Informazioni
Gruppo: Blood Red Water
Titolo: Tales Of Addiction And Despair
Anno: 2011
Provenienza: Italia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: bloodredwater[at]gmail.com - Facebook - Bandcamp
Autore: Dope Fiend
Tracklist
1. Ungod
2. Considerations / Commiserations
3. Avoid The Relapse
4. Modern Slave Blues
5. The Perfect Mix
DURATA: 20:17
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Questi ragazzi si bagnano in una corrente musicale che, al momento, è una tra le più floride e con il maggior numero di uscite di qualità: avrete già forse intuito che parlo del Doom e dei suoi derivati.
Pezzi come "Ungod", "Modern Slave Blues" e "The Perfect Mix" assumono infatti la connotazione di un flusso fangoso profondamente ostile e opprimente, un male acido e corrotto che scorre nelle vene bruciando e corrodendo.
Nei suddetti casi, l'influenza dei venefici EyeHateGod si unisce con lo Sludge strisciante e disilluso dei Grief e la mentalità nervosa e disturbata degli Iron Monkey mentre, a rafforzare l'effetto devastante di queste costruzioni apocalittiche, si aggiungono cupi rallentamenti dal gusto più classico in stile Cathedral e alcune rabbiose apparizioni degne dei Crowbar.
La personalità dei Blood Red Water è comunque prorompente e, nonostante le inevitabili (ma pur sempre apprezzate) derivazioni a cui chiunque suoni questo genere va incontro, esce allo scoperto non soltanto nei momenti in cui tutte le influenze citate vengono sapientemente miscelate.
"Considerations/Commiserations" è un episodio che, inserito in quello sfaccettato caleidoscopio che è il Doom, fa pendere l'ago della bilancia verso un'attitudine più "weed addicted" in cui emerge l'influenza di gente come Bongzilla e Weedeater, riuscendo inoltre a far infiltrare al proprio interno un feeling di matrice Hardcore.
"Avoid The Relapse" si veste invece di uno stile che riprende in mano le redini dello Stoner Rock e si appoggia inequivocabilmente ai monumentali Fu Manchu, senza lasciarsi nemmeno mancare alcuni tratti Alternative che potrebbero ricordare non così lontanamente i Queens Of The Stone Age.
Un elogio particolare vorrei inoltre farlo alla voce di Michele, davvero ottimo nell'effettuare cambiamenti in corsa e nell'appoggiarsi coerentemente ai cambi umorali della musica: ve lo posso dimostrare dicendo semplicemente che in alcune parti di "Ungod" ho avuto persino l'impressione che a sgolarsi nel microfono fosse un giovane Lord Seth (aka Jonas Renkse) ai gloriosi tempi di "Dance Of December Souls", cioè quando i Katatonia erano ancora un gruppo con i cazzi e non una lagna per pseudo-depressi.
Tirando le somme non posso far altro che affermare con forza che le potenzialità dei Blood Red Water sono grandi e che sicuramente sentiremo ancora parlare di questo tormentato e incazzato quartetto veneziano.
Ah, ancora una cosa: i nostri portano avanti la filosofia del D.I.Y. e presto vedrà la luce la versione fisica di "Tales Of Addiction And Despair".
Fin da ora, però, è possibile scaricare gratuitamente il lavoro dalla pagina Bandcamp del gruppo quindi non avete veramente nessuna scusa questa volta!