lunedì 16 settembre 2013

JEX THOTH - Blood Moon Rise


Informazioni
Gruppo: Jex Thoth
Titolo: Blood Moon Rise
Anno: 2013
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: I Hate Records
Contatti: jexthoth.net
Autore: Dope Fiend

Tracklist
1. To Bury
2. The Places You Walk
3. The Divide
4. Into A Sleep
5. And The River Ran Dry
6. Keep Your Weeds
7. Ehjä
8. The Four Of Us Are Dying
9. Psyar

DURATA: 46:31

Ben cinque anni si è fatto attendere "Blood Moon Rise", il successore del debutto omonimo dei Jex Thoth. Nel 2008, all'alba dell'uscita del suo primo disco, la formazione capitanata da Jessica Bowen (in arte Jex Thoth, appunto) fu una delle migliori rivelazioni musicali a cui avessi assistito e, da allora, ho sempre aspettato con impazienza il momento in cui poter ascoltare una seconda uscita sulla lunga distanza. E, inutile nasconderlo, la mia attesa è stata ampiamente ripagata, molto oltre le mie più rosee previsioni.

Su un piano puramente formale, le caratteristiche fondamentali di "Jex Thoth" non vengono mutate. È quindi un'atmosfera dal sapore ossianico e arcano che ci travolge in "To Bury": la mistica voce di Jex si appoggia su cupe note lunghissime, su lenti e scanditi colpi di batteria e su sintetizzatori dai toni arcaici. Con "The Places You Walk" e "Ehjä" torna invece a farci visita quella sobria sensualità che aveva reso l'esordio degli americani un bellissimo disco. Parlo di un paganesimo suadente impregnato di naturalismo, di un'oscurità acida che esplode silenziosamente nell'enormità di una capacità immaginifica pressoché illimitata; il tutto è annegato in un oceano di risonanze tipicamente sessanta-settantiane che innalzano una coltre di ipnotismo esoterico il cui effetto ci può solamente indurre a sprofondare tra le braccia delle napee, a vagare intontiti nel regno di Pan. Un'ombrosa e fitta cappa Doom ci permea invece con "The Divide" e "The Four Of Us Are Dying": una sensazione che ho sentito vibrare con tale intensità ben poche volte al di fuori di dischi leggendari come "Black Sabbath", "Sacrifice" o "Witchcraft Destroys Minds & Reaps Souls". Proprio la suggestiva capacità tentacolare proveniente da gente come Black Widow e Coven, intrecciandosi con la languida pesantezza del Doom e con i contorni di personalissima spiritualità evocata, dona la vita a episodi la cui immensa bellezza non può essere in alcun modo descritta a parole. Sono invece i tratti psichedelici ad adornare "Into A Sleep", la sognante "Keep Your Weeds" e la leggiadria silvana di "Psyar": il verbo dei Pink Floyd viene richiamato con forza, ma rielaborato e impreziosito da un esoterismo lisergico il cui flusso è favorito da suoni sempre in perfetto equilibrio tra il magnetismo del Rock occulto, la progressione stordente della venatura settantiana e lo scuro riflesso del Doom. La carica greve dell'impianto sonoro dei Jex Thoth non è spinta ad avvalersi necessariamente di chitarroni opprimenti, ma si insinua furtiva attraverso le maglie di un'intelaiatura musicale perfetta e splendida nel suo incedere perennemente ricolmo di una misteriosa aura mistica che, torno a ripeterlo, raramente ho avuto la gioia di sperimentare.

Se "Jex Thoth", nonostante la sua innegabile bellezza, risultava alla volte leggermente ingenuo, spigoloso e vagamente indeciso, "Blood Moon Rise" ha davvero acquisito un'anima immortale: un'anima così elegantemente selvaggia, un'anima ricolma di una spiritualità e di una profondità concettuale e sensoriale così complete da far venire i brividi. Ebbene sì, lasciatemelo dire, lasciatemelo urlare a gran voce: "Blood Moon Rise" è un disco splendido, da vivere con il cuore e con ogni senso teso a catturarne le minime sfaccettature, è un vero Capolavoro. Dal canto mio, però, temo che tale definizione non renda giustizia a un lavoro di simile caratura, quindi questa volta mi sbilancerò come non mi è mai successo in una recensione: "Blood Moon Rise" fa parte di quella piccola cerchia di epocali gemme musicali che non si limitano a finire in cima alla classifica dei migliori dischi dell'anno, ma che finiscono di diritto tra i primi posti della playlist di un'intera vita artistica!

Aristocrazia Webzine © 2008. Design by :Yanku Templates Sponsored by: Tutorial87 Commentcute