lunedì 9 settembre 2013

VADIKAN - Hydrargyrum


Informazioni
Gruppo: Vadikan
Titolo: Hydrargyrum
Anno: 2013
Provenienza: Russia
Etichetta: Metal Scrap Records
Contatti: facebook.com/pages/Vadikan/416762701727911
Autore: Mourning

Tracklist
1. Break The Templates
2. A Kiss Across The Eyes
3. Chestnut Candles
4. Eyes Of The Muse
5. Hydrargyrum
6. I Remembered You
7. Autumn Again [rifacimento]
8. Suspense
9. Wicked Love [traccia bonus]

DURATA: 44:57

I Vadikan sono un trio russo proveniente da Mosca che si cimenta in un gothic alquanto orecchiabile, condito da ritornelli di facile presa e atmosfere melancoliche dolciastre, mettendo a disposizione degli ascoltatori il disco di debutto intitolato "Hydrargyrum".

L'album al cospetto delle tante uscite similari, ma sin troppo orientate verso il pop (in questo lavoro a parte qualche fraseggio sparso e una "A Kiss Across The Eyes" spudoratamente radiofonica non c'è quasi nulla da recriminare), sfrutta in maniera diligente le influenze dei grandi nomi (Tiamat, Paradise Lost, Sentenced fra i tanti) per garantire all'orecchio quarantacinque minuti di buona compagnia, e i musicisti sono abili nello strizzare l'occhio al repertorio di artisti in voga fra i più giovani come i Delain senza scivolarvi del tutto.

Vadim Pashutin, chitarrista ed ex dei thrasher Gross Grolland (band recensita al tempo dell'uscita del primo album "What Doesn't Kill Me Makes A Big Mistake"), Ilya Filipyev al basso e la cantante Yulia Tikhomirova vengono supportati da vari ospiti che si prestano a inserire gli assoli di sei corde, le linee di tastiera e il pianoforte; tuttavia non viene menzionato nessun nome a coprire il ruolo di batterista, ciò fa pensare che i moscoviti abbiano preferito ricorrere all'uso di una drum-machine e nel caso fosse così mi sento di affermare che sia i suoni sia l'impostazione sono stati davvero ben curati.

La formazione non ha dato vita a chissà quale miracolo, però evitando ostentazioni e mantenendo le proprie elementari armi affilate si difende bene con pezzi come "Break The Templates", "Eyes Of The Muse" e il rifacimento di "Autumn Again", traccia precedentemente inserita all'interno del demo "Time Of Yellow Repentance", piacevoli per la loro semplicità ed emotività. Lo strumentale "Suspense" aggiunge alla minestra un pizzico di sale progressivo e "Wicked Love", brano inspiegabilmente annesso come bonus, si rivela essere un contenitore nel quale le varie soluzioni sino a quel momento esposte vengono riversate in toto, esaltando soprattutto il buon operato della chitarra di Pashutin e la parte ambientale.

In fin dei conti "Hydrargyrum" è una prima prova di tutto rispetto, nessuna pretesa assurda, solo una serie di canzoni disposte a condividere con voi una parte della vostra giornata, magari riuscendo pure a farvi rilassare. Certo, la scelta di mantenere la lingua madre per i testi potrebbe risultare, anche se intrigante, ostica da digerire, io stesso ho preferito ad esempio riportare i titoli degli episodi inseriti in scaletta in inglese per una questione di comodità, però non lo si può considerare un limite vero e proprio.

I Vadikan per alcuni saranno una piacevole sorpresa, per altri esclusivamente un diversivo e per altri ancora l'ennesimo gruppo inutile rappresentante di una nuova generazione di leve che fa discutere, scegliete quindi quale dei pensieri vi si addice e partendo da questo avrete una possibile risposta su quanto e come quest'album potrà entrare a far parte dei vostri ascolti.

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