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lunedì 5 marzo 2012NATTFOG - Mustan Auringon RiittiInformazioni Gruppo: Nattfog Titolo: Mustan Auringon Riitti Anno: 2012 Provenienza: Finlandia Etichetta: Hammer Of Hate Contatti: myspace.com/nattfog Autore: M1 Tracklist 1. Blinding Fog 2. Path Of The White Wolves 3. Reaching To The Stars 4. Mieleni Mustissa Merissä 5. Kosmisen Usvan Ympäröimänä 6. Mustan Auringon Riitti 7. Kaksitoista Askelta Luvattuun Valtakuntaan DURATA: 42:38 Per la seconda volta consecutiva mi trovo a parlarvi di una realtà black metal finnica, due settimane fa era stato il turno dei Förgjord, oggi tocca agli esordienti Nattfog. Altro elemento in comune fra i due gruppi è l'etichetta discografica: è ancora Hammer Of Hate a offrirci un disco valido e con buoni spunti. "Mustan Auringon Riitti" è l'opera prima di Destruction (chitarra, basso e synth) e Adelwolf (batteria, scream, synth), preceduta da un demo di tre pezzi del 2008 e uno split in compagnia dei Nekrokrist SS rilasciato tre anni più tardi. Come potreste aver capito dal nome dell'ultimo gruppo citato, non parliamo di una band sarda, bensì NSBM e anche i Nattfog potrebbero rientrare in questa categoria stando all'iconografia del promo sheet (virtuale) che ho ricevuto. Poco importa però, ciò che posso cogliere con certezza è la qualità della musica espressa. Sin dall'intro "Blinding Fog" dalle venature folk e dal primo pezzo vero e proprio "Path Of The White Wolves" emerge chiaramente la volontà di fondere nel classico raw black di matrice finnica una componente di matrice pagana (in senso "filosofico" e non musicale), legata alla Natura, con l'orgoglio guerriero per le proprie radici: The guardians of our fatherland, the symbols of freedom An ancient nordic pride, rulers of our native forests così recita la prima strofa del pezzo appena citato. Nel fare questo a differenza dei colleghi Förgjord evitano di raggiungere picchi di tensione contrapposti a momenti più "rilassati", optando per preservare un flusso di drammaticità a un livello continuo, che accompagna l'ascoltatore per l'intera durata dei brani. La già citata "Path Of The White Wolves", "Reaching To The Stars", "Mieleni Mustissa Merissä" e la titletrack seguono questa via, attraverso l'uso coerente in prevalenza di tempi medi e qualche accelerazione che però non sfocia mai in un assalto di blastbeat. Qui e là la melodia si fa più vivida e in evidenza, spiccando su un contesto sonoro aspro e ruvido ma non tanto quanto i colleghi; non mancano nemmeno stacchi e passaggi più "intimi", non siamo in presenza di un disco che si butta a capofitto all'attacco, tutt'altro. Per quanto il contesto suoni tradizionale e rispettoso dei canoni, i finnici mostrano una cura dei dettagli e dei particolari rilevante, non parlo della prestazione strumentale in sè, piuttosto del gusto e della capacità di ricreare atmosfere interessanti e dirette. A questo riguardo i synth dominanti della strumentale "Kosmisen Usvan Ympäröimänä", dal carattere ambientale, non saranno che un antipasto del gran finale. Episodio a se stante, unicum all'interno dell'intero album, è infatti la conclusiva "Kaksitoista Askelta Luvattuun Valtakuntaan" nella quale i Nattfog abbandonano il percorso dei connazionali Satanic Warmaster e Horna abbracciando piuttosto le coordinate dei Summoning con suoni che richiamano anche il Burzum del periodo ambient. Qui il tono si fa epicamente tragico, come il cammino di un guerriero conscio del proprio destino segnato eppure fiero verso la battaglia. Insomma, la scuola ispiratrice è chiara, però i nostri non mancano di apportare spunti collaterali che ritengono degni di nota, sempre al servizio della carica emozionale. Proprio per questo mi sento di promuovere "Mustan Auringon Riitti", un disco con una propria filosofia, personale (non originale) e sentito. Nel mare di mediocrità che ci circonda spesso può bastare. Bravi Nattfog, brava Hammer Of Hate. Ascolto consigliato in cuffia, per aumentare il feeling e l'intimità con la musica. |
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