Informazioni
Gruppo: Die Hard
Titolo: Conjure The Legions
Anno: 2012
Provenienza: Svezia
Etichetta: Agonia Records
Contatti: facebook.com/pages/Die-Hard/148666655155328
Autore: Mourning
Tracklist
1. Conjure The Legions
2. Masters Of Deceit
3. Satanic Uprise
4. Thrash Them All
5. Cold Scythe
6. Sanctify The Morbid
7. Antichrist
8. Stand Up
9. Robe And Crown
DURATA: 38:13
Nuovo disco dei Die Hard, uno che cavolo si può aspettare da questi svedesi? Una band che ha per monicker un pezzo dei Venom, che ha un disco all'attivo, "Nihilistic Vision", e una serie di ep e split nei quali non fa altro che celebrare gli anni Ottanta e segue pedissequamente le orme di chi è già passato, cosa avrai mai da offrire?
Il preambolo sembra di quelli negativi vero? Nah, voglio solo dire che se in partenza ciò che ho scritto vi "urta", potete anche abbandonare la recensione. Qui siamo di fronte all'ennesimo atto di coerenza, all'ennesimo atto di un revival che non ha termine e che con prove goderecce, un po' fini a se stesse se vogliamo, ma ricche di carica alcolica e di pezzi da scapocciata, ci presenta oggi "Conjure The Legions", seconda uscita full del trio di Uppsala, adesso composto da Harry al basso e alla voce, Simon (Ondskapt e Valkirja) alle chitarre e Per Karlsson (In Aeternum e Nominon fra i tanti) alla batteria.
La proposta è schietta, priva di fronzoli, come per il primo capitolo ci troviamo di fronte una band che non la mena per le lunghe, una gamma d'influenze che oltre a Cronos e soci tira in ballo Hellhammer/Celtic Frost, Slayer e i tedeschi Sodom e Kreator. Insomma ciò con cui avremo a che fare sono brani arrembanti e decisamente orientati a pestare come "Masters Of Deceit" e "Thrash Them All" e altri dall'incedere punkeggiante, vedasi "Cold Scythe".
Anche se non siamo più in un triennio micidiale come quello che segnò indelebilmente il metal estremo dal 1986 al 1989, è evidente che i riferimenti a questo ristretto ma fondamentale passaggio per la storia "metallica" siano uno spunto palese per le creazioni dei Die Hard.
Il platter non potrà cambiare la vita di nessuno, tantomeno di chi quel periodo l'ha vissuto in prima persona e si allieta giornalmente con album prodotti e comprati allora, però in aggiunta a quelle tre tracce, episodi come l'opener e titletrack, "Sanctify The Morbid" e la conclusiva "Robe And Crown" non potranno di sicuro dispiacere agli amanti di tali sonorità.
Vocalmente Harry è meno stridulo dell'ex singer Hasse Hanson (già con gli splittati Searing I), la sua prestazione a metà fra Cronos e King Fowley (artista sottovalutato e leader degli storici Deceased, degli ormai morti Doomstoner e degli October 31) è più efficace e calzante; gli assoli a "tutta birra" non fanno che aumentare quella sensazione di "suono ciò che mi piace e non me ne frega un cazzo di ciò che pensate" e per la sagra del cliché a volontà sarebbe potuta forse risultare assente la figura del "Cupo Mietitore"? Non scherziamo dai, la cover soddisfa anche questa non necessaria esigenza.
Per coloro che vivono e si nutrono senza sosta di uscite di questo genere, gli ingredienti per apprezzare "Conjure The Legions" ci sono proprio tutti, sarà un incontro gradevole e privo di pretese che un paio di ascolti e più se li merita. Bentornati Die Hard.