lunedì 26 novembre 2012

MASACHIST

Informazioni
Autore: Mourning
Traduzione: Fedaykin

Formazione:
Heinrich - Basso
Dariusz "Daray" Brzozowski - Batteria
Thrufel - Chitarra, Voce
Aro - Chitarra
Wojciech "Sauron" / "Pig" Wąsowicz - Voce


Aristocrazia Webzine è lieta di accogliere i polacchi Masachist, scambieremo un paio d'impressioni sul nuovo lavoro "Scorned" con Threufel e cercheremo di conoscerli meglio. Cos'avranno da raccontarci? Non perdiamoci in convenevoli e iniziamo subito con le domande.

Benvenuto sul nostro sito, com'è tornare in carreggiata con un nuovo album? Qual è stata la sensazione una volta finita la registrazione?

Threufel: Ciao! Grazie per il vostro interesse nei Masachist. È sempre una splendida sensazione completare un album, siamo molto soddisfatti del risultato. È venuto fuori esattamente come lo volevamo.


Facciamo un passo indietro e parliamo della nascita dei Masachist, della scelta del monicker e raccontiamo ai nostri lettori chi sono i musicisti coinvolti in questo progetto...

Threufel: Il nome, semplicemente, mi suonava bene, non c'è dietro nessuna storia particolare. Quanto alle origini del gruppo, questa idea mi è ronzata in testa per anni, ma prima dovevo imparare a suonare. È per questo che mi sono unito a gruppi fondati da altri. Ovviamente mi piaceva la loro musica e suonare insieme a loro era molto eccitante e appagante inizialmente, ma ho sempre covato il desiderio di farmi un gruppo tutto mio. Ho provato con alcuni musicisti locali con cui eravamo in amicizia, però non ha funzionato. Qualche tempo dopo ho incontrato Daray ed era interessato a suonare questo tipo di Death Metal, quindi abbiamo fatto qualche jamming session e tutto è partito da lì. Aveva molta esperienza, come batterista, e questo mi permetteva di suonare al livello a cui mi ero abituato con i gruppi precedenti. Abbiamo completato la line-up con Aro (chitarre) e Heinrich (basso), e dopo la prima registrazione abbiamo chiesto a Pig di unirsi a noi come cantante. Questi sono tutti vecchi amici e musicisti esperti, il che diede l'idea di un super-gruppo o qualche genere di side-project, ma la realtà non poteva essere più lontana. Almeno per come la vedo io, perché prendo molto sul serio questo progetto.

Da questo secondo capitolo i più si attendevano una conferma e invece li avete spiazzati con un cambio di sound che non vi ha snaturati di netto ma offre una prestazione più varia. Perché questa scelta? Personalmente l'ho trovata interessante, le uscite polacche tendono un po' troppo ad assomigliarsi e mi avete sorpreso.

Threufel: Non è mai stata nostra intenzione somigliare a qualcun'altro nel nostro sound, e non ci sarebbe nessuna sfida nel registrare lo stesso album due volte. Creare musica deve risultare eccitante e dobbiamo piacere a noi stessi prima di piacere a chiunque altro. Perciò non aspettarti che il nostro prossimo album somigli a "Scorned", ci evolviamo costantemente come band e facciamo quello che sentiamo giusto sul momento.


Messi a confronto "Death March Fury" e "Scorned" possiedono due storie completamente diverse, pur rimanendo entrambi totalmente death metal. Come descriveresti gli album a chi non avesse avuto modo di ascoltarli?

Threufel: "Death March Fury": death metal molto veloce e intenso, suonato con abilità e aggressività. La colonna sonora dell'apocalisse. "Scorned": più atmosfera e varietà all'interno delle composizioni, arrangiamenti migliori e un sound più spontaneo rispetto a quello del debut album. Ancora molto aggressivo e diretto.


Avete puntato molto sul fattore atmosferico, brani quali "Innervoid" e lo strumentale "Liberation II", per quanto breve, hanno il loro fattore d'incidenza nel trascorrere del platter. È cambiato il vostro modo di comporre rispetto a tre anni fa?

Threufel: Ci siamo decisamente evoluti come musicisti. Si sentono tutti gli anni in cui abbiamo suonato la nostra musica. In più non volevamo puntare solo sul fattore velocità come nel primo disco. Volevo scrivere anche dei pezzi più lenti, massicci e atmosferici. Il death metal non è solo blast beat.


