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venerdì 23 marzo 2012(ECHO) - Devoid Of IllusionsInformazioni Gruppo: (EchO) Titolo: Devoid Of Illusions Anno: 2011 Provenienza: Italia Etichetta:BadMoodMan Music Contatti: facebook.com/pages/EchO/141116903052 Autore: Mourning Tracklist 1. Intro 2. Summoning The Crimson Soul 3. Unforgiven March 4. The Coldest Land 5. Internal Morphosis 6. Omnivoid 7. Disclaiming My Faults 8. Once Was A Man 9. Sounds From Out Of Space (feat. Greg Chandler) DURATA: 01:06:01 I nostrani (EchO) si erano già fatti notare con il demo "Omnivoid" recensito da Bosj e un "Promo" interessantissimo curato da Advent. Dopo aver trovato il supporto di una label, la Solitude Productions, ed essere entrati a far parte della gestione della sotto-etichetta BadMoodMan Music, i ragazzi bresciani rilasciano sul finire del 2011 il mastodontico debutto "Devoid Of Illusions". Non hanno dimenticato il loro recente passato, non è un caso che nella tracklist di questo gigantesco platter dai tratti funerei, atmosferico all'inverosimile e affine al tanto osannato panorama nordico scandinavo di gente come Colosseum, Doom Vs, Saturnus ma evidentemente influenzato da maestri assoluti come gli Esoteric, Greg Chandler infatti è partecipe nel doppio ruolo di guest alla voce nella conclusiva "Sounds From Out Of Space" e in quello di uomo dietro al mixer, svolgendo peraltro un lavoro superbo per definizione e profondità del sound, e da Anathema e Katatonia per quanto concerne quel mood etereo e finemente ricamato che leviga le tracce, siano presenti cinque dei brani contenuti in quei primordi sforzi compositivi ai quale è stata donata nuova e più "significativa" vita. Pur tenendo conto che nella forma originaria avessero in dote indubbie qualità, la maturazione è evidente, un solo anno è bastato a fare un salto in avanti di portata enorme. Un serpeggiare dilaniante, sconfortante quello che "Devoid Of Illusion" trasporta nel suo lungo e insidiosamente scuro luccicare, è affascinante il modo nel quale le note di piano s'inseriscono internamente alle canzoni inviando un cupo, dolce e cullante messaggio d'oblio che viene assorbito dall'orecchio come il cullare dell'aria che si offre a una piuma in caduta libera. Sono infatti abissalmente profondi e infinitamente ampi gli scavi creati da "Unforgiving March" e "The Coldest Land" eppure è quasi naturale abbandonarsi completamente in quel vuoto che attrae. Potenza, pressione e calma atmosferica vengono a concentrarsi in un turbinio emotivo eclatante nell'opener "Summoning The Crimson Soul", è più acida e invasiva la proposta di "Internal Morphosis", pone accenti sulla natura più grezza e spinta ritmicamente, contraria invece a tale tendenza è la successiva "Omnivoid" dove il respiro torna a essere più composto e intimo con gli Anathema che si lasciano intravedere qua e là. "Devoid Of Illusion" è chiaramente una prestazione capace di miscelare una compostezza muscolare notevole con una grazia e raffinatezza che lo candidano con sincera tranquillità all'interno del gotha del doom fra le uscite migliori del 2011, è apprezzabile sotto tutti i punti di vista. Le combinazioni di voce eseguite in modo da valorizzarne gli stati d'animo alternando con sapienza il clean ricercato e spirituale ad un growl terreno e minaccioso si uniscono alle tanti armi già esposte e delle quali la più rilevante è l'attitudine "libera" da forzature che permette loro d'inserire stili e approcci differenti di brano in brano. Potrete notare a esempio come vi sia un assetto melodico prorompente e agrodolce che contraddistingue "Disclaiming My Faults" e un mood pacato e distensivo rappresentato da una forma quasi totalmente priva di distorsioni in "Once Was A Man", eppure stiamo parlando di un blocco che si mantiener pur sempre sul nero anche se lucido no? Non l'hanno dimenticato, tant'è che il canto del cigno dell'album è indirizzato nella più pachidermica e monumentale delle direzioni con la slow, ma veramente slow "Sounds From Out Of Space". Nel pezzo, che come già accennato in antecedenza li vede in compagnia di Chandler, la presenza del signor Esoteric è di quelle ingombranti e ne risentono sì, forse non è del tutto perfetto ma è indubbiamente la degna mazzata attesa e che a mo' di epitaffio ci consegna la chiave per la fine di questo piccolo capolavoro, perché senza esitazione alcuna posso affermare che se non è un capolavoro con la C maiuscola poco, davvero poco ci manca. Basta dilungarsi, gli (EchO) vanno acquistati, i perché sono tanti, troppi e vi verranno confermati in massa dalle volte che girerà il disco nel vostro stereo. Supportare una band di tale livello è un dovere oltre che un immenso piacere. |
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