giovedì 3 dicembre 2009

IMAGO MORTIS - Ars Obscura





Informazioni
Gruppo: Imago Mortis
Anno: 2009
Etichetta: Drakkar Productions
Autore: Cupra

Tracklist
01. Nox Perpetua
02. Summa Regina Mortorum
03. Ars Obscura
04. Cassa Morta
05. Mortis Pestilentia
06. 1330

DURATA : 51:24



L’autunno è alle porte e con esso si manifesta il ritorno degli Imago Mortis, storica band del panorama Black metal italiano attiva sin dal lontano 1994. A tre anni dall’ottimo “Una Foresta Dimenticata” e dopo la ristampa su cd del demo “Mors Triumphalis” (risalente al 2001), la realtà bergamasca presenta “Ars Obscura,” album che, con le sue sei lugubri litanie, ci proietta in una realtà apparentemente remota ed arcaica eppure molto più familiare e quotidiana di quanto immaginiamo.
“Ars Obscura” è una celebrazione della Morte, abilmente personificata nei testi di Abibial, che si fa portavoce delle sue manifestazioni, del suo sapere millenario e della vibrante attesa nel portar via l’ultimo rantolo.
Il sound degli Imago Mortis gela letteralmente il sangue nelle vene e come non mai. Le chitarre veloci e ossessive scarnificano qualsiasi cosa trovino sulla loro strada, affilate e dotate di un retrogusto plumbeo. Abibial sa farsi magistralmente interprete, attraverso il suo screaming spettrale e ruvido, degli encomi alla morte narrando le sue storie, i riti blasfemi che si consumano all’ombra della luna e lontano dalle mura cittadine.
Si aprono le danze con “Nox Perpetua”, introdotta da una strofa sussurrata molto efficace nel creare una sensazione di attesa e tensione, per poi sfociare in un riffing serrato e tagliente, sostenuto da una drumming martellante e da accordi sinistri e ipnotizzanti ai quali si aggiungono dissonanti arpeggi dal candido tocco. “Summa Regina Mortuorum” è aperta da un incedere cupo e snervante che lascia poi spazio al gelido turbinio delle chitarre, abili nel ricreare trame macabre ed eteree allo stesso tempo. Non ci sono cali di tensioni o brani meni ispirati: il livello compositivo di “Ars Obscura” è davvero alto, basti sentire proprio l’omonima titletrack, variegata nella struttura ritmica e con trame di chitarra maestose e concitate allo stesso tempo. Sublime la lunga “coda finale” giocata su un patterns lenti e asfissianti dal sapore Doom, sorretti da funebri ragnatele sonore che vibrano sotto le invocazioni latine di Abibial, intento a recitare indicibili e occulti saperi. E’ poi la volta di “Cassa Morta” (caccia morta), brano dalla forte ascendenza scandinava, con testo interamente in bergamasco: le dinamiche veloci e incalzanti riproducono a meraviglia le movenze di immaginari inseguimenti tra alberi scheletrici sferzati dal vento e dalla neve, in cui la preda verrà portata allo sfinimento e a raccoglierla sarà madre Morte.
Gli ultimi due brani, “Pestilentia” e “1330”, sono legati sotto il profilo tematico trattando del morbo della peste nera che imperversò in Europa dalla seconda metà del XIV secolo. “Pestilentia”, come da titolo, è avvolta da un alone malsano e tetro, che regala un senso di precarietà e sconfitta: micidiale nelle parti più rabbiose, il brano presenta delle inflessioni pungenti e malefiche unite ad un sentore di sciagura che si fa progressivamente più palpabile. L’epilogo dell’album, “1330” , è aperta da un sound maestoso che accompagna l’entrata in scena della Morte Nera, per poi incupirsi fino ad assumere tonalità funeste e angosciose. Quasi a sorpresa la parte finale della traccia assume le movenze di una ballata medievale (la prima volta che ho ascoltato questo brano leggendo il testo, il mio pensiero è volato a Françcois Villon e alla sua “Ballata degli Impiccati” ma concepita “alla rovescia”, dal momento che qua invece che pregare Gesù Cristo c’è un totale abbandono alla morte e ai suoi “doni), in un vortice incalzante e ossessivo che ci lascia precipitare verso l’oblio.
Da quanto avrete capito “Ars Oscura” rappresenta per la sottoscritta uno dei migliori episodi di questo 2009 e l’ennesima conferma di come gli Imago Mortis siano tra le realtà più valide del panorama Black Metal italiano. I tre anni di silenzio da “Una Foresta Dimenticata” sono stati abbondantemente ripagati da questo lavoro che saprà emozionare sia i fans della band sia coloro che si avvicineranno per la prima volta alla realtà orobica
“Beneandante ferma il tuo passo… scruta attento oltre il cancello!
Osserva la Dimora dei Morti!
I loro lumi vagano lungo le strade solitarie e i luoghi di immonde tragedie
Unirsi a loro significa sposare la caduta del tempo…
Accetta il loro dono, sii custode dei loro segreti!
Affinché il nuovo arrivato possa portare il peso della Non Morte!”

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