Il titolo dell'album "Scorned" ("disprezzato") e la figura che nella cover compie l'atto dell'harakiri in che modo si collegano? Il disprezzo è rivolto verso la vita? C'è un senso di auto-eliminazione ("process of elimination") che sembra pervadere il disco divenendo liberatoria.

Threufel: C'è un collegamento tra l'artwork e il titolo, ma questo disprezzo è riferito alla persona che si è coperta di disonore, non alla vita di per sé. L'harakiri era un rituale che permetteva di redimersi, in modo che il nome proprio e della propria famiglia non venisse macchiato dai propri errori. Ci si potrebbe vedere una sensazione di liberazione (come suggerisce il titolo di uno dei pezzi), ma anche molta sofferenza auto-indotta. Il nostro è un tentativo di descriverlo, non di giudicarlo e credo sia difficile capire per persone che sono cresciute in culture diverse (compresa la nostra). Quanto al "processo di eliminazione", in realtà si tratta di qualcosa che può renderti la vita migliore, si tratta di sbarazzarsi delle persone che vivono come parassiti e si nutrono sulle tue spalle, in un modo o nell'altro. Potrebbe suonare esagerato vivere secondo questo concetto – e di certo non parliamo di uccidere nessuno – semplicemente sapere chi è tuo amico e chi non lo è. Credo ci siano più elementi auto-distruttivi nel nostro primo album, i cui testi trasudavano negatività in ogni aspetto. "Scorned" è un po' diverso, parla della "via del guerriero", quindi oltre alla morte e alla brutalità contiene anche un elemento costruttivo. Forgiato col fuoco.


I testi sono stati in buona parte ispirati dal codice Bushido ("la via del guerriero"), com'è nato l'interesse verso questo particolare argomento?

Threufel: Ho studiato arti marziali per anni e ho sempre voluto creare un link tra questa tradizione e il death metal. Avevo questa idea persino prima del debut album, ma i tempi non erano maturi e ci siamo mossi in una direzione differente. Però l'ho fissata in testa per il futuro. Credo che questo soggetto si addica meglio alla musica di "Scorned".


Siete musicisti attivi ormai da una vita nel mondo del metal estremo, quali sono i cambiamenti che più vi hanno dato fastidio dal punto di vista sia musicale che sociale? L'essere "extreme" è diventato di moda?

Threufel: Sai, a partire da una certa età si comincia sempre a dire che i vecchi tempi erano migliori. Forse lo erano, perché dovevi sbatterti per tutto: da trovare una copia di qualche demo tape a comprare uno strumento, perché non erano facilmente reperibili. Oggi tutto è alla portata di tutti. E, tra l'altro, il pubblico metal è diventato più mite e tollerante. Un tempo i metallari in Polonia non lasciavano che i System Of a Down suonassero prima degli Slayer, oggi un gruppo nu metal può supportare gruppi old-school senza che nessuno dica niente. È solo un esempio insignificante di quanto le cose siano cambiate. In un certo senso è un peccato che il metallaro sia diventato così calmo, quell'atteggiamento era qualcosa che ci separava dagli altri.


Il death metal non ha mai vissuto cali di "popolarità" stranamente, però ritengo che tale termine strida proprio con quello che il genere rappresenta. Sbaglio io o l'immagine che viene data del genere è forse sin troppo appetibile a chiunque? Una volta non si diceva che se volevi davvero qualcosa dovevi guadagnartela? Fra mp3 e ristampe a raffica (alle volte utili, altre decisamente bypassabili) non sembra un po' il mercato del pesce (per il rumore) più che un panorama artistico che desidera rimanere underground?

Threufel: È nella natura delle persone seguire le mode, non importa se si parla di musica, abbigliamento o – cosa molto popolare qui in Polonia – andare in vacanza in Egitto. Giocare coi Lego va di moda tra i bambini, ma non tutti poi diventano ingegneri edili. Ma questo tipo di divertimento può tramutarsi, più tardi, in una vera passione. Le persone più anziane hanno altri tipi di "giocattoli", e la musica può essere uno di questi. Il Death Metal può esserlo, ad esempio. Su alcuni esercita solo un fascino temporaneo, ad altri resta dentro per la vita. E sarà la vita stessa a mostrarci se si trattava di essere "alla moda" oppure no. Che le cose restino come sono.


