lunedì 2 settembre 2013

A TRANSYLVANIAN FUNERAL - Gorgos Goetia


Informazioni
Gruppo: A Transylvanian Funeral
Titolo: Gorgos Goetia
Anno: 2013
Provenienza: Tucson, Arizona, U.S.A.
Etichetta: Forbidden Records
Contatti: facebook.com/atransylvanianfuneral
Autore: Bosj

Tracklist
1. Cold Blood And Darkness
2. Burning Astral Hunger
3. Light Cast Out
4. The Supreme Rite Of Transmutation
5. Fear
6. Mars Exalted In Capricorn
7. Moonchild
8. Night Hags
9. Percival In Black Armor
10. Ten Of Swords
11. Hymn To A Gorgon
12. Goliath Resurrected

DURATA: 72:47

L'Arizona è storicamente una terra che rimanda a immaginari caldi e assolati, desertici come la propria morfologia. Sleepwalker, unica oscura entità alle spalle del progetto A Transylvanian Funeral (nonché padre e padrone della stessa Forbidden Records e dei Third Eye Audio Recording Studio, un uomo cui piace fare tutto da sé) è qui per mettere in discussione questo cliché. Terzo lavoro in studio in cinque anni, "Gorgos Goetia" è un disco che farebbe venire freddo a un pinguino nella savana.

Produzione scarna, up-tempo perenne o quasi, urla e strepiti incomprensibili, chitarre in putrefazione. Punto. Niente più e niente meno. Rispetto al passato, abbiamo qui il passaggio dalla drum machine all'utilizzo di una batteria "fisica", e l'abbassamento generale dei suoni a favore di un risultato meno graffiante e più sporco, più lo-fi. Tolta questa precisazione, quello che rimane è un lavoro black metal classico, che affonda le sue radici nella prima metà dei Novanta e non mancherà di riscuotere proseliti tra gli appassionati grazie all'uso scolastico — in accezione sia positiva che negativa — di tutti gli elementi del caso. Qualche vocalizzo pulito, sempre effettato e sporcato, fa capolino qua e là ("The Supreme Rite..."), alle volte la batteria rallenta e compare qualche tupa-tupa ("Burning Astral Hunger"), ma il succo rimane un buon black metal oltranzista.

L'occultismo di cui l'album è intriso, come ben si può immaginare, è piuttosto impenetrabile a causa della mancanza di un qualsiasi riferimento testuale nel libretto, all'infuori dei titoli dei brani. Tutto sommato, il lavoro di Sleepwalker è più che godibile, seppur inevitabilmente già sentito, canonico. Il motivo del mio poco entusiasmo mentre scrivo queste parole è principalmente dovuto all'incomprensibile lunghezza di "Gorgos Goetia": un album black metal lo si ascolta sempre volentieri, specialmente se confezionato con tutti i crismi e le attenzioni necessarie, e questo è sicuramente il caso della fatica di Sleepwalker. Un'ora e un quarto di registrazioni, però, è davvero un tempo esagerato, mancando alle spalle un concept (se questo esiste, quantomeno, a noi non è dato saperlo) o una qualsivoglia altra ragione per dilatare così tanto un lavoro che potrebbe benissimo durare la metà.

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