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lunedì 23 gennaio 2012RADAR MEN FROM THE MOON – Intergalactic Dada & Space TrombonesInformazioni Gruppo: Radar Men From The Moon Titolo: Intergalactic Dada & Space Trombones Anno: 2011 Provenienza: Olanda Etichetta: Autoprodotto Contatti: myspace.com/radarmenfromthemoonnl Autore: Mourning Tracklist 1. Space Colonists 2. The Wire 3. Intergalactic Dada & Space Trombones 4. The People Who Stay On The Earth Will Explode 5. Moonjuice DURATA: 46:38 La gente ha bisogno veramente di drogarsi quando basterebbe mettere un buon disco "on air"? Ma chi glielo fa fare... Necessitate di uno svago? Siete stanchi delle vostre quattro mura? Amate lo stoner? E allora una soluzione la si trova sempre e comunque, prendiamo oggi in causa quella fornitaci dai Radar Men From The Moon. Partiamo dal simpatico monicker preso in prestito da uno sci-fi movie del 1952, a cosa potrà farvi pensare? La musica del trio olandese composto da Tony Lathowers (batteria, synth e campionamenti), Jan Titus Verkuijlen (basso) e Gleen Peters (chitarra nonchè curatore dell'artwork) è un trippone di portata mastodontica, prendete un frullatore gigante e infilate dentro: Kyuss, Hawkwind, Colour Haze, Hypnos 69, Astrosoniq, Pink Floyd, My Sleeping Karma e quanti altri nomi volete voi riconducibili a "sturbamenti" sonori che vi permettano di viaggiare senza meta nell'infinito stellare e avrete fra le mani "Intergalactic Dada & Space Trombones", poco più di quarantacinque minuti di heavy/psych/stoner che vi sollazzerà facendovi dimenticare le preoccupazioni del giorno (e probabilmente anche di quelli a seguire). Le canzoni concatenate una all'altra e dalle durate importanti, non si scende mai al di sotto degli otto minuti, sono costruite in modo da evitare fasi prolungatamente statiche, in questo senso è importante il più che discreto dinamismo fornito alle basi da Toni e Jan. Un enorme megalite strumentale, l'album non è provvisto di sezione vocale, le uniche apparizioni che potrete annoverare al suo interno vengono a galla grazie a samples inseriti a mo' d'intro nell'opener "Space Colonists", nella successiva "The Wire" nella quale il lavoro di chitarre si fa più spesso, imponente e sul finire dell'ultima "Moonjuice". Le qualità che un fruitore abituale di dischi come questo va ricercando vi sono tutte, le scanalature groove, le fughe psichedeliche a dilatare gli spazi e rendere più eterea una proposta che in più di un'occasione si rifugia anche in soluzioni che pescando dal kraut-rock e spingendo sul pedale stoneriano soprattutto, in "The People Who Stay On Earth Will Explode" che aumenta il numero degli ottani in circolo sino a quel momento, ci regalano una prestazione inebriante, signori è pura, semplice goduria. È decisamente strano che nessuna label di settore, penso a gente come la Elekthrohasch, la Nasoni ma anche la Sulatron Records di Sula Bassana, abbia ancora messo le mani su questa band gioiellino, quello che invece io posso fare adesso è consigliarvi di prendere la prima astronave, inserire "Intergalactic Dada & Space Trombenes", lo spazio vi attende per una gita "all relax"!!! |
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