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lunedì 23 gennaio 2012SVARTI LOGHIN - Sea Of GreenInformazioni Gruppo: Svarti Loghin Titolo: Sea Of Green Anno: 2011 Provenienza: Svezia Etichetta: A.T.M.F. Contatti: myspace.com/svartiloghin Autore: Mourning Tracklist 1. Cloud Man 2. Sea Of Green 3. Transparent 4. Celestial Bound In Cosmic Infinity 5. Black Moon DURATA: 26:05 A distanza di un anno eccoli di nuovo qui fra noi, gli Svarti Loghin dopo quel piccolo gioiellino di "Drifting Through The Void" si ripresentano al pubblico con l'ep "Sea Of Green" che dividerà di certo in due i fan della band. È una fase di transizione? Stanno sperimentando? E' la dichiarazione d'abbandono nei confronti delle sonorità più "dure"? Non lo so, l'unica certezza che i cinque pezzi di questo disco mi hanno fornito è che l'animo melancolico e "positivo" che avevo riscontrato nel precedente lavoro si è affinato, è stata intrapresa una ricerca ancor più intimista e legata al flavour seventies sfruttando la psichedelia e scelte folkloristiche di una semplicità disarmante e di una bellezza rara. È possibile notare infatti come l'accoppiata formata da "Cloud Man" e "Black Moon", similari per mood e impostazione priva di base ritmica, sia un esempio di arte priva di fronzolo, le chitarre acustiche la fanno da padrone, la voce di Johan Lindström è pulita, limpida, la seconda traccia nominata sembra uscita dal periodo grunge di "Jar Of Flies" degli Alice In Chains e non è assolutamente un caso, avrete notato come quel movimento abbia influenzato il sound degli svedesi nel corso delle uscite. L'essenza che zampilla fuori dalle note è quella del più puro dei rock, la titletrack discretamente articolata nei suoi quasi sette minuti e mezzo di durata mette sul piatto una componente "shoegaze", niente di odierno parlo del sound che i Jesus And Mary Chains portarono in auge nel corso degli eighties, "Transparent" è l'eccezione alla regola, l'unica che alimenta il fuoco immettendo la distorsione alle sei corde "ingrigendo" l'atmosfera mentre "Celestial Bound In Cosmic Infinity" con la sommessa vivacità che vi fa capolino, con quel pizzico di espressività solare che s'incrocia, con le melancolie diluite nei suoni allungati della voce fa intravedere quello spiraglio di luce apertosi già nelle fasi più "chiare" di "Drifting Through The Void". Pensate di essere immersi nella foresta, d'avere intorno a voi solo la natura e di poterne cogliere le fragranze guidati da una musica che non necessita di forzature digitali né di alterazioni particolari, sono le "voci" che rimbalzano fra le fronde degli alberi, i fruscìì del vento e il rispondersi della fauna a creare quella musica, ora datele un corpo e una faccia, pensate a questo combo svedese e all'immersione che anno dopo anno li ha condotti a produrre questo "Sea Of Green", un "Mare Di Verde" dove non esiste confine a meno che non siate voi a porlo, se codesta non è libertà come vorreste definirla? Inizialmente ho posto l'accento sulla questione metal - non metal, personalmente ritengo che un grandissimo "chi se ne frega" ci stia tutto, la qualità delle emozioni e della musica mi conduce all'ascolto ripetuto di quest'ennesimo parto in casa Svarti Loghin, i più affezionati alla visione con reminiscenze blackeggianti, fra le altre cose tutt'altro che "depressive", etichetta a parere di chi scrive affibbiata alla formazione in maniera molto più che "random", diano una possibilità all'ep di girare nello stereo, se sono riusciti a concepire l'evoluzione dello stile sinora, non vedo perché non provare a calarsi definitivamente all'interno di uno splendido mondo qual è il loro, lasciate di lato i preconcetti e godetevi l'arte. Cosa combineranno in futuro? Con quali sonorità avremo a che fare? Chissà, la bravura e la versatilità del combo aumentano la curiosità in proposito, attenderò quindi il full successivo nella speranza vi sia ancora una volta una "sorpresa" gradita pronta a conquistarmi. |
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