giovedì 3 dicembre 2009

HANDFUL OF HATE


Informazioni
Autore: Akh.

Formazione
Nicola Bianchi - Chitarra, Voce
Deimos - Chitarra
Nicholas - Basso
Andrea Bianchi - Batteria


Ciao Nicola, innanzitutto coma va?

Tutto bene, tutto procede...


Handful Of Hate, è una leggenda della nostra Musica estrema, cosa ti ha spinto a creare questo gruppo sia musicalmente che ideologicamente? Cosa significava per voi essere "Italian Occult Black Metal"?

Ricordo che agli esordi era una gran problema reclutare gente, passai per una primissima band chiamata Dust Of Darkness con la quale combinai pochissimo, poi, conosciute altre persone, cominciai a realizzare il sogno di un gruppo dai connotati decisamente estremi e neri, che facesse da tramite tra Death metal e Black. In quel periodo il boom norvegese era ancora modesto e come punti di riferimento avevo Morbid Angel, Blasphemy, Sarcofago e pochi altri, tra cui i primi Marduk ed i Darkthrone di "Soulside Journey". Secondo me il mix perfetto era un Death Black molto veloce, ma con melodie, tematiche riferite alle sfere nere dell'occultismo e in particolare il binomio magia sessuale e guerra.


Hai sempre dimostarto di avere un carattere forte, tenace contro le avversità in cui il gruppo incorreva e questo sei riuscito anche a trasmetterlo nella Musica degli Handful Of Hate. A tuo avviso in quale dei lavori si può cogliere maggiormente questo aspetto?

Al momento direi "Vicecrown", dove dimostrai di rialzarmi per l'ennesima volta, dando vita a un disco fondamentale di riscatto e di nuova vita. Dimostrai a me stesso di potercela fare da solo o quasi. Quando uscirà il prossimo sarà lui a stare in cima ai miei sforzi, poiché stavolta per rimettere tutto in piedi ho vinto una delle mie più grandi sfide, un vero e proprio autosuperamento.


"Hierarchy 1999" è un concentrato di violenza con cui avete dato la prima svolta al vostro modo di suonare. Di quel periodo mi ricordo una frase scritta all'interno del libretto: "Siete capaci di Odiarci? Fatelo!". Che tipo di reazione volevate scatenare nell'ascoltatore con quel messaggio? Volevate essere provocatori oppure cercavate di aprire certi canali naturali al lato più selvaggio e nero dell'animo umano? Un'altra cosa che mi colpì fu la dedica di quell'album, o meglio di "Opus", a Ugo Pandolfini: cosa significava per voi tale cosa?

"Hierarchy 1999" è il disco che avevo in mente già ai tempi di "Qliphothic Supremacy", il nostro esordio che solo in parte riuscii a realizzare come avrei voluto. Quella frase si riferiva a quella massa di idioti che continuamente ci covavano dietro le spalle, mossi da invidia e inettitudine. L'invito era ed è quello di odiarci se ne siete capaci, ci renderete più forti. Ad Ugo è dedicato anche il nostro demo e il nostro primo album, è stato il nostro primo bassista, morto all'età di diciassette anni. Non voglio aggiungere altro, è una cosa personale e a distanza di quindici anni dal fatto porto dentro ancora il suo nome attraverso le mie attività musicali.


Fra "Hierarchy 1999" e "Vicecrown" è passato un bel po' di tempo, a dire il vero parecchio per un gruppo che comunque ci ha sempre fatto vedere che lavorava duro. Eccetto un 7″ e la partecipazione a una compilation, non siete mai stati cosi tanto lontani dal mercato. Reimpostare nuovamente il vostro suono vi richiese tutto questo tempo oppure ci furono altre motivazioni a rallentarvi?

Principalmente ci impedirono di essere costanti i problemi di line-up. Facemmo il 7″ EP "Death From Above" e la compilation per Code666 che poi ci portò al contratto e alla realizzazione di "Vicecrown". Penso che la ripartenza avvenne proprio ad inizio 2002, quando mi misi sotto e composi "Vicecrown", una sorta di rinascita o meglio evoluzione di me stesso come musicista. Da lì in poi molte cose sono cambiate in meglio e, nonostante la formazione abbia ancora subito forti rimaneggiamenti, la band si è proposta a livelli più alti, ha affrontato l'estero e un pubblico maggiore.


Come detto "Vicecrown" si è arricchito di altri elementi, il vostro suono si appesantisce e in alcuni tratti appaiono break e rallentamenti devastanti, uniti al vostro oramai classico marchio di fabbrica fatto di violenza e velocità. Cambia anche l'approccio lirico a mio avviso e l'immagine del gruppo si fa piu "raccapriciant": viene coniato il termine "Carnal Black Metal". A tuo avviso questo disco può essere considerato la pietra su cui la nuova direzione degli Handful Of Hate ha eretto le proprie fondamenta stilistiche?

Esatto proprio così! Eravamo troppo facilmente accostabili alla scena scandinava, da questo disco tutto cambia. Non ho mai affrontato le tematiche tipiche del Black metal nei testi, ovvero offese a Cristo gratuite e inni a satana piuttosto puerili. Mi sono chiesto: di tutto questo cosa mi interessa realmente? Beh, l'aspetto terreno, la carnalità, quello che di infame e raccapricciante c'è nell'uomo. Non inneggio in maniera mistica, ma vivo quello che ho intorno... L'inferno è qui, basta saperlo leggere.


