lunedì 30 gennaio 2012

MASS OBLITERATION - Auschwitz


Informazioni
Gruppo: Mass Obliteration
Titolo: Auschwitz
Anno: 2011
Provenienza: Gaeta, Lazio, Italia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: massobliteration.wordpress.com
Autore: Bosj

Tracklist
1. Sul Fondo
2. Larve
3. Schiavi E Padroni
4. Scrivere

DURATA: 28:03

È con colpevolissimo ritardo che vi presento il progetto Mass Obliteration, una volta band, ora idea solista del capitolino Andrea Lisi. Dopo due ep rilasciati su cd-r dediti (stando al materiale pervenuto, non conoscevo l'act all'epoca e non ho ascoltato i lavori interamente, ma solo quanto è disponibile sul web, è bene premetterlo) ad un più esplicito death metal, con questo terzo "Auschwitz" i binari su cui corre l'idea del polistrumentista nostrano sono cambiati notevolmente.
L'approccio do-it-yourself è rimasto - anzi si segnala che questo interessante esperimento è disponibile solo e soltanto in download gratuito per tutti i curiosi - così come l'estremismo musicale, ma non parliamo più di death metal, bensì di qualcosa di indefinito, oscuro e meno commerciale ancora: i quattro brani sono infatti un novero di bordoni, feedback e distorsioni spesse e dure come muri di cemento, permettendo la catalogazione del materiale, per chi fosse fan delle nomenclature, nel filone dark ambient e noise, aggiungendosi a questo però la presenza di un cantato pulito, asettico, in italiano. Immaginate cosa accadrebbe se Lustmord, Northaunt e P.H.O.B.O.S. si ritrovassero in una camera oscura con Giovanni Succi dei Bachi Da Pietra ed iniziassero a discorrere di Primo Levi. Perchè, tra le altre cose, questo ep è la personalissima interpretazione che Lisi dà in "poesia e musica, o meglio rumore" di "Se Questo È Un Uomo" dello scrittore torinese.
Colpisce comunque trovarsi un'intervista a Levi stesso messa in musica, o meglio messa "su suoni", nove minuti e oltre in cui Levi parla della sua esperienza mentre Lisi distorce ed angoscia l'ascoltatore con una base graffiante e disturbata ("Scrivere").
Negli altri tre casi, invece, la parola è sempre molto fredda, distaccata; il testo, sempre in italiano, non è mai elaborato, bensì minimale, i versi asciutti ed essenziali, perchè quanto viene detto non necessita spiegazioni.
Così come non è necessario spiegare i motivi per cui vale la pena tentare questo ascolto, che parla di una storia nota, talmente nota da essere quasi opportunisticamente abusata in sede mediatica, qui affrontata da un'angolazione inedita e con fredda chiarezza.

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