Informazioni
Gruppo: Cannibal Corpse
Anno: 1992
Etichetta: Metal Blade
Autore: Leonard Z
Tracklist
1. Hammer Smashed Face
2. I Cum Blood
3. Addicted To Vaginal Skin
4. Split Wide Open
5. Necropedophile
6. The Cryptic Stench
7. Entrails Ripped From A Virgin’s Cunt
8. Post Mortal Ejaculation
9. Beyond The Cemetery
DURATA : 35:11
Siamo nel 1992 e i nostri si recano nei suoi Morrisound studios di Tampa in Florida (patria del Death Metal americano), per registrare il loro terzo album (seguito di “Eaten back to life” e di “Butchered at birth”).
Prodotto da Scott Burns (colui che ha impresso al Death Metal statunitense delle origini il suo sound tipico e se non lo conoscete andatevi a vedere i titoli di un po’ di album registrati da lui) “Tomb of the mutilated” è il capolavoro dei Cannibal Corpse: 35 minuti di iulenza allo stato brado. Tanto per non smentirsi, la band si affidata all’illustratore Vincent Locke per la copertina, che chiaramente è stata censurata di corsa! La vera copertina può essere ammirata all’interno della cassetta e ritrae uno zombie intento nel praticare un cunnilingus al cadavere squartato di una gentil donzella. La sequela delle copertine censurate, dei testi non inclusi nel booklet e dei titoli delle canzoni “non in vista” sul retro degli album diverranno un vero marchio di fabbrica per questa band. Nella parte visibile della cassetta, infatti, vengono riportati i titoli più innocui dell’album, lasciando perle come “Entrails ripped from a virgin’s cunt” (interiora estirpate dalla vulva di una vergine) e “Necropedophile” (devo tradurre o ci arrivate da soli?) per i soli acquirenti. Ma passiamo al pezzo forte, ovvero la musica. Si aprono le danze con “Hammer smashed face” (faccia spaccata con un martello) che uscirà anche come singolo e che sarà il pezzo che la band suonerà nella parte a loro dedicata nel film “Ace Ventura” (dategli un’occhiata e vedrete Jim Carrey entrare in un locale dove i Cannibal Corpse suonano proprio questo pezzo). Il brano mette in luce tutte le caratteristiche della band: blast beats che si alternano a parti più cadenzate, basso all’unisono con le chitarre che fa la sua porca figura nelle parti soliste a lui dedicate, un growl cavernoso e monocorde. Nell’album non ci sono né cadute di stile né pezzi riempitivi, ma l’intero lavoro scorre senza intoppi dall’inizio alla fine, passando per perle come “The cryptic stench” (il fetore della cripta) e la conclusiva “Beyond the cemetery” (al di là del cimitero) col suo giro malsano di basso a chiudere in fade l’album. Per quanto mi riguarda il lavoro di Chris Barnes nell’album è perfettamente azzeccato, ma a qualcuno potrebbero non piacere le vocals ad un pitch infernale, con pochissima variazione e difficilmente intelligibili (non che i testi siano il pezzo forte del gruppo). A quanto pare, però, la band ci teneva a dire che le vocals di Chris non erano un artificio da studio, ma che era tutta farina della sua laringe, e per questo si può leggere, all’interno dell’album un trafiletto con scritto: “Electronic Harmonizer was not used to create any vocals on “Tomb of the mutilated”. In definitiva… che aspettate a comprarlo? Lavatevi le orecchie da dieci anni di cloni e ascoltatevi il vero Death Metal americano.
Giudizio visto con gli occhi del 1992: mazzata finale e totale. Una delle perle del periodo d’oro del vero Death Metal.
Giudizio visto con gli occhi del 2009: diciassette anni sono passati e questo disco non invecchia di un giorno. Certo, oggi ci sono talmente tanti cloni di questa band che probabilmente avrete sentito questi stessi riff ripetuti in centomila album, e questa può essere l’unica nota negativa.