Informazioni
Gruppo: Decline Of The I
Titolo:Inhibition
Anno: 2012
Provenienza: Francia
Etichetta: Agonia Records
Contatti: facebook.com/declineofthei
Autore: Mourning
Tracklist:
1. Où Se Trouve La Mort?
2. The End Of A Sub-Elitist Addiction
3. Art Or Cancer
4. The Other Rat
5. Mother And Whore
6. Static Involution
7. L'Indécision D'être
8. Keeping The Structure
DURATA: 58:17
Il signor A. è conosciuto nella scena estrema per la sua militanza in band quali Vorkreist e Merrimack che sicuramente conosciamo più o meno tutti, è però anche vero che il musicista in questione da tempo porta avanti vari progetti e collabora con realtà che pur rientrando in ambito "nero" fuoriescono dai canoni classici della furia luciferina o delle cadenze black/death. Sia in solitario negli Eros Necropsique (dark ambient) che nei Neo-Inferno 262 (industrial black) dietro lo pseudonimo di Korgan, si muove in direzioni differenti, che segue e persegue anche con quella che è l'ennesima creatura apparsa dal nulla: i Decline Of The I.
A quanto sembra in Francia vanno di moda le trilogie, dopo i Blut Aus Nord del trittico "777: Sect(s) / The Desanctification / Cosmosophy" pare proprio che "Inhibition" farà parte di un trio di album del quale rappresenta il capitolo d'apertura; in un futuro magari non troppo lontano dovrebbero essere quindi pubblicati i successivi "Rebellion" ed "Escape".
Partendo dal presupposto che quando un disco ti viene presentato come post-black con l'aggiunta che dovrebbe trattarsi di una fusione tra artisti come Burzum e Neurosis le perplessità non sono poche, dal momento che la descrizione in sè può voler dire tantissimo oppure nulla, ho inserito il cd nel lettore e via.
Il lavoro non è di facile assimilazione, è allentato, diluito e fornito di atmosfere angoscianti, più che il Burzum fondatore involontario del filone "depressive", per quanto odi odiernamente la figura di Kvarforth gli Shining potrebbero essere in più di una circostanza un punto di riferimento valido per addentrarsi nei brani che nascondono una forma schizofrenica strisciante, si veda l'immaginario malevolmente circense raffigurato in "The Other Rat".
Le melodie sono inquietanti e claustrofobiche, spesso cicliche e in episodi come "The End Of A Sub-Elitist Addiction" e "Keeping The Structure" acquisiscono un valore importante, così come le sezioni d'elettronica fanno capolino in maniera dapprima estemporanea in "Art Of Cancer" sino a divenire prominenti in "Mother And Whore", che negli attimi in cui è scandita da uno poken word femminile sembra possedere qualcosa di stampo trip-hop.
Se proprio vogliamo dirla tutta, di Black Metal in senso stretto qui ne abbiamo poco e per lo più contaminatissimo, vi sono frangenti pesanti e fangosi dall'aura post-metal, un feeling drone che serpeggia e si sfiorano pure i lidi sinfonici in "Static Involution". È un miscuglio eterogeneo che funziona ma ha bisogno di tempo per essere sviscerato, deve essere rivoltato come un calzino per rivelare integralmente il suo potenziale.
"Inhibition" è una bolla che ci rinchiude o se preferite una stanza nella quale vi è un fottutissimo neon malfunzionante che vi spacca il cervello in quanto si accende e spegne con una rapidità e continuità ossessive, una di quelle situazioni che potrebbero far scattare un attacco epilettico. Per questo motivo chi cerca una prestazione da "battaglia" o ancorata ai canoni anni Novanta potrebbe avere delle difficoltà d'approccio con uno stile che per più di un verso, pur non raggiungendone gli apici, sembra percorrere una strada poi non del tutto parallela ai connazionali citati un po' di righe più su.
L'inizio della storia targata Decline Of The I è interessante, A. ci mostra un'altra faccia di ciò che per lui significa essere artisti, vedremo però sul lungo corso quanto realmente valga questo progetto, per ora non posso che limitarmi a consigliare l'incontro con "Inhibition" a coloro che non si stancano mai d'inserire "ibridi" ben confezionati nel lettore. Se diventerà o meno uno dei vostri ascolti preferiti non lo so, prima di scartarlo però dedicategli un bel po' di tempo per afferrarne le note positive.