Informazioni
Gruppo: Golden Sextion
Titolo: The Golden Age
Anno: 2012
Provenienza: Italia
Etichetta: Logic(il)logic Records
Contatti: facebook.com/GoldenSextion
Autore: Mourning
Tracklist
1. Hi-Tech Love
2. White Wall
3. Sex’N’Roll
4. Portrait
5. So Far From This Day
6. Jesus On My Back
7. Saints Are Gone
8. The Silicon Age
9. Hidden Truth
10. My Pain
11. From High
DURATA: 48:46
Una normale domenica di mare, zona Aci Castello, un paio di amici e musica ovviamente ad allietarci, ognuno porta del suo perché d'ascoltare le "menate" passate gentilmente dal lido non se ne ha proprio né la voglia né la pazienza e giunto il mio turno inserisco la copia di "Silicon Age" dei Golden Sextion giuntami per la recensione.
Con enorme piacere ricevo consensi positivi dai più che chiedendomi notizie sulla band esordiscono quasi sempre con questa frase: "bravi sti ragazzi, di dove sono? Americani vero?" Ora io mi chiedo: perché dovrebbero essere statunitensi? Perché cantano in inglese e il suono è lontano anni luce da stronzate tipo i Finley? Nella piacevole sorpresa d'aver trovato qualcosa che risultasse gradito ai più, ho constatato a mie spese quanto ancora ci si meravigli scoprendo che un gruppo italiano possa creare della buona musica.
La formazione modenese composta da Fausto Giovannini (basso), Andrea Lusenti (chitarra), Gianvittorio Vandelli (batteria) e Fabio Dessi (voce) ha prodotto un disco che si lascia ascoltare dall'inizio alla fine, nella sua gradevole composizione "The Silicon Age" offre una varietà d'approcci e soluzioni stilistiche capaci di attirare più tipologie d'ascoltatori.
La tracklist contiene brani dall'essenza massiccia e trascinante, la tripletta d'apertura che vede susseguirsi in rapida successione "Hi-Tech Love", "White Wall" e "Sex'N'Roll" sciorina tutto il repertorio in possesso del combo, le chitarre sono roboanti e prestanti, c'è il ritornello che ti conquista e una sezione ritmica che ti trascina con sé e se il buon giorno si vede dal mattino, è un bel sole caldo quello che sembra splendere. Certo non è facile mantenersi sempre su livelli alti come quelli proposti inizialmente e qualche piccola battuta d'arresto la si nota in una fase centrale nella quale spiccano soprattutto "Portrait", dov'è ancora una volta il chorus a fare la differenza, e la ballad "So Far From This Day" che ci regala un Dessi in splendida forma, vario e accattivante, è senza ombra di dubbio la sua interpretazione più bella e convincente anche dal punto di vista emotivo; toccherà attendere poi la titletrack e "From High" per ritornare a brillare in questa maniera. L'operato di basso e batteria è fantastico quanto la sintonia fra la chitarra di Lusenti e la voce del Dessi portando a conclusione questo buonissimo debutto.
C'è qualche piccolo dettaglio da rivedere, Fabio non è proprio a suo agio nelle note più acute e in certi frangenti qualche lieve calo ne mostrare una lucidità non sempre sfoggiata come si potrebbe, bisogna però dare atto ai Golden Sextion d'essere una realtà che oltre a fornire della musica gradevole usa parecchio il cervello.
Le tematiche affrontate nei testi, ben lontane dai cliché sviscerati a ripetizione, rivelando uno spirito particolarmente attuale, provano a far ragionare l'ascoltatore, questo è un punto che vi consiglio vivamente d'approfondire e non vi offrirò altri dettagli, andate e scoprite.
I Golden Sextion possiedono talento e qualità che possono ancora essere levigate, rifinite e "The Silicon Age" auguro loro sia solo la prima di una serie di prestazioni in crescendo, continuare su questa strada darà sicuramente i suoi validi frutti.
