Informazioni
Gruppo: The True Endless
Titolo: In The Swamp
Anno: 2011
Provenienza: Italia
Etichetta: Aphelion Productions
Contatti: facebook.com/pages/The-True-Endless-Official/128021357280585 - myspace.com/thetruendless
Autore: Akh.
Tracklist
1. Under The Horned Waning Moon
2. The Mission (The Tragedy)
3. In The Swamp (The Pole Star Grinn)
4. White Wolf [traccia bonus]
5. Night Of The Graveless Souls [cover Emperor - traccia bonus]
DURATA: 22:45
I The True Endless sono oramai molti anni che girano nel panorama sotterraneo, ma — per quanto abbiano già una discografia di un certo rilievo — questa è la prima volta che mi imbatto in una loro produzione, in questo caso nella ristampa presso Aphelion Productions di un mini del 2010 e.v. uscito tramite la God Is Myth. I ragazzi provengono dal Piemonte, dove è innegabile la presenza di una certa scuola Black Metal (Maldoror, Tronus Abyss, Mortuary Drape, giusto per citare alcuni nomi fondamentali), che fonde personalità e misticismo nero legato anche a forti reminiscenze retrò.
È da qui che il gruppo si muove per produrre "In The Swamp", infatti il mini in questione è un concept ispirato dal racconto "Polaris" (troverete il breve romanzo nel libretto caso mai non lo conosceste) di H.P. Lovecraft, genio dell'orrore che ha saputo creare col semplice inchiostro e la carta riciclata uno dei pantheon divini più terribili che l'Uomo abbia mai concepito, dove le profondità degli abissi prendono forme stravaganti ed orrifiche.
Il primo pezzo "Under The Horned Waning Moon" calza perfettamente per il tema trattato, una colata di Black Metal abrasivo e dalle forti venature cosmiche si figura nettamente, le vibrazioni osano miscelare mistero, tensione e violenza evocativa; cosa che mi esalta immediatamente, visto il mio manifesto interesse per il maestro di Providence. Il riffing è teso, surreale, tagliente, coperto da una coltre scura a tratti indefinita, la cui furia iniziale mi ricorda i Mayhem di "De Mysteriis Dom Satanas". Si tratta veramente di un grande pezzo che ci cala perfettamente nel contesto, grazie anche al bilanciamento scelto in sede di produzione che mantiene una robustissima fetta di frequenze basse, creando una validissima sezione ritmica su cui poter far lavorare i toni medi della chitarra e delle urla ancestrali di M - Ropes, in maniera da veicolare la minaccia che la Luna tesse, fissando la costellazione di Cassiopea attraverso fosche ombre che traspaiono dagli alberi di un cimitero.
Un filo di Norvegia darkthroniana riaffiora in "The Mission (The Tragedy)", in cui il monito della distruzione si adombra di sentimenti furiosi e impugna le armi del sogno per insinuarsi fra le maglie degli Uomini in un puro inno Black Metal. Le spire dei demoni si preparano e non concedono spazio alla sperduta difesa, beffarde e serafiche attendono l'evento propizio. Il ritmo serrato del brano rende bene lo stato di calamità, poi rallentando cupamente sfocia in "strane voci stridenti" che riecheggiano nella mente (ben sottolineate nell'introduzione del pezzo conclusivo del concetto) per irretire le menti deboli alle oscurità ignote.
"In The Swamp" è un attacco monolitico, il ritmo cadenzato è un macigno che frantuma inesorabile come il destino scritto nel racconto; per la brutalità e le metriche usate mi vengono in mente i Samael di "Blood Ritual" e "Ceremony Of The Opposity", così come la voce di Vorph. Esce fuori quindi un pezzo spesso e devastante, che unisce chiaramente il riflesso belluino al termine "incubo", dove la Stella Polare incontra la rossa Aldebaran sull'orizzonte. Il sinistro Fato si compie di fronte alle mura di un vecchio cimitero, gli spiriti che attendevano la caduta del cancello astrale, di cui i The True Endless sono gli artefici musicali, coronano la loro sete di arcane conoscenze e infere manifestazioni.
Le canzoni aggiuntive hanno un taglio diverso, essendo registrate in maniera più schietta e ruvida, come sottolinea immediatamente "White Wolf" dove il piglio è maggiormente selvaggio, aspro e prende il sopravvento rispetto ai brani precedenti. In questo caso affiora qualche eco di quella scuola piemontese che strizzata molto l'occhio a sonorità old school, per quanto reimpostate su un blast beat funzionale allo scopo; molto intrigante la parte arpeggiata poggiata su di una ritmica veloce che torna a essere asciutta e "raw" in chiusura di pezzo, disegnando lo spirito indomito e silvestre del fantasma dei boschi.
L'ultimo capitolo dei novaresi viene dedicato a un gruppo che non necessita presentazioni: gli Emperor. Il connubio potrebbe indubbiamente riallacciarsi alla capacità visionaria infernale e dannata di H.P.L., realtà sicuramente accomunate dall'indubbio talento artistico e dallo spessore non umano. Fortunatamente i Nostri riescono nell'impresa non da poco di non sciupare il fascino atavico di "Night Of The Graveless Souls", ripresa dal mini d'esordio dei norvegesi, ma ripercorrendone lo spirito mortifero cercano di ampliarne lo spettro, realizzandone una versione senza tastiere che francamente può benissimo starci e si fan apprezzare nonostante l'assenza di Arcturo e il Toro a infestare i nostri strati onirici.
Il ciclo è compiuto, il sogno infranto e la Verità senza fine presenzia.
La Via è aperta.