Qual è la tua idea sulla scena metal odierna? Pregi e difetti? Ci sono band che segui con piacere?

Threufel: Principalmente seguo i vecchi maestri del genere. Tra le cose nuove non molte catturano la mia attenzione. In più ho meno tempo per cercare nuovi gruppi di quanto non ne avessi in passato, sono troppo preso dalla mia vita di tutti i giorni. Sono però felice di riuscire a trovare il tempo per creare della musica con i Masachist e far parte della scena Death Metal globale.


Cos'è e cosa significa per te suonare e vivere death metal?

Threufel: Per me il Death Metal è quella passione di bambino di cui parlavo prima. È un bel genere di musica da suonare, pieno di emozioni e a volte ti regala una sensazione di potere, come se tu avessi il controllo su altre persone. Particolarmente in sede live, è una sensazione fantastica. Tolto ciò, questa musica mi ha mostrato che ci sono tanti tipi di culture, non solo quella Cristiana che si ostinano ad imporci. Per quanto possa sembrare il contrario, il Death Metal è musica intelligente creata da persone intelligenti; è anche vero che questo non si riflette sempre nei fans, perchè alcuni di loro tendono a prendere le cose con molta superficialità.


È possibile tramutare quest'amore per la musica in un lavoro vero e proprio, uno che permetta di vivere o quantomeno sopravvivere?

Threufel: È possibile, guarda i Behemoth, i Vader o i Cannibal Corpse. Ma per riuscirci i tuoi album devono diventare molto popolari e poi devi stare costantemente in tour. Non credo siano in molti a potercela fare e io sinceramente non riesco a immaginare i Masachist perennemente in tour. Ci accontentiamo di suonare la musica che ci piace e di registrare buoni album, le nostre occupazioni regolari ci pagano le bollette.


Parliamo di live, quale fu la prima esibizione dal vivo dei Masachist?

Threufel: Suonammo per la prima volta in un concerto importante. Forse un po' troppo importante, anche per noi. Supportavamo i Gojira, grande gruppo e persone splendide. Fortunatamente non ci siamo fatti prendere dal panico da palcoscenico e abbiamo suonato bene. Per essere onesto, preferisco date più underground in location più piccole. Si sente meglio l'atmosfera della musica ma vedremo, magari questa volta faremo più esibizioni dell'ultima volta.


C'è stata una prestazione "on stage" che ti ha lasciato un particolare ricordo o una nella quale accadde qualcosa che ti va di condividere?

Threufel: Ho un sacco di ricordi di questo tipo, ma la cosa che ricordo in modo particolare è stata di quella volta che suonavo con gli Yattering e ho strappato i capelli di una ragazza, un sacco di capelli in realtà. Era un club piccolino, non c'era una safety zone tra il palco e il pubblico che faceva headbanging, allora avevo l'abitudine di agitare la chitarra moltissimo mentre suonavo e sfortunatamente la paletta si incastrò tra i capelli di questa ragazza, strappandone abbastanza da farne una parrucca. Tra le altre cose la ragazza era pure carina. Ancora oggi io e lei ci ridiamo su quando ci incontriamo e qualcuno menziona il fatto.


È programmato un tour di supporto all'uscita di "Scorned"? Toccherà anche la nostra Penisola?

Threufel: Non organizzeremo il tour noi in prima persona, siamo troppo pigri. Ma se qualcuno ci offrisse una buona opportunità, perché no? Sarebbe bello suonare in Italia, specialmente con gli Undertakers, se esistono ancora. Persone in gamba, noi (come Yattering) ci abbiamo fatto un tour insieme una volta.


Quali sono stati gli ultimi dischi che hai acquistato e gli ultimi concerti a cui hai partecipato come spettatore?

Threufel: Ho comprato un sacco di album di recente, ma per la maggior parte cose che già conoscevo, che magari avevo solo copiate in CDr o cose così. Ma mi piace decisamente l'ultimo album dei Gojira, gran gruppo!


Con questa mi sa che possiamo anche concludere, ti ringrazio per il tempo dedicatoci e ti lascio ancora una volta la parola per concludere come meglio credi...

Threufel: Grazie per l'intervista. Ci vediamo ai concerti! Hail puttana!

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