Gruppo: Golden Sextion
Titolo: The Golden Age
Anno: 2012
Provenienza: Italia
Etichetta: Logic(il)logic Records
Contatti: facebook.com/GoldenSextion
Autore: Mourning
Tracklist
1. Hi-Tech Love
2. White Wall
3. Sex’N’Roll
4. Portrait
5. So Far From This Day
6. Jesus On My Back
7. Saints Are Gone
8. The Silicon Age
9. Hidden Truth
10. My Pain
11. From High
DURATA: 48:46
Una normale domenica di mare, zona Aci Castello, un paio di amici e musica ovviamente ad allietarci, ognuno porta del suo perché d'ascoltare le "menate" passate gentilmente dal lido non se ne ha proprio né la voglia né la pazienza e giunto il mio turno inserisco la copia di "Silicon Age" dei Golden Sextion giuntami per la recensione.
Con enorme piacere ricevo consensi positivi dai più che chiedendomi notizie sulla band esordiscono quasi sempre con questa frase: "bravi sti ragazzi, di dove sono? Americani vero?" Ora io mi chiedo: perché dovrebbero essere statunitensi? Perché cantano in inglese e il suono è lontano anni luce da stronzate tipo i Finley? Nella piacevole sorpresa d'aver trovato qualcosa che risultasse gradito ai più, ho constatato a mie spese quanto ancora ci si meravigli scoprendo che un gruppo italiano possa creare della buona musica.
La formazione modenese composta da Fausto Giovannini (basso), Andrea Lusenti (chitarra), Gianvittorio Vandelli (batteria) e Fabio Dessi (voce) ha prodotto un disco che si lascia ascoltare dall'inizio alla fine, nella sua gradevole composizione "The Silicon Age" offre una varietà d'approcci e soluzioni stilistiche capaci di attirare più tipologie d'ascoltatori.
La tracklist contiene brani dall'essenza massiccia e trascinante, la tripletta d'apertura che vede susseguirsi in rapida successione "Hi-Tech Love", "White Wall" e "Sex'N'Roll" sciorina tutto il repertorio in possesso del combo, le chitarre sono roboanti e prestanti, c'è il ritornello che ti conquista e una sezione ritmica che ti trascina con sé e se il buon giorno si vede dal mattino, è un bel sole caldo quello che sembra splendere. Certo non è facile mantenersi sempre su livelli alti come quelli proposti inizialmente e qualche piccola battuta d'arresto la si nota in una fase centrale nella quale spiccano soprattutto "Portrait", dov'è ancora una volta il chorus a fare la differenza, e la ballad "So Far From This Day" che ci regala un Dessi in splendida forma, vario e accattivante, è senza ombra di dubbio la sua interpretazione più bella e convincente anche dal punto di vista emotivo; toccherà attendere poi la titletrack e "From High" per ritornare a brillare in questa maniera. L'operato di basso e batteria è fantastico quanto la sintonia fra la chitarra di Lusenti e la voce del Dessi portando a conclusione questo buonissimo debutto.
C'è qualche piccolo dettaglio da rivedere, Fabio non è proprio a suo agio nelle note più acute e in certi frangenti qualche lieve calo ne mostrare una lucidità non sempre sfoggiata come si potrebbe, bisogna però dare atto ai Golden Sextion d'essere una realtà che oltre a fornire della musica gradevole usa parecchio il cervello.
Le tematiche affrontate nei testi, ben lontane dai cliché sviscerati a ripetizione, rivelando uno spirito particolarmente attuale, provano a far ragionare l'ascoltatore, questo è un punto che vi consiglio vivamente d'approfondire e non vi offrirò altri dettagli, andate e scoprite.
I Golden Sextion possiedono talento e qualità che possono ancora essere levigate, rifinite e "The Silicon Age" auguro loro sia solo la prima di una serie di prestazioni in crescendo, continuare su questa strada darà sicuramente i suoi validi frutti.