lunedì 11 giugno 2012

SECRETPATH - Wanderer


Informazioni
Gruppo: Secretpath
Titolo: Wanderer
Anno: 2011
Provenienza: Cosenza, Calabria, Italia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: facebook.com/secretpath
Autore: Bosj

Tracklist
1. Essence Of Chaos
2. The Dark Forest Of My Insanity
3. In Praecipti Esse
4. ... And So I Return To The River
5. I'm Your Guide

DURATA: 28:57

Estrema qualità dal profondo Sud. I cosentini Secretpath si propongono con questo nuovo, corposo demo a poco più di un anno di distanza dal debutto "The Choice", datato aprile 2010. Come allora, anche il qui presente "Wanderer" consta di cinque pezzi per una durata complessiva di circa mezzora, e sempre come allora il gruppo inserisce nel mezzo un brano "atipico", cantato in latino ("In Praecipti Esse"). Pur non potendo approfondire oltre i parallelismi tra i due lavori, avendo mancato l'ascolto del debutto, posso però elogiare quanto presentato dal quartetto in questi cinque pezzi: etichettabili all'incirca come "melodic death/black metal", i Secretpath escono in realtà da molti binari, per trovare una strada tutta loro. Gli elementi da cui prendono le mosse sono sicuramente quelli del death e del black più o meno melodici, ma il risultato finale non assomiglia a questa o quella band in particolare.
La posta che i calabresi mettono sul piatto è alta: varietà, capacità tecnica, produzione quasi perfetta, packaging di livello.
Già dalla prima "Essence Of Chaos" abbiamo un assaggio dell'ottima prestazione vocale di Paolo Ferrante, in grado di spaziare dallo scream al growl senza perdere colpi, anzi donando incisività al brano, così come la chitarra fredda e asciutta di Pierluigi "Aries" Ammirata intesse orditi e strutture sempre interessanti e mai invasive (anzi, forse un poco sacrificate nel disegno complessivo, avrebbero dovuto godere di maggior risalto), a volte di chiara matrice black, altre al confine con soluzioni consone al death più brutale; alla base, la batteria di Francesco "Storm" Borrelli fornisce un ottimo supporto, spaziando tra momenti concitati a base di trigger e doppio pedale e tempi più dilatati, opportunamente scanditi da un più basso numero di colpi.
Con la successiva "The Dark Forest Of My Insanity", poi, Ferrante ci dà ulteriore prova della sua versatilità, mettendo in luce le proprie capacità con il cantato pulito, modulando la propria voce prima in modo basso e oscuro, poi muovendosi verso toni più "naturali", per tornare nuovamente agli estremismi tipici del genere.
Ecco quindi il brano di stacco, la latina "In Praecipti Esse", componimento interamente acustico dove Ferrante torna ad impostare la sua voce su un cantato quasi operistico.
Come era lecito aspettarsi, "... And So I Return To The River" si riassesta sui binari dei primi due brani, unendo a questi nuovi interludi acustici e dal cantato pulito e variegato, completando la ricetta di quello che, non ultimo sul piano testuale, è sicuramente il brano più strutturato del platter, dalla maggior personalità e, mi voglio sbilanciare, anche il più riuscito.
Conclude la furia di "I'm Your Guide", dove le chitarre sono questa volta più orientate alla scuola svedese, prima di condurre ad un breve finale che suscita come unica reazione quella di "riavvolgere" e far ripartire il disco da capo, in attesa che l'ennesima ottima realtà italiana sia notata da qualcuno che le permetta di fare il grande salto e uscire dagli stretti confini locali.

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