giovedì 3 dicembre 2009

INHEARTED - Deduced To Purgatory





Informazioni
Anno: 2008
Gruppo: Inhearted
Etichetta: Ablaze Productions
Autore: Bosj

Tracklist
1.Walk the Earth
2.Hell’s Damnation
3.Parental Slaughter
4.Aesthetic Existence
5.Deathlike Silence
6.Blackcrowned
7.Revelation

DURATA: 31:00




Un primo ascolto a sorpresa, senza informazioni di sorta, porterebbe i più ad etichettare questo disco come l’ennesima produzione svedese di una quindicina d’anni fa. Si rivela piuttosto sorprendente, quindi, trovare sul booklet foto di ragazzotti sudamericani e una protezione dei diritti d’autore risalente al 2008; eppure è proprio così, gli Inhearted arrivano dal Messico e sono al loro primo lavoro, distribuito dalla conterranea Ablaze Prods [http://www.myspace.com/deathablazeprods].
La proposta è tanto classica e in un certo senso anacronistica quanto valida e trascinante: i cinque ragazzi (due chitarre, basso, batteria e voce, come da copione) pescano a piene mani dal calderone scandinavo dei primi anni ’90 e sbattono in faccia all’ascoltatore sette pezzi compatti, veloci e piacevolissimi. “Walk The Earth”, tra una nota e l’altra, porta scritto in fronte “Blinded By Fear”, così come “Aesthetic Existence” richiama a gran voce quanto sentito in If Emotions Still Burn. Il picco più originale del pattern è probabilmente rappresentato dalla centrale “Deathlike Silent”, che con il suo veloce e riuscito assolo porta quella minima variazione al complesso, che successivamente si rituffa in parallelismi quali i suddetti.
Niente di nuovo sotto il sole, alla fine, ma quando il risultato è un concentrato di riffoni accattivanti, paroloni di sconforto abbaiati a più non posso e impeccabile doppia cassa, qualcuno davvero se ne cura? Il death di scuola At The Gates impregna da capo a piedi questo Deduced To Purgatory, facendone quindi un disco “for fans only”, che non potrà non essere consumato dagli appassionati della scena così come non sarà risparmiato da pesanti accuse da parte di coloro che cercano qualche piglio di originalità nelle bands al debutto (o, più semplicemente, non tollerano le sonorità svedesi).
Per chi scrive, purtroppo, non c’è verso di estrarre il disco dallo stereo e riporlo nella sua custodia.
Forse proprio questa poca originalità ha però portato il gruppo ha sfaldarsi prematuramente, prima di poter trovare una propria e personale collocazione artistica; è di pochi mesi fa infatti la notizia che dei cinque membri autori di questo album di debutto, il solo batterista è rimasto a tener viva la band, nonostante si dica in cerca di compagni per riportare in vita il progetto.

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