latino ed italiano e che permettevano loro di “esplodere”. Se “Down With Me” e “Mysterious, Mystical, Majestic” sono tracce più che buone e si salvano perchè possiedono un riffing ispirato, lo stesso non si può dire di “Typhonian Gods” e “Incubus” che pagano un dazio pesante e non riescono a tenere il passo con una “Rex Bestia Fera” o una “In This Place Forever”. A risollevare le cose fortunatamente sono due ottimi brani come “Into The Qliphot Of Golachab” e “The Other Half”: con la prima che procede in un crescendo di oscurità mentre la seconda fa dell’epicità il punto di forza grazie anche a clean vocals che riportano alla mente il lavoro di Fearbringer. Di dubbia utilità infine “Antisaturno (Thùnapsù)” che rimane niente più di una outro di stampo rumoristico.
Il giudizio che emerge da queste righe può risultare molto duro, forse troppo, per colpa di mie personali aspettative piuttosto elevate, questo però non deve impedirmi di sottolineare il buon lavoro dietro le pelli di Atum o il fatto comunque che col passare degli ascolti “Incubus” sia cresciuto e che le canzoni scorrano bene, nonostante perduri la sensazione della mancanza di passaggi che sublimino le composizioni. Malfeitor rimane una realtà da seguire in Italia ma oggi non ha offerto il 100% delle proprie possibilità, pur rimanendo abbondantemente sopra la media delle uscite black metal.

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