domenica 3 giugno 2012

FESTER - A Celebration Of Death


Informazioni
Gruppo: Fester
Titolo: A Celebration Of Death
Anno: 2012
Provenienza: Norvegia
Etichetta: Abyss Records
Contatti: myspace.com/festernorway
Autore: Mourning

Tracklist
1. Rites Of Ceres
2. The Black Tower
3. March Of Death
4. I'll Hunt You Down
5. Metalized
6. Jeg Spytter På Deg
7. Last Day Of Battle Pt. I
8. Last Day Of Battle Pt. II
9. A Face For A Funeral
10. Rites Of Mortiis

DURATA: 54:25

Se avete seguito Aristocrazia nel corso dei suoi ormai quattro anni di vita, di sicuro avrete intravisto più volte il monicker norvegese dei Fester, la formazione guidata da Bjørn 'Tiger' Mathisen, in passato intervistato dal sottoscritto (troverete anche la nostra chiacchierata scrutando la pagina apposita), è tornata in piena attività e con una line-up rinnovata.
Mathisen, dopo aver messo in vita il progetto Sincera e avere rilasciato il primo lavoro "Cursed And Proud", ridà luce anche ai Fester. Dopo il best of "The Commitments That Shattered 1991-1992" del 2010, il combo con l'ingresso di nuovi elementi, Thomas Andresen alla chitarra (Sincera ed ex di Algol e Seance), John Bakker al basso (Gruesome, Kampfar ed ex dei Carpathian Full Moon) e i session Audun Kleive alla batteria e Raymond C. Pellicer a curare la parte elettronica e synth, si presenta con il terzo capitolo di quello che sembrava essere un viaggio ormai interrotto, ci viene regalato "A Celebration Of Death".
Il death/black scandinavo del disco risente dell'età anagrafica del progetto e la band utilizza questo suo mantenersi ancorata al passato con semplicità alle volte apparente, infila di seguito una doppietta iniziale scura e millenaria con "Rites Of Ceres" e "The Black Tower", i synth posti a ornamento su scheletri sonori scarni, grevi ma che vanno dritti al punto potrebbero far pensare a un album sin troppo statico, beh, non sarà proprio così.
In primis c'è da dire che la strana scelta di reclutare Audun Kleive, un jazzista che poco ha avuto a che fare con il sound metallico, è stata indovinata, il suo drumming passa da fasi particolarmente statiche ad altre in cui la dinamicità riesce ad alleggerire anche il carico di pezzi "mattone" (nel senso buono) come "Jeg Spytter På Deg" e "Last Day Of Battle Pt. 2"; sono decisivi poi i cambi di ritmo, pochi a dir la verità ma evidenti, è ad esempio azzeccato l'incedere in mid-tempo di "Metalized" che smuove la miscela viscosa che trascinando con sé detriti e odio rotola lentamente.
Se il percuotere delle pelli ha il suo perché, è altrettanto interessante l'uso che vien fatto dell'elettronica sempre pronta ad adornare i brani, "March Of Death", "I'll Hunt You Down", "A Face For Funeral" e "Rites Of Mortiis" si arricchiscono di ambientazioni da incubo e dall'alone mortifero, l'ultima traccia poi, come evidenziato dal titolo, vede la partecipazione di Mortiis come curatore del remix "industrialoide", è una chicca in più.
I Fester sono tornati in salute, si potrà obiettare che la proposta non spicchi per originalità, probabile, è anche vero che "A Celebration Of Death" è nero come la pece e non ha avuto nessunissimo bisogno di ricorrere a chissà quale stratagemma e super-produzione per far rivivere a pieno titolo ciò che era la natura death/black di una delle realtà storiche di una Norvegia che non esiste più.
Avreste voluto un altro "Silence"? In parte l'avrete.
Non vi attendevate nulla di rilevante da un come-back simile? Forse meglio così, adesso potrete gongolarvi ascoltando della buona musica nuovamente marchiata Fester.

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