Da sempre dicesti che la Svezia musicale ha influenzato il vostro suono. In che maniera credi di aver subito tale influenza? E in particolare chi fra Setherial, Marduk e Dark Funeral ha dato una maggior spinta al vostro modo di suonare? Cosa ne pensi di quei gruppi?

Mi hanno molto influenzato le ultime due band, non lo nego. I Marduk sin dal primo album "Dark Endless" e poi "Those Of The Unlight", dissi: "Ecco! Questi sono perfetti!". I Dark Funeral invece li ho scoperti dopo, al tempo del loro primo mcd e del full "The Secrets Of the Black Arts" e pensai: "Questo secondo me è black puro! Come dovrebbe essere almeno quello sparato a mille!". I Setherial sono degli amici, ma sono una band praticamente a noi coeva, non mi hanno mai influenzato, anche perché penso che il loro disco migliore, "Hell Eternal", sia un po' un Dark Funeral atto secondo, magari un po' finto a livello di batteria ma sicuramente efficace. Quello che fanno adesso è ben suonato e ben prodotto, ma non mi dice niente di particolare.


Con "Gruesome Splendour" la produzione migliora nettamente, anche rispetto alla già più che valida qualità di "Vicecrown": cosa è cambiato? A mio avviso in questo album la voce è quella che maggiormante ha ricevuto benefici, divenendo un tutt’uno con la struttura musicale ed acquisendo uno spessore che in altri cd non sempre era riuscita a raggiungere, data la personalissima voce che
possiedi, dal timbro acuto ed asprissimo. Cosa ne pensi in tal senso? E più in generale cosa ne pensi del lavoro svolto su quel disco anche a livello di arrangiamenti? Cosa significa per Nicola Bianchi "Gruesome Splendour"?

Cambiò il budget! [ride] Oltre a questo secondo me "Gruesome Splendour" è la continuazione di "Vicecrown", solo potenziata! Hai ragione, ho una voce maledettamente particolare e praticamente ho imparato ad usarla a partire dal promo che facemmo nel 2001 e poi sì in "Vicecrown". Mi ci è voluto tempo per usarla con le dinamiche giuste e gli effetti giusti. Comunque sia considero "Gruesome Splendour" un punto di arrivo. Bella produzione, alcune pecche, soprattutto a livello ritmico, ma nel complesso un disco che ne ha spazzati via molti altri, come del resto "Vicecrown".


Il vostro concetto di Black Metal Carnale passa tramite le pulsioni più accese del piacere umano. Cosa significa per voi il sesso e come influenza le vostre liriche attuali e passate?

Lo vivo in due fasi ed entrambe sono collegate da una cosa univoca: la mente. Vivo il Vizio a livello culturale, letture, immagini, fotografia etc ed a livello pratico dove cerco di realizzare quello che ho in mente. Quello di cui parlo nei testi non è cosa molto lontana da me, ma rappresenta la mia vita, seppur non abbia ancora mai ucciso nessuno!


Si sa che H.O.H è uno schiacciasassi in sede live, ne ho avuto riprova molte volte. Cosa significa per voi suonare dal vivo? Cosa vi trasmette questa situazione e come vi relazionate con il pubblico? In questo senso H.O.H ti appaga o necessiti di altri gruppi o progetti collaterali per tirare fuori in tutta la sua completezza il tuo estro musicale?

Personalmente penso che l'aspetto live sia fondamentale. Un conto è registrare un disco, un altro è presentarlo live, la cosa si completa al 100%. Dal vivo riesci a dare un aspetto diverso della band, che col disco non viene percepito ed è quello che vado a ricercare quando vado a vedere i concerti. La relazione col pubblico cambia da serata a serata, in base al coinvolgimento e a tante altre variabili. Dipende molto da chi ci segue la riuscita di un concerto o quel qualcosa in più che fa diventare una buona serata esaltante. Noi partiamo sempre per dare il massimo in qualsiasi circostanza. Con Handful Of Hate appago le mie caratteristiche sul palco, ma è indubbio che trovandomi a contatto con musicisti differenti e professionisti tutti i giorni nascano anche nuove idee per vari progetti. Vedi Deviant Pulse (porno grind), con cui ho già fatto due date ed ho intenzione di registrare qualcosa a breve, oltre a un embrione di band chiamata Assur ancora tutta da vedere, ma si prevede un mix tra Thrash e Black vecchio stile. Vedremo... io già con HoH sono impegnato al 100%, la riuscita di questi progetti dipenderà dal grado di impegno dei partecipanti, perché non riesco a gestire tre band differenti da solo.


Vi state preparando al nuovo lavoro con una nuova formazione, che cambiamenti dovremo aspettarci e per quando è prevista l'uscita del nuovo materiale?

Sì! Ho finito ieri di registrare le voci sul nuovo album. L'uscita è prevista per la prima settimana di novembre 2009. Titolo: "You Will Bleed". Il nuovo disco penso sia un completo, molto strutturato, potente, ma allo stesso tempo anche veloce. Sono curioso anche io di vedere come andrà.


Ti ringrazio per la cortesia e la disponibilità, chiudi come meglio credi...

Grazie per il supporto, spero di vederti presto in occasione di qualche concerto. Un saluto a tutti coloro che ci seguono ed apprezzano.

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