lunedì 4 ottobre 2010

PERPETUUM - Gradual Decay Of Conscience


Informazioni
Gruppo: Perpetuum
Anno: 2009
Etichetta: Australis Records
Contatti: www.myspace.com/perpetuumchl
Autore: Mourning

Tracklist
1. Arquetipos
2. Monoliths
3. Unmerciful Despair
4. Into The Deepest Darkness
5. Stigmata
6. Scourging The Foe
7. Through The Path Of Eternity
8. Grunts Of The Shoggoths
9. Psicosis

DURATA: 40:34

Il Sud America è una di quelle terre che riservano sempre delle belle sorprese, band che da dove meno te l'aspetti riescono a fare uscire un full che sia degno di nota, stavolta è il turno dei cileni Perpetuum.
Non ho fra le mani un capolavoro ma una cosa è evidente: questi ragazzi fanno quello che è loro possibile per essere più personali possibile riuscendoci anche se solo in parte.
La proposta è un black/death metal che di frequente sfrutta ritmiche serrate e un riffing che in certi casi diventa tendente al vorticoso, è infatti questa una delle caratteristiche della formazione il far confluire all'interno del proprio sound soluzioni di stampo tecnico, melodico e rallentamenti sabbiosi al limite con lo sludge doom che danno quel tocco particolare alle tracce.
Non sono degli sprovveduti, in giro dal 2003 prima col monicker Nocturnal Blasphemy, hanno fatto la gavetta con i classici demo per poi approcciare in maniera più matura l'operazione full giunta al culmine con la pubblicazione di "Gradual Decay Of Conscience" partorito per la Australis Records.
Per alcuni versi collegabili agli schizzati conterranei Coprofago, per altri invece sembrano attingere dal marasma post metal di gente come gli Isis riuscendo a far convivere e tenere in piedi queste collisioni sonore su una base che si muove grazie a una spinta prettamente death ma che si tinge di black a più riprese, i Perpetuum ci danno in pasto un album che viaggia su livelli qualitativi più che sufficienti, c'è una sorta di omogeneità nel composto che non fa spiccare una canzone sulle altre che comunque non crea fastidio nell'ascolto di "Monoliths" così come di "Into The Deepest Darkness" e la lovecraftiana "Grunts Of The Shoggoths" piacevoli ma non memorabili.
Il punto su cui più si potrebbe dibattere è la produzione perché se da un lato lo stile retrò sporco non mi dispiace nè tanto meno crocifigge la strumentazione, una prova di questo tipo che ha nel riffing cangiante, nelle varianti interne e nella giostra d'atmosfere create le proprie armi più efficaci con una più pulita avrebbe sicuramente avuto maggior giustizia e risalto.
"Gradual Decay Of Conscience" è un disco che difficilmente gli integralisti riusciranno a digerire, ne consiglio quindi l'ascolto esclusivamente a quelli che hanno passione per una precisa sezione del death metal brutale sì, ma al contempo progressivo e non collocabile se non forzatamente in schemi già preordinati.

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