mercoledì 2 dicembre 2009

WITCHING HOUR - Rise Of The Desecrated



Informazioni
Gruppo: Witching Hour

Anno: 2009
Etichetta: Undercover Records
Autore: ticino1


Tracklist
1. Rise of the Desecrated
2. Eternal War
3. Burn the Witch
4. Pedophiliac
5. Underworld Alliance
6. Blood in the Alleys
7. Vlad the Impaler
8. Cold Grave 04:57
9. Witching Hour (Bonus LP)

DURATA : 32:13



É difficile giudicare il lavoro di un gruppo dedito all’old skull perché:
1. Old School = Nulla di nuovo
2. L’autore é assuefatto alle sonorità metalliche “antiche”
Cito una frase di Tobias Forge (Repugnant) dal libro di Daniel Ekeroth sul death svedese: “Bisogna avere un’aggressione e passione puberale, genuina” (per suonare sporco e cattivo). Tenterò di considerare il disco da questo punto di vista e di restare obiettivo nei suoi confronti.
Dopo il primo ascolto è chiaro che i pezzi sono un vero pugno in faccia e che non deluderanno nessun amico del thrash teutonico di buona fattura. Rise Of The Desecrated è proprio l’inizio che mi aspettavo a ogni concerto visitato in gioventù. Trepidante stavo di fronte al palco attendendo che le note uscissero dai box per poi entrare nel pozzo a fare casino e a spaccarmi le ossa. La voce di Jan Hirtz è lo strumento ideale per accentuare i riff taglienti della squadra di chitarra e ricorda vagamente i tempi d’oro di Jeff Becerra con i Possessed. I pezzi che seguono lasciano poco spazio alla pietà che desidererebbe l’ascoltatore più sensibile. Una salva thrash segue l’altra!
Quando comandai il demo Arrival Of The Dark Throne chiesi per curiosità, quali fossero i progetti futuri del gruppo. La risposta fu del tipo: “Progetti? Mah, per ora vogliamo divertirci, poi vedremo”. L’atteggiamento si rispecchia nei pezzi che non mostrano grandi evoluzioni rispetto agli esordi, ma che invitano comunque a scuotere la testa fino a morire in nome del metal. Spero che la band non s’insabbi nel circuito dell’autocopiatura, ma che continui ad attingere nell’immenso calderone della vecchia scuola (e non, perché no?), ad evolversi e che riesca a sfornare pagnotte musicali con tocchi rinfrescanti rispecchianti un’identità tipica, degna dei Witching Hour.
Dopo tanta lode, è arrivato il momento di rendere pubbliche le pecche. La produzione è un poco sfasata per i miei gusti. Se le chitarre e la voce sono chiare, il basso si perde, la batteria, questo è il punto che mi disturba di più, è troppo prominente coprendo nelle parti veloci il resto. Cito come esempio l’inizio di Vlad The Impaler che affoga nell’ondata di tamburate.
È difficile predire il futuro del gruppo e d’altronde non tocca a me farlo. Sono però convinto che questi musicisti siano da seguire e che ci sorprenderanno anche in futuro con dischi validissimi.

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