Informazioni
Gruppo: Radar Men From The Moon
Titolo: Intergalactic Dada & Space Trombones
Anno: 2011
Provenienza: Olanda
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: myspace.com/radarmenfromthemoonnl
Autore: Mourning
Tracklist
1. Space Colonists
2. The Wire
3. Intergalactic Dada & Space Trombones
4. The People Who Stay On The Earth Will Explode
5. Moonjuice
DURATA: 46:38
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Necessitate di uno svago? Siete stanchi delle vostre quattro mura? Amate lo stoner? E allora una soluzione la si trova sempre e comunque, prendiamo oggi in causa quella fornitaci dai Radar Men From The Moon.
Partiamo dal simpatico monicker preso in prestito da uno sci-fi movie del 1952, a cosa potrà farvi pensare? La musica del trio olandese composto da Tony Lathowers (batteria, synth e campionamenti), Jan Titus Verkuijlen (basso) e Gleen Peters (chitarra nonchè curatore dell'artwork) è un trippone di portata mastodontica, prendete un frullatore gigante e infilate dentro: Kyuss, Hawkwind, Colour Haze, Hypnos 69, Astrosoniq, Pink Floyd, My Sleeping Karma e quanti altri nomi volete voi riconducibili a "sturbamenti" sonori che vi permettano di viaggiare senza meta nell'infinito stellare e avrete fra le mani "Intergalactic Dada & Space Trombones", poco più di quarantacinque minuti di heavy/psych/stoner che vi sollazzerà facendovi dimenticare le preoccupazioni del giorno (e probabilmente anche di quelli a seguire).
Le canzoni concatenate una all'altra e dalle durate importanti, non si scende mai al di sotto degli otto minuti, sono costruite in modo da evitare fasi prolungatamente statiche, in questo senso è importante il più che discreto dinamismo fornito alle basi da Toni e Jan.
Un enorme megalite strumentale, l'album non è provvisto di sezione vocale, le uniche apparizioni che potrete annoverare al suo interno vengono a galla grazie a samples inseriti a mo' d'intro nell'opener "Space Colonists", nella successiva "The Wire" nella quale il lavoro di chitarre si fa più spesso, imponente e sul finire dell'ultima "Moonjuice".
Le qualità che un fruitore abituale di dischi come questo va ricercando vi sono tutte, le scanalature groove, le fughe psichedeliche a dilatare gli spazi e rendere più eterea una proposta che in più di un'occasione si rifugia anche in soluzioni che pescando dal kraut-rock e spingendo sul pedale stoneriano soprattutto, in "The People Who Stay On Earth Will Explode" che aumenta il numero degli ottani in circolo sino a quel momento, ci regalano una prestazione inebriante, signori è pura, semplice goduria.
È decisamente strano che nessuna label di settore, penso a gente come la Elekthrohasch, la Nasoni ma anche la Sulatron Records di Sula Bassana, abbia ancora messo le mani su questa band gioiellino, quello che invece io posso fare adesso è consigliarvi di prendere la prima astronave, inserire "Intergalactic Dada & Space Trombenes", lo spazio vi attende per una gita "all relax"!!!