Informazioni
Gruppo: Deconstructing Sequence
Titolo: Year One
Anno: 2013
Provenienza: Polonia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: Facebook - Myspace - Reverbnation
Autore: Akh.
Tracklist
1. Departure Of The Stellar Fleet Marks The Year One
2. Enmanzed In White Heavently Stronghold Of The Cyberangel
3. Rediscovered Beauty Of The Internal Evil
DURATA: 23.37
La ragnatela del sottosuolo metallico è affare per duri e puri, così il duo ticino1-Mourning mi mette a conoscenza di questa costola impazzita proveniente dalle ceneri dei Northwail (già abbondantemente sondati da Aristocrazia Webzine con "Cold Season" ed "Enigma"): i Deconstructing Sequence. Il duo polacco ci propone una versione molto intricata di Death Metal e Progressive estremo con forti accenti Post Black Metal e una certa sfumatura indirizzata verso il Techno Brutal di stampo americano, il tutto condito da una sospensione onirica e un senso di deriva cosmico-spirituale.
Detto così, il tutto potrebbe apparire molto arzigogolato e complicato, e difatti è lo è: chi di voi pasteggia a suon di War Metal e suoni minimali stia alla larga dai D.S., poiché la loro marea potrebbe non garbare alla ruggine delle vostre catene; l'unica eccezione è per gli amanti di quei pionieri che furono gli Order From Chaos che volessero ampliarne lo spettro e ripulirne la forma. Se al contrario la vostra mente si accorda bene con ritmiche sincopate, chitarre abrasive e dai levare che si insinuano come aghi nel substrato psicofisico, cambi di ritmo "blastati", parti cervellotiche contornate da banchi di suono ariosi e trionfali, allora avrete di che essere soddisfatti.
Apre le danze "Departure Of The Stellar Fleet Marks The Year One", il brano forse più riflessivo del lotto, quello dalla struttura più eterogenea e dal piglio maggiormente "sensibile", tanto da riportarmi alla mente in alcuni momenti i Septicflesh dalle inclinazioni "cyber", complice una drum machine dai suoni duri e molto delineati, che subito crea contrasto ed evidenzia l'anima profonda di questa creatura. Qui momenti di violenza Death Metal vengono seguiti da stacchi ed echi di riflessione che costruiscono visioni e labirinti non comuni; va sottolineata inoltre l'abilità di Tiberius e Morph nel tessere trame intricate e solide. La chiusura del pezzo invece mostra una natura Post B.M. che rimanda agli ultimi Abigor, mentre nel caso di "Enmanzed In White Heavently Stronghold Of The Cyberangel" emergono alcune reminiscenze di Oxiplegatz, progetto assolutamente geniale di un certo Alf Svensson di cui vi consiglio assolutamente l'ascolto. Va rammentato a questo proposito come la lezione assuma maggiori venature brutali rispetto al brano precedente, le ritmiche si fanno assolutamente più serrate e robuste nei momenti in cui le schegge progressive non lampeggiano nella struttura del brano, pur concedendo accenni molto sfumati che mi ricordano gli Emperor di "IX Equilibrium" per un certo tecnicismo e gli Origin, come anche i nostrani Nefas.
A tratti mi viene da credere che i Deconstructing Sequence vogliano sfociare in ambiti Avantgarde, delineando scenari che partecipano alla decostruzione degli stili musicali come simbolo interiore, stili e simbolo entrambi proiettati nelle profondità del Cosmo. Anche l'immagine di copertina rafforza questa sensazione: un altro pianeta Terra si manifesta oltre l'orizzonte soggettivo e l'atmosfera, indicandoci la proiezione e la destinazione "metafisica" verso cui queste menti artistiche tendono. In questo senso accosterei i Nostri a un'altra realtà assolutamente atipica e originale che ha i natali nella grande Polonia, ovvero gli StrongHold: per quanto le due band si differenzino per il genere di partenza e il sapore maggiormente decadente della seconda, la qualità e la forza di osare accomunano i due progetti e ciò è indice della policromia che viene espressa anche nella rivalutazione di "Rediscovered Beauty Of The Internal Evil", già precedentemente utilizzata con i Northwail. Anche in questo episodio la componente D.M. si fascia di soluzioni che spaziano fra irruenza e spigolosità sognanti, rimanendo pur sempre ben delineate nei propositi e risultando perennemente armonizzate con l'idea estrema di progressione insita nei D.S., che si dimostrano sovente distruttivi ma senza cadere negli eccessi Djent o Math. Da notare la varietà dell'alternanza vocale, con un giusto bilanciamento fra grugniti growl e voci sintetizzate, che ben si inseriscono nel contesto futuristico dei tre brani in maniera ottima.
Strano che un gruppo con questo potenziale non abbia ancora trovato un accordo con una etichetta che ne possa supportare le indubbie qualità; viceversa se si trattasse di una scelta procrastinata per poter sviluppare al meglio e in assoluta autonomia la complessa visione di Morph e Tiberius, non ne rimarrei deluso, tutt'altro. Comunque stiano le cose, drizzate le orecchie, perché questi ragazzi hanno caratteristiche peculiari e il loro approccio riesce a essere aggressivo, brutale, moderno, atmosferico, cosmico e intricato con una naturalezza sorprendente. Se le vostre onde radio sono orientate verso la ricerca del profondo spazio, potreste ricevere importanti segni dai Deconstructing Sequence; attenti, potrebbero invadervi le frequenze cerebrali e rivelarsi un'opzione fondamentale per sondare nuove sezioni spazio-temporali, fino a trovare una Terra da colonizzare: che sia nell'oscuro cosmo o nei meandri della vostra psiche, a voi dedurlo e scoprirlo.
Prendo nota di questo nominativo, perché mi è molto gradito e con questa consapevolezza comprendo che il viaggio che è iniziato porterà in lidi non comuni, affascinanti e dalle sfaccettature mistiche intriganti e sorprendenti.
Che l'Orda Dal Caos non me ne voglia, la Sequenza Decostruttiva è iniziata.