mercoledì 2 dicembre 2009

ROSAE CRUCIS - Il Re Del Mondo





Informazioni
Gruppo: Rosae Crucis
Anno: 2008
Etichetta: Jolly Roger Records
Autore: M1

Tracklist
1 - Sacrem Reformationem
2 - Rosa Croce
3 - La Chiesa
4 - Contro Il Mio Destino
5 - Il Signore Delle Tempeste
6 - La Sacra Corona
7 - Il Re Del Mondo
8 - Ballo In Fa D Minore (Angelo Branduardi cover)

DURATA : 45:09



Il mondo è pieno di ingiustizie e certamente l’ambito musicale non si sottrae a questa logica, con band meritevoli finite troppo presto nel dimenticatoio ed altre normalissime incensate come i nuovi paladini di un genere, ogni riferimento ai Trivium non è puramente casuale! Navigando distrattamente su Metal Archives un ascoltatore distratto catalogherebbe “Il Re Del Mondo” come il secondo album di una semi sconosciuta heavy metal band italiana, i Rosae Crucis. La storia invece è più complessa in quanto il gruppo romano nasce nel 1988 e realizza due demo tape, una intitolata appunto “Il Re Del Mondo”, con le quali però nonostante i riscontri positivi non riesce ad emergere dall’underground. La “svolta” arriva col passaggio dall’utilizzo dell’italiano a quello dell’inglese ed è così che tramite Scarlet i Rosae Crucis incidono il loro primo album “Worms Of The Earth”, anno 2003. I brani de “Il Re Del Mondo” rimangono quindi ingiustamente “segregati” e adorati da una ristretta cerchia di cultori finchè fortunatamente la Jolly Roger, coraggiosa etichetta tricolore che si batte per la diffusione di band che cantano in lingua italiana, mette fine a questa iniquità ed offre al gruppo di stampare in maniera professionali quei leggendari brani in versione riarrangiata, per esprimere la vera visione di ciò che i Rosae Crucis avevano in mente (concetto questo espresso nel booklet da Kiraya e Ciape).
Tra il febbraio e il maggio 2008 Giuseppe “Ciape” Cialone (voce), Andrea “Kiraya” Magini (chitarra), Tiziano “Azagtoth” Marcozzi (chitarra), Daniele Cerqua (basso) e Piero Arioni (batteria) si recano nei Rosae Crucis Project Studio e donano nuova vita ad un gioiellino dimenticato dal tempo. “Il Re Del Mondo” è un concentrato di heavy metal classico in cui a farla da padrone sono le atmosfere epiche e cromate che già i primi Manowar avevano glorificato negli anni ‘80. Il pregio principale dei Rosae Crucis è di non aderire a nessuno standard precostituito, sfoggiando brani diretti e taglienti (non solo nei testi) come “La Chiesa”, refrain coinvolgenti, cori memorabili, passaggi dal sapore mistico e addirittura intere tracce in cui il cantato diventa un vero e proprio racconto delle vicende narrate, come accade ad esempio ne “Il Signore Delle Tempeste”.
Proprio i testi costituiscono un grosso punto a favore dei Romani, infatti se in “Worms Of The Earth” le vicende narrate vertevano su di un racconto del grande autore fantasy Robert E. Howard, in questo caso trattano di una visione più filosofica ed esoterica del mondo, molto ricercata anche se non di facile lettura. Ciliegina sulla torta è l’ottima cover di un brano che con le sonorità dure ha veramente poco a che fare, vale a dire “Ballo In Fa# Minore” di Branduardi, eseguito in una versione metallica davvero gustosa e coinvolgente.
Fra gli aspetti tecnici infine vanno sottolineate le ottime prove dell’intera formazione, in particolare la grandiosa qualità del lavoro delle chitarre ed un basso presente e pulsante, senza dimenticare le scorribande vocali di Ciape; la produzione invece si adatta al suono ed al concept che ruota dietro ai capitolini pur mostrando forse qualche piccola pecca ma decisamente secondaria.
E’ realmente incredibile come pezzi scritti oltre quindici anni fa abbiamo mantenuto intatta la propria originalità stilistica ed il proprio vigore, segno che la classe così come la buona musica non hanno tempo. Partecipando ad un concorso inerente ai Rosae Crucis definii il suono della band come: epico metallo fuso colato dagli dei della musica per far godere noi comuni mortali. Questo è quanto penso ancora oggi, con la speranza che un gruppo di questa portata possa ottenere i riconoscimenti negati ingiustamente in passato.

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