lunedì 26 marzo 2012

OSHIEGO - Woe To The Conquered


Informazioni
Gruppo: Oshiego
Titolo: Woe To The Conquered
Anno: 2011
Provenienza: Singapore
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: Myspace - Facebook
Autore: Bosj, Akh.

Tracklist
1. Blood Omen
2. In Death My Dominion
3. Vae Victis
4. The Absolute
5. The Abyss
6. Decapitating The Sarafan
7. The Scion Of Balance
8. Into The Grave (Grave cover)

DURATA: 35:15

Lo sterminato mondo dell'underground non smette mai di stupire: questa volta veniamo contattati nientemeno che da una band di Singapore. Nonostante si possa pensare che la piccola isola-Stato malese viva placidamente ai margini del mondo, le fitte interconnessioni commerciali intrattenute con l'Occidente hanno in realtà veicolato in quelle lande, in qualche modo, anche il verbo del metal estremo, come gli Impiety ci dimostrano ormai da vent'anni sui palchi di un po' tutto il mondo: in quei cinque multietnici milioni di abitanti, insospettabilmente, si muove e si sviluppa una linfa musicale invidiabile, e gli Oshiego ne sono fulgido esempio.
Dediti ad un thrash/death di derivazione fortemente svedese, di quello più datato, alla Merciless, Nihilist e Grave (non a caso il disco è chiuso da una piacevole cover di "Into The Grave"), i cinque (ora quattro in realtà, dato che dal periodo delle registrazioni a questa recensione all'interno della formazione si sono avvicendati alcuni cambiamenti, tra cui l'abbandono di un chitarrista) riescono a far suonare "Woe To The Conquered" se non proprio fresco, sicuramente gradevole e a suo modo moderno, evitando con successo il rischio di presentare al pubblico un album "vecchio".
Oltre al classico rifferama compatto e quadrato, alla solistica non protagonista ma indubbiamente presente, gli Oshiego infondono quel tanto di groove e di cambi di tempo sufficienti per donare varietà e personalità al platter. Le soluzioni potranno non essere originalissime, ma il basso di "The Absolute", l'intro in crescendo e uptempo in blast-beat di "Decapitating The Sarafan", il cantato più gutturale di "Vae Victis" e, soprattutto, il passaggio iniziale quasi da dancefloor metallara di "The Abyss", creato ad hoc per ballare e scapocciare, seguito da mid-tempos e un assolo che non può non richiamare gli Unanimated di "Ancient God Of Evil", sono tutti elementi che contribuiscono alla scorrevolezza di un lavoro di debutto con molte luci e poche ombre.
Anche dal punto di vista della produzione, i Singaporeani entrano nell'arena a testa alta e senza temere confronti: dagli Snakeweed Studios di Singapore alla masterizzazione in Polonia, dal punto di vista formale il disco non conosce cali di sorta alcuna, tutti gli strumenti sono in perfetto equilibrio e distintamente riconoscibili, permettendo di apprezzare ciascun singolo passaggio registrato.
Se non fosse abbastanza, ecco poi una chicca per i nerd: l'intero disco è un concept nientemeno che relativo a Legacy Of Kain. Chissà cosa direbbe la Eidos...

Grazie Bosj per l’ottima analisi, se posso vorrei aggiungere alcune osservazioni.

Uno, è proprio vero che la musica estrema si è enormemente sdoganata, ed il fatto che Singapore abbia una buona scena ne è l’ennesima riprova anche se va tenuto a mente che gli Abhorer già imperversavano nel lontano 1987e.v e dopo di loro i già citati Impiety, è forse per questo che il paese asiatico mi pare trasudare putredine e violenza blasfema attraverso le sue band. Gli Oshiego però si discostano da questa ottica proponendoci un buon Death metal di stampo moderno nei suoni e per l’approccio preciso degli strumenti sempre affilati e puntuali, ma generalmente utilizzando un corposo riffing e una certa struttura dei brani di altra scuola come accennava il collega.

Ci troviamo quindi un ottima amalgama di varie influenze, veramente ben calibrate; se infatti si possono sentire venature di un certo Bolt Thrower sound, "Blood Omen" o "The Scion Ov Balance" se ascoltate ne potranno esser una riprova, possiamo anche rimarcare un certo approccio trita-vertebre in pennate devastanti di tipica impostazione Brutal Death lungo tutti i trentacinque minuti espressi, come inutile sarebbe ignorare gli accenni tipicamente U.S.A. ed europei.

La cosa da non sottovalutare è come un gruppo senza contratto che compie lo sforzo di autoprodursi non abbia assolutamente niente da invidiare ad act più affermati e seguiti, è vero, non ci sono miracoli o voli pindarici, ma la passione ed il sudore si avvertono profondamente e pure la convinzione nei loro mezzi, basti notare come vengono arricchiti di piccoli camei i vari brani, quali controtempi, sincopi o alterazioni, ciò dimostra che questi ragazzi credono in quel che suonano. I nostri si divertono davvero moltissimo a prendere gli ultimi venti anni di musica estrema e scremarli, sezionarli, inciderli ed innestarli fra loro con una invidiabile naturalezza, convertendo il tutto con una predisposizione all’attuale, al moderno. Infatti delle moltissime influenze old style sia Thrash che D.M. niente lascia pensare a deja vù o a un clichè preimpostato, fino ad arrivare ad un giro di basso funky core in apertura di "The Absolute" che si integra perfettamenta con la vena epica (infatti sovente Nile e Behemoth potrebbero esser l’accostamento giusto per rendere l’impatto degli Oshiego, basti ascoltare anche il loro ultimo brano per prenderne coscienza) del resto della canzone, soprattutto nei lead che a volte strizzano l’occhio al Tecno Death ed ai gruppi pionieri del genere.

La cosa piacevole è anche la preparazione degli strumentisti che non realizzano sbavature di sorta, risultando compatti e vari, costruendo una prova davvero encomiabile, sia nella fase compositiva, sia interpretativa. Insomma a mio modesto parere gli Oshiego davvero hanno tutte le carte in tavola per poter piacere ai fanatici del mondo del D.M., dando giusto spazio ad una formazione che ha voglia di spaccare e di farci sapere che ci sono anche loro fra le orde demoniache pronte alla conquista del globo musicale e non, dove non vengono certamente lesinate potenza, mastodonticità e dinamicità. Splendida la cover dei Grave, un masterpiece che viene rivisitato con sagacia ripulendolo dalla polvere degli anni e riportando sugli scudi un pezzo che ha scritto la storia del genere.

Francamente una mail a questi ragazzi gliela invierei essendo giunto a conoscere una realtà indubbiamente valida e che merita rispetto a prescindere dal fatto che siate degli ascoltatori esotici o meno, in quanto se volete D.M. questi ragazzi ve ne elargiranno di alta classe.

Oshiego? Il conquistatore.

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