Informazioni
Gruppo: Process Of Guilt
Titolo: Fæmin
Anno: 2012
Provenienza: Portogallo
Etichetta: Division Records
Contatti: Sito - Facebook - Myspace
Autore: Dope Fiend
Tracklist
1. Empire
2. Blindfold
3. Harvest
4. Cleanse
5. Fæmin
DURATA: 42:58
I Process Of Guilt non sono un nome nuovo per coloro che si districano abitualmente all'interno dell'immenso panorama del Doom e dei suoi derivati; il quartetto portoghese è infatti giunto, con questo "Fæmin", al traguardo del terzo full e, mai come questa volta, è veritiero il detto che vorrebbe la maturità musicale collegata al raggiungimento di questa tappa.
Se gli esordi della formazione lusitana erano più orientati verso sonorità riconducibili al Death/Doom, nel nuovo parto troviamo una svolta sostanziale effettuata però con indiscutibile naturalezza e consapevolezza delle proprie risorse.
Ascoltate pezzi come "Empire" e "Harvest" e vi ritroverete di fronte a echi Hardcore di matrice Isis (l'ormai defunto gruppo di Aaron Turner e soci verrà chiamato in causa spesso durante tutto il disco) appesantiti da venature che non esitano ad avvicinarsi all'eclettismo più rabbioso dei Neurosis, le quali vengono a loro volta inglobate in riff di chitarra che scavano solchi profondissimi e in alcune cellule ritmiche che ancora possono portare impressa un certo tipo di marchiatura Death/Doom.
La pece scorre a fiumi in un costrutto musicale in cui ogni salvezza è negata, in cui gli incubi e la pesantezza di animi inquieti e oscuri si avvolgono e si dispiegano all'interno di substrati mentali e sonori che, anche nei momenti più melodici (come avviene nella titletrack, tenendo comunque sempre presente che si tratta di un senso melodico dissonante e insano), vengono disturbati dall'ipnotica sensazione di impotenza di fronte ad una rovina ormai estremamente vicina.
Le fasi più atmosferiche di tracce come "Blindfold" e "Cleanse" riportano a galla dai più reconditi abissi della mente visioni oppressive e dilanianti che investono, asfaltano e violentano senza sosta la sensibilità dell'ascoltatore, proprio come se le deviazioni più scellerate di Amenra e Year Of No Light si fondessero con la volontà terremotante e distruttiva dei primi Godflesh.
Che altro dirvi?
Posso confessarvi che non sono mai stato un amante delle uscite che vengono allungate con additivi Post (il suffisso da aggiungere lo lascio liberamente a voi, per me non fa alcuna differenza) ma che, allo stesso modo, nell'oceano di dischi incanalati a tali correnti ogni tanto riesco a trovare qualcosa di mio gradimento; e mi pare scontato dirvi che "Fæmin" sia per il sottoscritto una di quelle piacevoli occasioni.
Questa volta è dalle (apparentemente) placide e flemmatiche lande del Portogallo che veniamo minacciati da una nera nube gravida di calamità e sciagure; vi avverto fin da ora del fatto che sarà inutile rifuggirla perchè, presto o tardi, essa vi raggiungerà comunque.
Che fare quindi?
Non vi rimane altra possibilità che quella di fronteggiare questa apocalisse, di accoglierla e di stare a vedere fino a quale oscura e malevola profondità riuscirà a trascinarvi... sempre a patto che il vostro intelletto non collassi molto prima.